Se un gruppo di individui minaccia una grande potenza
I NUOVI EQUILIBRI ............................(1)
L'11 SETTEMBRE
Il denaro non si ferma davanti a una frontiera
Gli scenari sembrano quelli di James Bond
I kamikaze si addestrano con i normali futuri piloti
Il progresso sociale e tecnologico del quale andiamo fieri
facilita il terrorismo: si può trovare su Internet la ricetta per fabbricare
una bomba
Pubblichiamo parte dell'intervento che pronuncerà sabato in
occasione della consegna a lui e a Norman Manea del premio Nonino.
Per noi, europei del XX secolo, il vecchio ordine mondiale, quello
del secolo scorso, si basava sulla rivalità tra due superpotenze, gli Stati
Uniti e l'Unione Sovietica, una rivalità fondata a sua volta sulla
contrapposizione tra due sistemi politici e ideologici, la democrazia e il
comunismo totalitario. A seguito della cosiddetta caduta del Muro, e dunque
della fine di questa spartizione, forse un nuovo ordine sta per instaurarsi.
Gli attentati terroristici alle Torri Gemelle di New York e a Washington, l'11
settembre 2001, hanno apparentemente introdotto un elemento inedito e confuso a
loro volta le carte. Ma, in cosa consiste esattamente la novità?
Si potrebbe innanzitutto vedere in quali aspetti questa azione
terroristica non costituisce una novità assoluta. Si avrebbe torto a volerci
vedere l'inizio di una nuova era, dove lo scontro di civiltà andrebbe a
sostituirsi alla lotta ideologica che ha dominato il XX secolo. I protagonisti
del conflitto in corso possono essere interessati a presentarlo ...................................(2)
questa veste per garantirsi l'adesione dei
loro popoli: guerra santa islamica per gli uni, crociata cristiana per gli
altri. Ma non bisogna prendere le loro dichiarazione per oro colato. Non tutto
l'Islam è guerriero, non più di ogni cristianesimo e, chiaramente, non tutte le
cause delle guerre sono di natura religiosa. Gli attentati non rappresentano in
primo luogo un nuovo attacco della barbarie alla civiltà, o dell'oppressione ..........................................(3)
la libertà, o del male ..........................................(4)
il bene: questi termini con una forte valenza
mobilitatrice hanno allo stesso tempo una scarsa valenza descrittiva. Le guerre
sono sempre state condotte in nome di ideali nobili e lo stesso fanatismo
appartiene a tutti i tempi. Il terrorista dell'uno, lo sappiamo fin troppo
bene, è il combattente per la libertà dell'altro, un potenziale capo di Stato.
Prima di prendere il potere, le milizie sioniste in Palestina erano terroristi,
come anche il Fln in Algeria, l'Anc in Sudafrica, i mujaheddin in Afghanistan o
l'Uck in Jugoslavia.
E non si può considerare una novità il fatto che degli esseri
innocenti la popolazione civile siano state le vittime dell'attacco come
"danni collaterali": non soltanto è questo il caso di tutti gli
attacchi terroristici, basti pensare all'Algeria o al Paese Basco spagnolo; ma
anche attacchi americani hanno colpito la popolazione di più di un paese in
diverse occasioni. Qui basti ricordare Belgrado e Baghdad, Panama e Guatemala,
Hanoi e PhnomPenh, Hiroshima e Nagasaki... La novità, qui, è ben definita.
Consiste nel fatto che la popolazione degli Stati Uniti si è unita allo stesso
destino degli altri Stati del mondo: può diventare, da un giorno all'altro,
oggetto di un attacco esterno.
La principale novità evidenziata dagli attentati del 11 settembre
sta, a mio avviso, nell'aumento della potenza di singoli individui o di gruppi
di individui. Prima d'ora, soltanto uno Stato, uno tra quelli più potenti, era
in grado di organizzare un'azione tanto complessa; questa volta, essa è stata
opera di una quindicina di persone. Questa situazione lascia intravedere la
possibilità di sviluppi ancora più drammatici. Questi stessi individui
potrebbero procurarsi armi di distruzione di massa (chimiche, biologiche o,
perchè no, nucleari). Al giorno d'oggi, il progresso della tecnologia rende la
loro fabbricazione accessibile a gruppi privati. Allo stesso tempo, queste armi
costano sempre ............................(5)
e la miniaturizzazione permette di
trasportarle con più facilità.
È come se il mondo immaginato non tanto tempo fa da George Orwell,
quello in cui si scontravano immensi imperi totalitari, avesse lasciato il
posto allo scenario in cui si muovono i nemici di James Bond nei romanzi di Ian
Fleming: l'impero trema questa volta davanti alle imprese di un miliardario
megalomane che, dalle sue grotte sotterranee, spedisce aerei suicidi ..........................................(6)
le grandi città americane. I malfattori non
sono Stati; possono dunque nascondersi ...................................(7)
troppa fatica e sfuggire alla risposta militare:
un singolo individuo non ha un territorio. Ciò che sappiamo di questi
terroristi antiamericani lo conferma: sono originari di paesi diversi, ma non
s'identificano con alcuno di questi. Fortunatamente per il governo americano,
uno Stato, l'Afghanistan, aveva scelto di difendere i terroristi, soltanto
grazie a ciò è stata possibile una azione militare. Se non fosse stato questo
il caso, i terroristi sarebbero sfuggiti a ogni persecuzione nell'immediato.
