Pera - per il versante Sud (via Titti e Silvestro)

Agostino Cittadini, Francesco Catonica, Carlo Catonica e Sabatino Cavalieri, 26 giugno 1993. Sviluppo: 240 m. Difficoltà TD, con passaggi fino al VI.

Attacco dove il sentiero quasi tocca il pilastro (v. 56).
Salire in placca fino ad uno spit, obliquare un pò a destra a due ch. (trovati), ancora su dritti fino ad una comoda sosta con ch. (50 m, V, IV e II). Salire dritti su placche erbose (50 m, II e III; sosta su cless.). Ancore dritti in placca fino ad uno spit (50 m, III; sosta in comune con la Umberto Markus, it. 56b). Salire il diedro sulla sinistra della sosta (la Umberto Markus sale il diedro di destra), montare su uno spigolo a destra di roccia marcia ed obliquare a destra (delicato) fino ad una sosta in comune con la Umberto Markus (40 m, IV e V). Salire in placca (ch.), traversare ad un altro ch. e salire dritti (in comune con la Umberto Markus), da qui andare sulla sinistra per fessure fino ad entrare in un diedro (50 m, VI+, V; sosta su dadi). Risalire il diedro e poi le placche sovrastanti fino in cima al pilastro (50 m, VI, III). Per la discesa: un pò a destra (faccia a monte) e più in basso, si trovano le soste da doppia della via C'era una volta... Nani verdi e folli folletti (it. 56d).

Torrione Cambi - per la parete Sud (Ci ragiono e canto)

Roberto Iannilli e Sandro Momigliano, 4 settembre 1994 (dopo un tentativo il 2 luglio). La via sale le placche a sinistra di Musica Nova (It. 61i), con arrampicata meno sostenuta ma più impegnativa per la distanza delle protezioni. Roccia ottima, a eccezione di un tratto del quarto tiro. La via è interamente chiodata. Sviluppo: 180 m. Difficoltà: ED-, con passaggi fino al VII-.

Attacco subito a destra del camino della Direttissima D'armi (it. 61h), pochi metri a sinistra di quello di Musica Nova.
Salire una placca articolata e per fessura uscire alla sosta con 2 spits di Musica Nova (25 m, IV+, dado). Obliquare a sinistra (VI, ch.), salire in placca e superato un primo spit, spostarsi a destra (VI, VI+, passo VII-; spit lontano), tornare a sinistra (a destra va Musica Nova) e salire in verticale (VI e VI+, spit e bong); dopo il bong due possibilità: obliquare a destra e sostare con 2 spits (VII-, ch. tolto) o passare a sinistra e poi tornare a destra (VI/VI+) alla sosta (35 m). Su placca appoggiata, prima dritti (V) poi in obliquo a destra, fino alla nicchia della via Asterix (it. 61l), 3 ch. in sosta (35 m). Superare il passo chiave della via Asterix (V+, dado incastrato) e salire la pancia sopra la rampa(VI, 3 ch.; tratto friabile), raggiunta una rampa parallela obliqua a sinistra, percorrerla (V, V-; friend) e salire un muretto poco prima del suo termine (V+, ch. mezzo fuori), sosta con 2 ch. (35 m). Dritti su placche appoggiate (V-, ch.) andando asostare con dado e friend sotto un diedro-fessura, a sinistra di una sosta di Musica Nova (30 m). Salire il diedro fessura (V, dado; blocco instabile incastrato) e al suo termine spostarsi a sinistra a una breve fessura (V, ch.), salire in verticale su una bella placca (tratto VI; ch. e friend in un buco, un pò a destra, dopo la fessura), uscire in cresta e sostare con 2 spits in comune con Musica Nova (25 m).

Corno Grande Vetta Centrale - per la parete Sud (Spiritello porcello)

Roberto e Giuseppe Barberi, Paolo Abbate e Roberto Mancini, 30 maggio 1993. Via logica ma discontinua su roccia generalment discreta, che risale il sistema di fessure che solca la parete sulla sinistra, superando un tetto a circa 50 m dall'attacco. Il secondo tiro più impegnativo, è ben visibile dalla base del canale che separa il Torrione Cambi dalla Vetta Centrale e porta sotto la parete sud di questa. Indispensabile una piccola scelta di ch. e un assortimento completo di dadi e friends (anche grandi). Sviluppo: 170 m. Difficoltà: ED-, con passaggi fino al VII e A (oppure VIII).

