VISTO?
VISTO?
Nathan Rosenberg, Exploring the Black Box. Technology,
Economics and History, Cambridge, Cambridge University
Press, 1994. [Pp. IX + 274, £ 14.95, ISBN 0 521 45955 9]
Il volume raccoglie una serie di saggi che intendono analizzare
come e' generato il cambiamento tecnologico, e quali sono i suoi
effetti sull'attivita' economica. Il tema centrale del libro e' l'idea
che i cambiamenti tecnici sono spesso path-dependent, nel senso
che forma e direzione sono influenzate fortemente dalla sequenza
degli eventi che precedono l'apparizione di una nuova tecnologia.
Il volume e' suddiviso in tre capitoli che affrontano i lineamenti
specifici delle nuove tecnologie in contesti storici e settoriali
diversi.
Daniel I. Greenstein, A Historian's Guide to Computing, Oxford,
Oxford University Press, 1994. [Pp. XIII + 268, £ 12, ISBN 0-
19-823521]
L'utilizzo del computer sta diventando sempre piu' indispensabile
anche nel campo delle discipline storico-sociali. Uno degli scopi
di un volume di questo tipo e' quello di mostrare come l'uso
dell'informatica non sia di esclusivo appannaggio dello storico
quantitativo, ma riguardi tutti coloro che sono impegnati nella
ricerca, a prescindere dalle loro opzioni metodologiche. Questo
primo volume, che inaugura una nuova serie dedicata all'uso del
computer nelle humanities, offre un panorama dello stato dell'arte
per coloro che non sono molto esperti nel campo informatico.
Greenstein, lecturer di Storia Moderna all'Universita' di Glasgow,
mostra alcune delle potenzialita' che l'uso di mezzi informatici
puo' offrire nella ricerca e nell'insegnamento per le discipline
storiche. Passa in rassegna tutti i principali campi di applicazione
dell'informatica per lo storico: dall'organizzazione di un database
relazionale, all'uso di uno spreadsheet, dai programmi di statistica
descrittiva a quelli di analisi testuale. Alcuni cenni vengono fatti
anche al mondo della telematica con i suoi utilissimi tools - e-
mail, on-line databases, electronic bulletin boards - per la ricerca.
Molto utile la ricca bibliografia che chiude il volume.
Paul Klep, Eddy Van Cauwenberghe (a cura di),
Entrepreneurship and the trasformation of the economy (10th-
20th centuries). Essays in honour of Herman Van Der Wee,
Leuven University Press, Leuven, 1994.
[Pp. 693, BEF 3.000, ISBN 90 6186 631 6]
Il volume realizzato in onore del Professor Van der Wee contiene
47 saggi di alcuni dei maggiori rappresentanti della storiografia
economica internazionale. Tema del volume e' il ruolo
dell'imprenditore nelle trasformazioni economiche succedutesi nel
corso dell'ultimo millenio. Questo tema, scelto dagli editori,
rende omaggio alla figura di Herman Van der Wee in due modi:
primo, perche' egli si e' occupato di questo argomento in
numerosi saggi; secondo, perche' egli nasce in una famiglia di
imprenditori e sceglie la carriera accademica abbandonando la
tradizione familiare.
I saggi, scritti in cinque diverse lingue, analizzano l'influenza
dell'attivita' imprenditoriale nei diversi stadi dello sviluppo
economico sia dal punto di vista qualitativo che da quello
quantitativo. Da segnalare la grande pluralita' degli interventi sia
dal punto di vista disciplinare che da quello teorico: si passa da
prospettive di carattere sociologico e antropologico a riflessioni
di carattere economico tanto di tipo neoclassico, che di tipo
schumpeteriano. Infine, si segnala la presenza di quattro saggi di
studiosi italiani: Aldo De Maddalena, Giorgio Mori,
Gianni Toniolo, Vera Zamagni.