A dire il vero, questo accrescersi della potenza dei singoli non è
del tutto nuovo: è stato già evidenziato nel processo chiamato globalizzazione
economica. Il nome non è stato usurpato: i contatti tra le diverse parti del
globo si sono effettivamente moltiplicati nel corso di questi ultimi anni. Ma
il cambiamento più importante per il destino delle popolazioni coinvolte, è che
ora queste operazioni sfuggono al controllo politico degli Stati. Questi
possono sì difendere le loro frontiere ma il denaro non si ferma alle
frontiere. Un singolo individuo o un gruppo di individui, che non godono
pertanto di alcuna legittimità politica, possono scegliere, cliccando sul
computer, di tenere i loro capitali sul posto o di trasferirli altrove, e come
conseguenza, di far sprofondare un paese nella disoccupazione o, al contrario,
di condurlo ...................................(8)
la prosperità. Possono creare problemi
sociali o contribuire ad evitarli. Sono dunque, a loro volta, singoli individui
detentori di un grande potere e metterli di fronte alle loro responsabilità non
è tanto più semplice di fermare gli autori di attentati.
Arriviamo, dunque, a una conclusione sorprendente: il pericolo che
minaccia le nostre società non è conseguenza esclusiva di attacchi che vengono
dall'esterno, ma è condizionato dagli stessi tratti che caratterizzano le
nostre società, vale a dire, dai tratti di cui siamo orgogliosi. Ciò non è una
sorpresa assoluta: nel XX secolo abbiamo capito che l'uomo è divenuto una
minaccia per la sua stessa sopravvivenza. Grazie ai progressi folgoranti della
scienza, ha svelato il segreto della materia ed è diventato capace di trasformarla,
ma questo vuol dire anche che siamo minacciati tanto da esplosioni nucleari
quanto dal surriscaldamento del pianeta, tanto dall'effetto serra quanto dalle
mutazioni della specie, effetto delle manipolazioni genetiche.
Siamo fieri della libertà di cui godono le persone nei nostri
paesi, dell'assenza di controlli assillanti, della possibilità di viaggiare ...................................(9)
renderne conto a chicchessia, della
permeabilità delle frontiere. Oggi scopriamo che questa libertà, che ci è tanto
cara, facilita enormemente l'azione dei terroristi.
Di fronte alla sfida rappresentata dal nuovo terrorismo,
individuale e globalizzato allo stesso tempo, taluni sono tentati a dare una
risposta altrettanto globale, una evoluzione che permetterebbe di instaurare un
governo planetario. Tutte le grandi potenze e tutti gli Stati sono ostili al
terrorismo in quanto esso minaccia l'ordine stabilito, perchè non mettersi
d'accordo per stroncare insieme questo nemico? Avrebbero a disposizione una forza
armata comune, la legge e l'ordine sarebbero garantiti ovunque e l'umanità
potrebbe finalmente dormire sonni tranquilli.
È sufficiente, tuttavia, dare uno sguardo agli embrioni di Stato
mondiale così come esistono oggi, per vedere svanire ogni ottimismo a questo
proposito. La ragione è semplice: la forza resta nelle mani di singoli paesi ed
essa è sempre impiegata, innanzitutto, per il loro proprio interesse. Gli Stati
Uniti, la prima potenza militare del pianeta, sospendono il pagamento della
loro quota alle Nazioni Unite quando rischiano di doversi piegare ai suoi
dettami, ma li regolano il giorno in cui hanno bisogno del suo mandato per
punire l'Afghanistan: si può vedere qui un segno del rafforzamento
dell'organizzazione mondiale? E chi può considerare seriamente l'annuncio del
Tribunale penale di L'Aia di una giustizia planetaria quando si vede, da un
lato, che i suoi interventi ubbidiscono strettamente agli interessi dei loro
finanziatori , come gli Stati Uniti, mentre, dall'altro lato, nessuna ingerenza
internazionale è prevista laddove la giustizia è tradita quotidianamente, come
nel caso della popolazione palestinese in Israele? Gli organismi internazionali
non sono, e non possono essere dunque, nel mondo reale, che un riflesso dei
rapporti di forza tra i paesi, ogni altra pretesa rivela ingenuità o ipocrisia.
Se questo rimedio è inefficace, come fare per proteggerci ..........................................(10)
le nuove minacce, in cosa deve consistere il
nuovo ordine mondiale? Si potrebbe constatare che dovremmo avere tutto
l'interesse a preservare e rafforzare le nostre istituzioni politiche e prima
di tutto lo Stato, o un gruppo di Stati, come l'Unione Europea. Non lo
Stato\Nazione, etnia, razza o religione, ma lo Stato\entità politica. Esso
soltanto ci può proteggere. Da una parte, dalla potenza smisurata degli
individui, dall'altra, dalla tutela prevaricatrice del gendarme universale,
dell'impero unico: un mondo policentrico, plurale e fondato sull'equilibrio e
la reciprocità è preferibile a un pianeta unificato. Entità intermedia tra
l'universale e l'individuale, il corpo politico resta il miglior garante delle
fragili acquisizioni della nostra civiltà. Ma teniamo a mente, soprattutto, che
l'esistenza umana è destinata a restare, per sempre, per dirla con Montaigne,
un "giardino imperfetto" e che il rimedio miracoloso non esiste: ogni
vittoria ha un prezzo.
[Tzvetan Todorov - La Repubblica, 24 gennaio 2002]