Salire il canale tra la Vetta Centrale e il Torrione Cambi per c. 200 m, fin sotto una netta fessura, pochi metri a destra della verticale calata dal tetto.
Arrampicare dapprima in fessura su roccia compatta (IV+), poi in placca sulla sinistra e raggiungere un terrazzino alla base di due fessure parallele che portano sotto il tetto (35 m). Superare la fessura di sinistra fin sotto il tetto (VII e 3 passi di A nella parte centrale, 2 ch.), poi il tetto (A), quindi più facilmente alla sosta (35 m; con le protezioni in loco è possibile salire in libera). Salire il diedro ad un forcellino e, spostandosi a destra, ad un'ampia terrazza (20 m, IV). Traversare verso sinistra, girando attorno alla cuspide sommitale, prima su cengia e poi superando facili saltini (II), sostare sotto la prima fessura evidente che si incontra, la seconda (ch. visibile) è percorsa dalla Via della gran fessura, it. 64k (35 m). Salire la fessura traversando 2 metri a destra al suo termine (V+), proseguire per la parete friabile ed entrare a destra in un camino (V e IV) che porta all'uscita (45 m).

Anticima Nord - per la parete Est (Il paradiso degli orchi: la vera storia di Braghidoro e Tapircontento)

Sandro Momigliano e Romolo Vallesi, 19 ottobre 1993. La via sale a destra della Riforma agraria (it. 73j). Chiodi usati 3, lasciati 1, più un dado incastrato. Sviluppo: 510 m. Difficoltà: TD, con passaggi fino al V+.

Seguendo la Cengia dei Fiori (v. it. 73), oltrepassando lo sperone dove attacca Le nebbie del Paretone (it. 73k), si prosegue scendendo nel sottostante anfiteatro e si risale la prima rampa che si incontra obliqua verso sinistra. L'attacco è dopo c. 30 m (cordone) sotto una rampetta a destra che sale dritta ed è chiusa da un tettino.
Si sale direttamente la rampa di roccia buona, fino a un tettino che si supera traversando a destra (V) per poi uscire su una facile rampa verso sinistra (50 m; sosta su dadi). Proseguire sulla rampa ascendente verso sinistra fino ad una sosta su dadi e friends poco prima di una grotta appena accennata (80 m, III e II). Si sale in verticale, prima su massi in precario equilibrio, poi su di una paretina (V), proseguendo fino ad una seconda rampa che porta a una caratteristica grotta triangolare, visibile anche dal forcellino di attacco di Le nebbie del paretone (50 m; sosta su dadi). Costeggiata la grotta, si prende un diedro ascendente, prima facilmente e poi con passo delicato (V, ch.; muschio a terra), fino a sostare sotto una piccola grotta con scaglie mobili (55 m). Si sale sulla sinistra prendendo un diedro-rampa e superato un angolo (passo V-), si prosegue su rampa erbosa per qualche metro, facendo sosta sulla parete di destra, su friends e dado, rimasto incastrato (50 m). Proseguire salendo il diedro sulla faccia di sinistra (55 m, V passi V+; sosta su dadi). Su a sinistra, seguendo il diedro e, dove questo termina, sempre a sinistra, in ascendente, fino a uscire in cresta (170 m, IV all'inizio, poi III). - Per la discesa v. 73.

Anticina Nord - per la cresta Nord (Nunca Mas)

Claudio Arbore e Andrea Campanella, 31 gennaio 1993. Bell'ascensione di interesse invernale e di ampio respiro, che oppone difficoltà su roccia, misto e ghiaccio. Ambiente grandioso e suggestivo, di rapido accesso. Sviluppo: 700 m (fino alla ex via ferrata Ricci it. 67a). Difficoltà: passaggi fino al V+ e muretti di ghiaccio fino a 70°.

