SFIDE - IL RECUPERO DEI MINORI CHE VIOLANO IL CODICE
Piccoli diavoli fuori dall’inferno
Ladri, spacciatori, assassini. Hanno meno di 18 anni e si
macchiano anche dei reati più gravi. Per chi riesce a evitare la reclusione ci
sono centri di accoglienza e comunità. Ma le alternative al carcere servono
davvero?
Ecco, a ............(1) anno dalla tragedia di Novi Ligure, che fine
hanno fatto i baby criminali messi alla prova. Da Milano a Palermo.
Erika e Omar: bastano i due nomi per evocare ..................(2) villetta su due piani, mamma e figlio uccisi
con 97 coltellate . Era il 21 febbraio 2001.
............(3) anno dopo l’Italia è ancora sotto shock. Non conta che al momento
del delitto avessero 16 e 17 anni. Non basta che in primo grado siano stati
condannati a 16 anni lei, 14 lui. Erika e Omar restano il simbolo di ..................(4) violenza incomprensibile e inaccettabile che
surriscalda il dibattito sulla giustizia minorile.
Che fare con baby killer, piccoli boss, componenti del
"branco" o figli assassini?
Sabato 10 febbraio, a Milano, ci sono state quattro aggressioni in
poche ore a opera di teppisti minorenni. Sono stati solo gli ultimi di ..................(5) lunga serie di episodi allarmanti. Come
fermare, allora, la carriera criminale di quelli che, per età, potrebbero
essere ladri di merendine e invece mantengono le famiglie con furti, scippi,
rapine? Punire, risarcire o recuperare? E come? La legislazione penale minorile
è molto flessibile e, nonostante ............(6) budget di anno in anno ridimensionato, offre
diverse alternative al carcere. Funzionano? Si può immaginare di concederle
anche ai due ragazzi di Novi Ligure? Panorama ha cercato la risposta nelle
storie dimenticate di altri baby criminali a cui è stata data ..................(7) chance. Otto su dieci hanno superato la prova
e sono tornati a ..................(8) vita quasi normale. Senza che i loro reati,
che pure hanno inciso solchi profondi in molte vite, abbiano lasciato tracce
sulla fedina penale. Ecco perché i nomi dei protagonisti di queste storie,
drammaticamente vere, sono tutti finti.
............(9) parricida a casa nostra.
Simone uccise suo padre ............(10) venerdì di primavera del 1991. Aveva 14 anni.
Lo colpì con ............(11) asse di legno, lo infilzò con ............(12) girarrosto. Usò persino l’acido muriatico.
Poi confessò. Voleva scagionare la madre che invece fu condannata per aver
partecipato a quel delitto, compiuto davanti alle sorelline di 8 e 10 anni.
"Non fu facile decidere la messa alla prova" ricorda Franco
Occhiogrosso, presidente del Tribunale dei minori di Bari che, per la prima
volta in Italia, sospese il processo in ............(13)
caso di omicidio. Simone fu mandato a oltre
1.000 chilometri dal suo paese. Mario e Anna gli aprirono le porte della loro
cascina circondata dalle montagne, in provincia di Cuneo. Quando Simone arrivò,
erano ..................(14) coppia di sposini neanche trentenni, membri
dell’associazione Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi: 32 comunità
terapeutiche e ben 186 case-famiglia in tutta Italia. Simone era il loro primo
ospite. Oggi, attorno alla grande tavola di legno vicino al camino, siedono a
ogni pasto ..................(15) dozzina di persone. Tre figli naturali, ..................(16) adozione e
............(17) affidamento, ............(18) nonno di 89 anni e altre vite segnate dall’handicap, da abusi,
problemi psichiatrici, crimini o solitudine.
"Questo mix è forse la migliore terapia per chi, nella
sofferenza degli altri, rielabora e ridimensiona la propria" sostiene
Mario. Simone ha vissuto tre anni nella cascina, seguito da ..................(19) psicologo e dal servizio sociale. Ha studiato
e faticato nei campi, nelle stalle. Oggi, venticinquenne, abita a pochi
chilometri di distanza, ha ............(20) lavoro, ..................(21)
ragazza, ............(22) buon rapporto con le sorelle. Quando torna in Puglia prega sulla
tomba del padre.
Dal branco alla carriera militare.