Giovanni Federico, Il filo d'oro: l'industria mondiale della seta
dalla Restaurazione alla Grande Crisi. Venezia, Marsilio, 1994,
[Pp. XVII + 573. L. 90.000. ISBN 88-317-5980-9]
Il libro parte dai fatti e dalla logica della produzione contadina;
ricostruisce con meticolosa precisione i mercati dei bozzoli e
l'evoluzione tecnologica delle fasi della trattura e della torcitura -
la tessitura resta un po' in ombra perche' ha caratteristiche
differenti- ed arriva alla realta' industriale che su queste basi si
forma. Ricostruisce infine la competizione sui mercati mondiali
dei grandi produttori del periodo -Italia, Giappone e Cina-, che
vede il declino dell'Italia e l'ascesa del Giappone alla posizione di
leader. La tesi di Federico e' assai netta: la produzione di seta era
un'attivita' labour-intensive che i paesi ricchi lasciavano a quelli
poveri concentrandosi piuttosto sulle fasi nobili del ciclo -
torcitura e tessitura-; e poteva sorreggersi soltanto in quei Paesi
dove la manodopera era abbondante, per cui i contadini si
accontentavano di un salario molto basso. Quando queste
condizioni vengono meno, a causa della presenza di migliori
alternative di impiego, il settore deperisce e decade, come in
Italia e, prima ancora, in Francia e negli Stati Uniti. A poco
servono gli incentivi della politica industriale -cooperazione di
Stato, grandi imprese e trading companies- quando cresce il
costo-opportunita' del lavoro.
Alberto Guenzi, Acqua e industria a Bologna in Antico Regime,
Torino, G. Giappichelli Editore, 1993.
[Pp. 162, L. 21.000, ISBN 88 348 4059 3]
Il volume descrive la genesi del sistema idraulico artificiale di
Bologna tra XII e XIX secolo, il piu' importante sistema di
distribuzione e di sfruttamento dell'energia idraulica che si
conosca in eta' precapitalistica. Particolare attenzione e' riservata
alle interrelazioni esistenti tra il contesto fisico, urbanistico e
politico istituzionale. La tesi centrale di Guenzi e' che esistono
delle economie derivanti dalla integrazione produttiva ed
istituzionale, e che quanto piu' sono intensi e coordinati questi
rapporti tanto maggiori sono i benefici indotti dai processi
innovativi.
Pierluigi Ciocca (a cura di), Il progresso economico dell'Italia:
permanenze, discontinuita', limiti. Bologna, Il Mulino, 1994.
[Pp. 274, L. 40.000, ISBN 88-15-04612-7]
Il volume raccoglie gli interventi presentati alla XXXIII Riunione
scientifica annuale della Societa' Italiana degli Economisti
nell'ottobre 1992. I saggi comprendono indagini sulle strutture, la
morfologia, le tendenze e le oscillazioni del sistema economico
nel lungo periodo; e indagini in piu' mirate su fasi ed interventi
specifici di politica economica. Limitatamente alle domande del
titolo, dal volume non emerge una tesi univoca sulle
discontinuita', sui limiti strutturali o sugli interventi di politica
industriale. Giovanni Federico, ad esempio, considera
soddisfacente la performance di lungo periodo dell'agricoltura
italiana. Piu' critiche sono invece le conclusioni dei saggi di
Nicola Rossi e Gianni Toniolo e di Renato Giannetti. Rossi e
Toniolo sottolineano come permanenze strutturali piu' pesanti
per lo sviluppo la sottocapitalizzazione e l'elevato potere di
mercato delle imprese e ne attribuiscono la causa sopratutto a
permanenze che "vanno al di la' delle competenze
dell'economista". Giannetti considera un successo le diverse fasi
di adattamento dell'economia italiana alle diverse onde innovative
del secolo considerato, ma ne conclude che non vi e' garanzia di
successo futuro a causa del mancato miglioramento genetico.
Alfred D. Chandler Jr., Dimensione e Diversificazione.
