Aprea: "Sanzioni adeguate anche in Italia

Il ministero pensa a misure più severe contro i genitori che si sottraggono all'obbligo di istruzione dei figli

 

ROMA - Non arriveremo alle mamme chiuse in cella a meditare sull'assenteismo scolastico dei propri figli, ma la linea Blair, di un controllo più rigoroso delle presenze in classe, porterà presto novità anche in Italia. "La formazione è un diritto, ma anche un dovere. Lo abbiamo scritto nella legge. E nei decreti legislativi troveremo anche noi delle sanzioni adeguate annuncia il sottosegretario all'Istruzione, Valentina Aprea, dando voce a una preoccupazione che, secondo i ben informati, per il ministro Letizia Moratti sta diventando quasi un'ossessione. Gli ultimi dati disponibili, raccolti dall'Assoutenti, attestano una media di lezioni perse dagli studenti italiani delle medie superiori che raggiunge il 18%, e al sud sale vertiginosamente fino al 27%, con punte del 31% negli istituti professionali. "Sono dati di qualche.................................................(1)  anno fa, ma la situazione non è cambiata, se non in peggio - spiega il sottosegretario - la nostra evasione scolastica e peggiore di quella della Gran Bretagna. Per questo dobbiamo trovare anche noi delle soluzioni". Le ipotesi allo studio vanno da un inasprimento delle sanzioni previste dall'articolo 731 del codice per i genitori che non ottemperano all'obbligo di istruzione (una multa di circa 30 euro), all'inserimento dell'assenteismo nei criteri di valutazione di un istituto scolastico. Via via fino a fissare un limite minimo di presenze in classe per essere ammessi all'esame di maturità. "Condivido il rigore britannico, anche se escludo che da noi si possa arrivare all'arresto delle mamme - anticipa il sottosegretario - ma troveremo il modo di modernizzare le vecchie sanzioni ridicole e inefficaci: come i carabinieri che arrivavano in casa".

Nella legge - che domani, con la replica del ministro, conclude la discussione generale in commissione al Senato - il principio sanzionatorio è contenuto nella valutazione del comportamento. Il temuto ritorno del "7 in condotta". Uno dei punti della norma più contestati dagli studenti.

Nelle intenzioni del ministero c'è il tentativo di reinserire l'assiduità, oltreché la puntualità e la partecipazione al dialogo educativo, tra i criteri valutabili. Dal 1971, anno in cui l'allora ministro Riccardo Misasi abrogò l'obbligo di frequentare almeno un quarto delle lezioni dell'intero anno scolastico per non essere bocciati, l'evasione scolastica ha avuto un solo limite: il 15 marzo. Teoricamente basta essere presenti un solo giorno dopo di esso per poter essere ammessi allo scrutinio. Quando i bambini piccoli non vanno a scuola - sottolinea la Aprea – nella maggior parte dei casi dietro c'è un problema sociale. Ma quando invece ad evadere sono i più grandi significa che la scuola non riesce a interessarli. Per questo abbiamo previsto l'alternanza scuola-lavoro e i piani di studio flessibili. "Una cosa però è certa...................................(2)  - conclude - quando la legge sarà varata, nessuno.................................................(3)  studente potrà non rimanere agganciato con serietà al suo percorso formativo".

 

[Virginia Piccolillo - CORRIERE DELLA SERA, 14 Maggio 2002]

(1) qualche

(2) certa

(3) nessuno