RITI METROPOLITANI - INCONTRARSI AL MEGASTORE
Penso, mangio e acchiappo in libreria
Ristoranti e serate mondane. Concerti pop e Internet café. Divani
per chiacchierare e per leggere.Tutto in strutture gigantesche e
avveniristiche. Così i vecchi templi della cultura cambiano pelle.
Fondata a Parigi nel 1954, la Fnac ha una catena di 86 punti
vendita nel mondo. Dopo Milano, Torino e Genova, apriranno a Napoli e Verona.
No, Meryl Streep e Robert De Niro non s’innamorerebbero più sfogliando libri
alla Rizzoli di Manhattan (Innamorarsi, 1984 ) ma, probabilmente, curiosando
fra i volumi, i cd, i computer, gli articoli di cancelleria alla Barnes and
Noble del Lincoln Center, a una decina di blocchi di distanza. E difficilmente
Meg Ryan e Tom Hanks si farebbero la guerra dai rispettivi negozi (C’è posta
per te, 1998 ): semplicemente perché i megastore (come quello..........................................(1) di lui) hanno ormai soppiantato le piccole
librerie (come ..........................................(2)
di lei). Il film, oggi, è un altro, e non
solo a New York.
Milano, 7 febbraio 2002, piazza Piemonte: una folla oceanica
riempie i 2 mila metri quadrati dell’ex cinema Zenit, ora nuovo Megastore
Feltrinelli. Gente del quartiere, esponenti dell’intellighenzia cittadina (la
scrittrice Fernanda Pivano, la storica Eva Cantarella, l’architetto Vittorio
Gregotti ), attori (Claudio Bisio, Lella Costa ), stilisti (Giorgio Armani )
rimangono a bocca aperta di fronte all’ardito scalone centrale,
all’home-theatre, alla caffetteria-ristorante, ai comodi divani in cui
sprofondare nelle letture preferite (55 mila volumi), all’area eventi dove
assistere al dibattito con l’autore di culto (traffico bloccato per l’incontro
con lo scrittore Ian Mac Ewan ), alle postazioni Internet, audio (30 mila cd) e
video (3 mila fra dvd e vhs). Scene già viste, un anno e mezzo fa,
all’inaugurazione di un altro multicentro, ..........................................(3) Mondadori di via Marghera : tre piani di
libri, computer, telefonia, agenzia di viaggi, Internet café, nello spazio un
tempo occupato da una storica fabbrica milanese, la Borletti. Con replica,
pochi mesi dopo, alla Fnac di via Torino : ieri grande magazzino Standa, oggi
ennesimo ma non ultimo multicentro della catena francese. Per non parlare
dell’altro fiore all’occhiello della Feltrinelli: il megastore di piazza dei
Martiri a Napoli : 2 mila metri quadrati che da luglio hanno rivoluzionato le
abitudini partenopee avvicinando ai libri persone che non ne avevano mai
sfogliato uno in vita loro e incrementando in assoluto, cioè non a discapito
delle altre librerie, le vendite di libri in città. Il processo pare
inarrestabile. Un grande multicentro Mondadori sorgerà all’interno del Warner
Village di Vimercate, nell’hinterland milanese, due megastore sono attesi nel
centro di Roma (Feltrinelli e Mondadori) e, dopo ..........................................(4) di Genova, altri tre Fnac saranno aperti a Torino,
Verona e Napoli .
Non solo libri: ..........................................(5)
la formula magica che fa la fortuna dei
megastore e consente la sopravvivenza di poche piccole e medie librerie. La
decentrata Tikkun di via Montevideo, a Milano, è diventata negli anni un polo
d’attrazione grazie agli incontri con gli autori, i concerti, le mostre, il
caffè con comodi tavolini. Corso Como 10, il negozio-galleria di Carla Sozzani,
è anche una delle migliori librerie fotografiche di Milano. E a Palermo un
palazzo del ‘600 a ridosso dei bastioni ospita il Kursaal Kalhesa : multicentro
con libreria, vineria-caffè, ristorante, agenzia di viaggi.
Insieme alle nuove librerie multimediali sta crescendo un nuovo
pubblico che si mescola a ..........................................(6)
dei lettori abituali: giovani, ma anche
intere famiglie, che entrano per curiosità ed escono con un libro, un cd, un
video, un’agenda, un computer, un televisore, un plasma a cristalli liquidi,
una matita. O anche nulla. Perché, come suggerisce il sociologo Guido
Martinotti, in Italia s’è finalmente scoperto ciò che negli States è noto da
tempo: « Non c’è niente di peggio, per allontanare un potenziale cliente, che
spingerlo a comprare un libro ».
