Giuseppe Tomasi di Lampedusa: Il gattopardo (Edizione conforme al manoscritto del 1957). Milano, Feltrinelli 1969.

 

Giuseppe Tomasi di Lampedusa: Opere. Il gattopardo. Il mattino di un mezzadro. La gioia e la legge. Lighea [e] i luoghi della mia prima infanzia. Milano, Feltrinelli, 1966

 

IL GATTOPARDO

 

L'uscita nel 1958 del romanzo Il Gattopardo creò uno dei maggiori casi letterari del dopoguerra: l'opera ebbe un eccezionale successo di pubblico, e nel 1959 ricevette il premio Strega. Il romanzo suscitò accese discussioni, tra chi lo considerava uno dei capolavori della narrativa contemporanea, e chi, specialmente da sinistra, lo vide come un'opera decadente e, addirittura, reazionaria.

 

Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo 1896-Roma 1957), di famiglia aristocratica, combattè nelle due Guerre Mondiali e trascorse gran parte della sua vita fuori dall'Italia. Appassionato lettore e studioso di letteratura inglese, si dedicò tardivamente alla scrittura iniziando a stendere Il Gattopardo a partire dal 1955. Il romanzo uscì dopo la morte dell'autore presso l'editore Feltrinelli, divenendo un best sellers della storia della letteratura italiana, anche grazie al mistero che circondava le origini dello scrittore. Quelli erano gli anni della crisi del neorealismo e le vicende della principesca famiglia del principe Fabrizio Salina, narrate nel quadro di una Sicilia immobile, malgrado la bufera garibaldina, sembravano proporre pericolose ideologie di fuga e di fatalistica rassegnazione. Se la cura ambientale e descrittiva autorizza il richiamo alla tradizione veristica, l'insistenza ossessiva sui simboli del disfacimento e dell'autodistruzione giustifica, invece, una lettura in chiave moderna de Il Gattopardo e della stessa imponente figura del protagonista.

Il romanzo non poteva non attrarre il genio creativo di Luchino Visconti che nel 1963 consegnò agli schermi il film tratto dal libro. Sceneggiato dallo stesso Visconti, insieme a Suso Cecchi D'Amico, Enrico Medioli e Massimo Franciosa; fotografato da Giuseppe Rotunno, con i costumi di Piero Tosi e la musica di Nino Rota, Il Gattopardo si svolge in Sicilia nel 1860. Garibaldi sbarca in Sicilia, e alcuni membri della nobile casata dei Salina si uniscono alle truppe Garibaldine. Anche il principe Fabrizio vota a favore dell'annessione allo Stato Sabaudo, inoltre favorisce le nozze del nipote Tancredi con Angelica, figlia del rozzo Don Calogero. Mentre Tancredi si fa strada nel nuovo ordine sociale, il principe rifiuta il seggio di senatore perchè non crede alle possibilità di cambiamento della Sicilia. Resosi conto della fine di un'epoca e di un mondo, il principe di Salina si rassegna alla morte.

Luchino Visconti comprese subito che la nostalgia dell'autore conteneva potenzialità progressiste, ossia una critica al trasformismo politico della classe dirigente, che si esprimeva nella celebre frase se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi.

Visconti scoprì di essere in perfetta sintonia con Lampedusa, e nella traduzione cinematografica accentuò la polemica sulla frattura delle idealità post-risorgimentali, tentando una sintesi tra il realismo storico e le sfumature nostalgiche presenti nel romanzo.

Il regista riuscì a far coincidere incredibile spettacolarità e sottile studio psicologico, contrapponendo le esibizioni dell'aristocrazia morente alla solitaria disillusione del protagonista.

Il Gattopardo, pur non essendo uno dei momenti pù alti della carriera del regista, è da considerarsi uno dei capolavori del genere storico. Il film vinse la Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1963. 

[da http://www.italiannetwork.it/cinema/cinema36/cinema.htm]

 

 

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