"Ma quale tentata violenza sessuale di gruppo! Io sono
innocente . Ho accettato la messa alla prova solo per uscirne pulito".
Francesco ha 19 anni, vive vicino Roma. La sua versione non coincide affatto
con quella della ragazzina che denunciò di essere stata aggredita dal branco.
Per questo avrebbe preferito il processo e l’assoluzione, ma l’avvocato gli
suggerì di approfittare della misura alternativa. "Non è stato facile mantenere
per 16 mesi tutti quegli impegni: la scuola, lo sport, il volontariato"
racconta il ragazzo. ..................(23) dei suoi compagni non ce l’ha fatta e tra
pochi giorni vedrà ricominciare il processo. Mentre il conto di Francesco con
la giustizia è chiuso: "Quest’anno ho gli esami di maturità, poi chissà.
Mi piacerebbe la carriera militare. Per fortuna ho la fedina penale
pulita".
Imparo a vivere: da solo.
Giorgio ha cominciato a rubare autoradio a 14 anni . Non ne aveva
certo bisogno, lui che girava in motorino, con il giubbotto firmato. Ma al
giudice è stato chiaro che i furti erano il suo richiamo per due genitori
troppo distratti. Così ha disposto che invece che in galera finisse al
Focolare: ............(24) appartamento di circa 200 metri quadrati ai
Parioli a Roma, arredamento essenziale, sei posti letto per ragazzi con
problemi di giustizia o psicofamiliari. "Non ci sono casi penali o non
penali: per noi sono tutti ragazzi in difficoltà" sottolinea Filippo
Camboni, presidente della cooperativa sociale ed ex giudice onorario del
Tribunale dei minori. Con educatori e psicologi accoglie da 20 anni adolescenti
a rischio. Tanto che per primo ha proposto la semiautonomia. Giorgio, da sei
mesi, non vive più al Focolare: ha ..................(25) stanza in affitto in una..................(26) casa di studenti universitari (che non sanno dei suoi problemi con
la giustizia) e ............(27) impiego. Tutto grazie a ..................(28) borsa lavoro (..................(29) sorta di stage a costo zero per chi lo assume) finanziata dal
comune. Lo stipendio (da artigiano, carrozziere, falegname, pasticciere) non
supera i 400 euro ma abitua i ragazzi all’indipendenza. Giorgio deve tornare
per i pasti al Focolare, confrontarsi ogni giorno con gli operatori della
comunità e versare almeno la metà dei suoi guadagni in un............(30) libretto di risparmio. Ma perché è così difficile la messa alla
prova? "Perché tutto dipende solamente da te e sei costretto a rimettere
in discussione tutto ciò che hai fatto fino a quel momento" dice Matteo,
19 anni, ..................(31) prova appena conclusa per la raffica di furti
e rapine compiuti in provincia di Latina. In tre anni sotto osservazione ha
fatto impazzire l’educatore del servizio sociale cambiando lavori e impegni di
volontariato: la protezione civile, il doposcuola per bambini, il giardinaggio
in chiesa. "Ma se fossi stato tutto questo tempo in carcere" ammette
"perché avrei dovuto essere diverso rispetto a quando ci ero entrato?".
La prova più difficile, il perdono.
Nicola era nato in ..................(32) casa dove non c’era spazio neanche per il suo
letto, così finì in orfanotrofio. Quando tornò in famiglia, trovò ............(33) quartiere a cui era stato dato ............(34) soprannome che ricorda la guerra per i
continui scontri tra clan. Non faceva che disegnare fucili. E aveva ............(35) fucile più grande di lui quando, ad appena 15
anni, entrò nel negozio di ............(36) barbiere per rapinarlo. L’uomo consegnò i
soldi, ma fece ............(37) movimento brusco che spaventò Nicola. Lo
sparo, il sangue. Il barbiere morì e Nicola scappò. Ma fu arrestato con
l’accusa di omicidio volontario a scopo di rapina. Il tribunale dispose ..................(38) prova con lavoro, volontariato e incontri con
lo psicologo. Non solo. Il baby killer avrebbe dovuto mettere da parte i suoi
guadagni per ............(39) risarcimento simbolico alla famiglia della
vittima. Nicola ha superato la prova, il suo reato è stato estinto. "Che
vuol dire estinto" ha chiesto il figlio del barbiere rifiutando i soldi di
Nicola "che forse mio padre non è mai nato e non è mai morto?".