Un paradosso? «Nient’affatto» risponde il sociologo. «Da almeno
vent’anni le librerie americane sembrano fatte per incontrare gente più che per
comprare libri: piuttosto sfogliarli in santa pace bevendo un caffè mentre
aspetti il collega per il brunch o la fidanzata per il cinema. E, soprattutto,
senza che nessuno ti guardi storto ». Un clima estremamente friendly,
amichevole, che l’architetto Miguel Sal ha cercato di infondere al nuovo
megastore di piazza Piemonte, anche ripensando al suo passato di studente
squattrinato : «Quando dieci anni fa sono arrivato a Bologna dall’Argentina,
non conoscevo nessuno e avevo solo tre indirizzi: la stanza che affittavo,
l’università e la Feltrinelli. Alla Feltrinelli ci andavo per guardare i libri,
le ragazze, magari anche per qualche presentazione di opere. Di solito non
comperavo niente. Mi piaceva: era un luogo dove stare solo ma in compagnia. Era
come andare nella piazza che in Italia non c’è più ». I nuovi megastore sono
anche meglio: oltre che tentare l’approccio con nuove ragazze e ragazzi (..........................................(7)
dell’acchiappo è uno sport molto praticato in
libreria), si può ascoltare l’autore o il cantante preferito e parlarci a tu
per tu (Carmen Consoli, alla Fnac, ha cantato e poi risposto per due ore alle
domande dei fan), farsi una cultura (Chiara Frugoni e Flavio Caroli
inaugureranno alla Feltrinelli gli incontri «educational» con corsi su Medioevo
e storia dell’arte), smanettare sull’ultimo modello di computer o approfondire
tutti i segreti dell’home theatre (gli ultimi modelli e i migliori tecnici
stanno alla Mondadori di via Marghera ). Naturalmente, se il visitatore uscendo
passa dalla cassa, è molto meglio. Anzi, essenziale per la buona salute del
megastore. «Il rapporto ideale fra ingressi e acquisti è di uno a quattro»
spiega Luigi Marra, direttore del megastore Feltrinelli di Napoli, dove ogni
giorno entrano mediamente 4 mila visitatori di cui mille comprano qualcosa. «La
sfida è aumentare ..........................................(8)
rapporto, conquistando i clienti a uno a
uno». Domenico Starnone, invitato nel megastore napoletano per presentare un
suo romanzo, c’è riuscito con un giovane che non aveva mai letto un libro. « Se
mi racconti che cos’hai scritto, e se il racconto mi piace, lo compro» l’ha
provocato il ragazzo. Siccome il suo romanzo era lungo, Starnone ne ha
raccontato un altro, bello ma breve: Con gli occhi chiusi, di Federigo Tozzi. E
l’ha convinto. ..........................................(9)
del megastore è un popolo trasversale che per
essere conquistato va indagato. Come ha fatto la Mondadori con una ricerca sui
clienti del megastore di via Marghera dalla quale emergono tre categorie tipo:
il lettore di libri, prevalentemente donna, fra i 35 e i 45 anni, con un
livello di scolarità medio-alta e una propensione all’acquisto in funzione del
prezzo, della gamma e della novità; l’appassionato di prodotti digitali,
prevalentemente maschio, fra i 26 e i 45 anni, con più di cinque anni
d’esperienza nell’uso del computer, attento al prezzo e alla gamma di prodotti;
il frequentatore dell’Internet café, in prevalenza maschio (ma la percentuale
femminile è in rapida crescita), fra i 14 e i 25 anni (ma l’età media è in
crescita), neofita del computer (lo usa da un anno o poco più e non ne possiede
uno personale), attento a prezzi e servizio. È ..........................................(10) mondo che affolla le nuove piazze mediatiche.
Ma non solo. Per una Carmen Llera, scrittrice e libraia (da sette anni lavora alla
libreria Rinascita di Roma) che non ama i megastore («Troppo dispersivi »),
altri intellettuali ne sono entusiasti: «Ci sono i libri, la musica, le
poltrone per riposare le mie stanche membra: cosa desiderare di più? »
osservava divertita Fernanda Pivano all’inaugurazione del megastore
Feltrinelli.
[Valeria Gandus – PANORAMA, 15 febbr. 2002]