Oltrepassato il Passo delle Scalette si prosegue nel Vallone delle Cornacchie c. 100 m, quindi si incomincia a traversare a sinistra in direzione della Cengia dei Fiori, si arriva su uno sperone separato dalla Cresta nord da un canalone piuttosto ripido; si scende nel canalone per c. 60 m fino ad alcune placche ghiacciate sovrastate da un'evidente ripida terrazza nevosa.
Si superano le placche in obliquo verso sinistra fino alla cengia nevosa, si traversa ancora a sinistra fino a una costola di roccia compatta dove si sosta con ch. e dado (50 m, II e III, 50°). Si scende e si traversa immediatamente per superare la costola rocciosa con passo delicato, salire più o meno dritti seguendo un canalino nevoso e paretine fino ad uno strapiombetto fessurato che si supera direttamente (IV e IV+), si esce su di un pendio nevoso che si sale obliquando a sinistra e puntando a un pilastrino, in cima al quale si sosta con ch. (50 m, II e IV, 50°). Traversare alcuni metri a sinistra ponendosi sotto un diedro-fessura di roccia compatta che si sale direttamente (IV-), si è quindi nuovamente su un di facile pendio nevoso che si risale obliquando leggermente a sinistra, sostando (con 2 ch. e friend) sulle rocce che lo delimitano a sinistra (50 m, IV-, 45°-50°). Si superano più facilmente, ora a destra ora a sinistra, una serie di risalti rocciosi e cenge nevose fino alla base di una più vasta parete di placche fessurate, delimitata sulla sinistra da un diedro piuttosto regolare e sulla destra da un profondo canale-camino di roccia poco solida, sosta su un masso incastrato non troppo stabile, costituente cless. con lo spuntone sottostante (50 m, II, 40°). Dapprima direttamente, poi con andamento obliquo a destra, si superano le placche fessurate di roccia compatta (III+) fino ad una cengia nevosa posta alla base di una parete ove si sosta (50 m, III+) Si rimonta direttamente un muretto, ora per cengia nevosa portarsi a destra ad un pilastrino di roccia poco solida; dalla cima del pilastrino si affronta direttamente lo strapiombetto sovrastante uscendo con difficoltà sulla placca poco solida che lo sovrasta (V-, V+), ora leggermente a sinistra e poi ancora direttamente sulla parete di roccia più compatta e ben appigliata (IV-), e al termine della parete rocciosa ci si immette su una cengia nevosa più larga della precedente e si sosta su cless. evidente ma non troppo solida (55 m, V e IV-, 40°). Dalla sosta scendere alcuni metri nel canale di rocce rotte sulla destra, traversare ancora e risalire, puntando al colletto nevoso dello sperone che costituisce il diedro-canale con la parete (40 m, III+ e IV-, 55°; sosta con 2 ch.). Risalire il pendio nevoso immediatamente a sinistra che si restringe, fino a diventare un camino fessura chiuso in alto da uno strpiombetto marcio (IV-IV+), giunti sotto quest'ultimo lo si evita sulla sinistra per un'altra paretina e giunti in un canale pił articolato si va a sinistra in un canale nevoso, sostando sulle rocce che bordano il canale (50 m, IV e II, 50°). Risalire per via intuitiva la successione di canali nevosi che dapprima direttamente, poi con andamento obliquo a destra, portano in cima a una spalla di roccia non troppo compatta, ai piedi di una larga placca rocciosa fessurata (200 m, 50°, con muretti fino a 70° e misto). Superare direttamente un breve muretto (III) fino a una stretta cengia, traversare alcuni metri a destra e affrontare la parete inclinata di roccia compatta in corrispondenza di uno spigolo (IV-) fino ad uscire su un ripiano nevoso (50 m, III e IV-). Salire direttamente il muro sovrastante fin sotto uno strapiombo friabile, traversare in obliquo a sinistra in corrispondenza di uno spigoletto, quindi di nuovo a destra in una sorta di nicchia, ancora a destra e aggirato lo spigoletto, direttamente su roccia non troppo salda, fino ad arrivare sotto uno strapiombetto fessurato (IV), affrontarlo (III+) e uscire su un ripiano di rocce rotte (50 m, III, IV, III+). Salire per via evidente le facili partetine inclinate che seguono (II) e si arriva in un canale che porta brevemente su di una crestina con alcuni gendarmi che si aggirano sulla destra (50 m, II, 40°). Traversare a destra su neve e roccia fino ad incontrare la rampa nevosa della ex via ferrata Ricci (25 m, II 45°). Con questa in vetta, oppure discesa al rif. Franchetti.

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Created November 13, 1995 by Luigi Filocamo



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