............(40) frate per amico.
"In carcere mi chiedevano ..................(41) prospettiva".
Per questo padre Gaetano, il cappellano di Casal del Marmo, l’istituto penale
minorile di Roma, ha ristrutturato ............(42) casale dei terziari cappuccini
dell’Addolorata in via Boccea: tre edifici, camere ampie, mobili moderni, copriletti
tutti uguali per ..................(43) decina di ragazzi soprattutto stranieri. Come
Eftimi, albanese, 16 anni, che è lì agli arresti domiciliari per ..................(44) scippo, dopo essere finito per errore qualche
settimana nel carcere degli adulti. Passa il tempo libero davanti alla tv o a
giocare a biliardino. Ilir, invece, entra ed esce quando vuole con la sua
bicicletta: arrivato in Italia a 13 anni, ha vissuto rubando fino a che non è
incappato nella polizia. Ora è in messa alla prova, deve studiare molto per
prendere la licenza media e lavorare, come tutti, per la comunità: c’è ............(45) cuoco, ma ci sono turni per lavare i piatti,
riordinare, pulire, sistemare il giardino. "Da qui si può anche scappare
" ammette padre Gaetano "e qualche volta è accaduto". Nel 2000
sono stati 503 i ragazzi che se la sono svignata da ..................(46) delle comunità convenzionate con il ministero della Giustizia. Il
problema è la prospettiva della clandestinità: la legge italiana prevede che i
minori stranieri abbiano ............(47) permesso di soggiorno solamente per la durata
della messa alla prova. Ma, si chiedono gli operatori dei servizi sociali che
nel 50 per cento dei casi hanno a che fare con extracomunitari, come si fa a
parlare di futuro con ............(48) ragazzo il quale sa che sarà rimpatriato alla
fine della messa alla prova?
Educatore fai-da-te.
Piero Fiorellino è il mito dell’Ortica, il quartiere alla
periferia est di Milano famoso per ..................(49) canzone di Enzo Jannacci dedicata proprio al
"palo" di ..................(50) banda di ladri sfortunati. È finito la prima
volta al Beccaria, il carcere minorile, nel lontano 1976. "Messa alla
prova? Ai miei tempi c’erano solo le botte della polizia". Oggi Fiorellino
ha 41 anni e si racconta con nome e cognome "perché tanto chi mi conosce
non sa leggere". La famiglia non se la passava bene così cominciò presto a
lavorare. E a rubare: a 16 anni ............(51) furto in panetteria, pneumatici su commissione,
catenine dal collo delle signore. Dentro e fuori dal carcere, le botte del
fratello maggiore e le lacrime della mamma (si commuove mentre le ricorda).
Fino al passaggio in "serie A", come lo chiama, a San Vittore, il
giorno stesso del diciottesimo compleanno. "Gli amici mi cercavano,
dicevano che c’era ............(52) lavoretto facile facile. Non potevo dire di
no" confessa. "Ma pure la polizia, ..................(53) volta che ti conosce viene sempre a cercarti. Nessuno ti dà
fiducia, neanche quando non c’entri niente".
Come uscirne?
"Mi ha salvato quella che ora è mia moglie". "Se
non la pianti ti mollo" mi disse. "E io ho iniziato a
ragionare". Oggi Fiorellino vende antiquariato nei mercati e se c’è tanto
da fare chiede aiuto ai ragazzi dell’Ortica. "Li faccio lavorare, almeno
sono sicuro che non fanno cavolate". Ma di’ la verità, se ............(54) ragazzino ti racconta che la sera prima ha
rubato ..................(55) auto, tu
che gli dici? "La verità? Io dico sempre la verità, tranne che ai
giudici... Che vuoi che gli dica: "Sei ............(56) pirla!".
............(57) obiettivo li salverà
Quando, come e perché il giudice può sospendere il processo
Il minorenne entra nel vero e proprio carcere minorile (istituto
di pena minorile) solo su provvedimento di ............(58) giudice. I minori fermati o arrestati dalla polizia finiscono al
centro di prima accoglienza, ..................(59) struttura collocata in ..................(60) sede distinta. Solo con l’udienza di
convalida, entro quattro giorni, il giudice decide se applicare la custodia
cautelare in carcere o altre misure: prescrizioni di studio o lavoro,
permanenza in casa, collocamento in comunità. Il giudice, all’udienza
preliminare o durante il dibattimento, può sospendere il processo e mettere
alla prova per massimo tre anni. Il ragazzo imputato, seguito dall’ufficio di
servizio sociale per i minorenni (che dipende dal Dipartimento della giustizia
minorile), si impegna per degli obiettivi (studio, lavoro, volontariato,
richiesta di perdono o risarcimento delle vittime) da realizzare in famiglia o
durante l’affidamento a ..................(61) comunità. Se la prova ha successo il reato è
estinto, non compare nemmeno sulla fedina penale. In caso contrario, riprende
il processo ordinario e il ragazzo sconta la pena (massimo 21 anni) a cui viene
condannato. Per il recupero di ............(62) ragazzo in comunità si spendono 52-104 euro
al giorno. ............(63) adulto detenuto in carcere costa circa 260
euro.
Francesca Folda - PANORAMA, 15 febbr. 2002
Ma a Palermo qualcuno sogna le sbarre
La direttrice del centro: qui i ragazzi pensano al carcere come a ............(64) salto di qualità.
Scrive canzoni, poesie, guarda fuori dalla finestra e pensa alla
sua amata. Maurizio (ma il suo vero nome è ............(65) altro) ha 16 anni. Lavorava nei mercatini rionali quando, ............(66) anno fa, ha conosciuto ..................(67) ragazzina della sua età. Colpo di fulmine:
dopo due giorni i due decidono di scappare dalle loro famiglie. La casa in
affitto costa 120 mila lire al mese. Ma è vuota, va arredata. Maurizio ruba ............(68) furgoncino e svaligia un............(69) appartamento. Bottino: tv, sedie, quadri e tanto altro. Ma manca
ancora qualcosa: ............(70) letto per dormire, ............(71) armadio. Così, pistola giocattolo in mano, si procura ............(72) furgone più grande e il nido d’amore è
completato. Però la strada di Maurizio è segnata: ..................(73) rapina dietro l’altra, dalla tabaccheria all’ufficio postale. Poi
il carcere minorile. Oggi vive nella comunità di recupero per minori a Palermo
con altri 13 ragazzi della sua età.
Sono figli di genitori bambini che spesso si sposano dopo la
classica fuga d’amore. Il livello culturale è bassissimo. Oggi hanno ............(74) letto, ..................(75)
stanza con bagno e ............(76) piatto caldo. Prima no, vivevano ammucchiati in abitazioni
dichiarate inagibili. La famiglia? Dispersa nei vicoli, per le strade. I primi
furti, infatti, servono per aiutare in casa, si ruba per comprare la bombola
del gas alla mamma. Come Marco, 16 anni, di Catania. "Mio padre è in
carcere da quando ero piccolo. A 13 anni lavoravo di nascosto. Uscivo di casa
con i libri, facevo finta di andare a scuola, ma finivo a fare il muratore per
50 mila lire al giorno. Mia madre non si accorgeva di nulla. In ..................(77) sala di videogiochi ho conosciuto brutta
gente. Mi hanno proposto di fare ..................(78) rapina con i taglierini. Mi avevano detto
tutto, tranne che in quella banca c’era ..................(79)
guardia giurata. Io tenevo in ostaggio ..................(80) donna. Poi lei mi ha morso il braccio e quello
ha cominciato a sparare. Eccoci qua".
Qui tutti sognano il carcere. Sì, proprio così. Nella loro
cultura, il carcere è ............(81) salto di qualità. Se poi sei finito dietro
alle sbarre al posto di qualcuno, è il massimo: vuol dire che sai rispettare la
parola, il silenzio. "La comunità ti obbliga a confrontare le tue regole
(prevaricazione, forza fisica, illegalità) con le regole, le responsabilità e i
modelli della cultura dominante. Il carcere è ............(82) ambiente che non ti porta a confronti continui con il mondo
esterno" spiega Marina Restivo, direttrice del centro di prima
accoglienza. "Piuttosto che pensare preferiscono tagliar corto: io vado in
galera. Per loro anche ..................(83) domanda normale, tipo "come stai?",
è sconvolgente perché impone ............(84) pensiero nuovo. Nelle loro famiglie non c’è
lo spazio mentale per porsi queste domande".
[Carmelo Abbate - PANORAMA, 15 febbr. 2002]