Le dinamiche del capitalismo industriale, Bologna, Il Mulino,
1994. [Pp. X + 1.158, L. 60.000, ISBN 88-15-04507-4]
In Dimensione e diversifcazione Chandler esamina gli inizi e gli
sviluppi del capitalismo manageriale negli Stati Uniti, in
Germania ed in Gran Bretagna attraverso quella che Chandler
considera l'istituzione fondamentale del capitalismo medesimo, la
moderna impresa industriale. Il volume copre il periodo che va
dagli anni '70 del XIX secolo ai '70 e '80 di questo. Chandler
analizza sistematicamente le duecento maggiori imprese
manifatturiere di ciascun Paese, utilizzando le storie di ciascuna
impresa, monografie, rapporti governativi, etc. Distingue tre tipi
di capitalismo: manageriale, tipico degli Stati Uniti; personale,
prevalente in Inghilterra; cooperativo e manageriale che
caratterizza la Germania e il Giappone. La tesi di Chandler e' che
le imprese ed i mercati evolvono insieme; non si possono
comprendere i mercati senza comprendere le strategie delle
imprese. Le scelte strategiche ed organizzative dei managers,
condizionano se non addirittura determinano, la performance sia
delle singole imprese che delle economie nazionali. Lo scopo
delle gerarchie manageriali e' quello di realizzare le economie di
scala e di gamma attraverso la pianificazione ed il coordinamento
delle funzioni.
David Dollar, Edward N. Wolf, Competitivness, convergence
and international specialization, Cambridge (Mass) , MIT Press,
1993. [Pp. 228, $ 35.00, ISBN 0-262-04135-9]
Il tema dello sviluppo economico sta tornando all'attenzione di
storici ed economisti. Questo volume descrive la crescita
comparata dei maggiori paesi OCSE nel secondo dopoguerra alla
luce del dibattito sulla deindustrializzazione, la perdita di
competitivita', il ruolo della conoscenza nella crescita, lo sviluppo
della produttivita', la globalizzazione. Il tema centrale e' quello
della convergenza ovvero se la produttivita', i patterns del
commercio, i rapporti capitale/lavoro ed i prezzi dei fattori
convergono. Gli autori mostrano come la convergenza sia andata
avanti fino alla meta' degli anni '70, e ne attribuiscono la causa
alla convergenza delle capacita' tecnologiche. Con gli anni '80 il
processo rallenta e ciascun paese comincia a mostrare patterns di
specializzazione differenti. Di fronte a questo fenomeno gli autori
suggeriscono nuovi strumenti di politica economica per la
crescita della produttivita', quali gli investimenti in conoscenza e
istruzione e in nuove infrastrutture. Per realizzare questi ultimi e'
necessario una maggiore attenzione agli aspetti storici ed
istituzionali delle diverse esperienze locali.
Theodore M. Porter, Le origini del moderno pensiero statistico
(1820-1900), Firenze, La Nuova Italia, 1993.
[Pp. XXXII + 349, L. 40.000, ISBN 88-221-1265-2]
Il libro di Theodore Porter, tradotto in italiano dopo sei anni
dalla sua prima edizione, ricostruisce la storia delle origini
ottocentesche della statistica matematica. E' un utilissimo
strumento di lavoro per lo storico del pensiero economico, data
la ricchezza di informazioni biografiche e bibliografiche che vi
sono contenute. La tesi centrale e' che la statistica matematica
contemporanea e' il risultato delle diverse applicazioni alle quali
le idee e i metodi statistici erano stati adattati nel corso del XIX
secolo da astronomi, scienziati sociali, biologi e fisici. Porter si
sofferma nella prima parte del volume sui precursori (gli
aritmetici politici e gli statisti), quindi sugli statistici dei primi
anni dell'Ottocento, la cui metodologia di lavoro conobbe la
massima espressione in Quetelet. Nella seconda parte analizza la
genesi della distribuzione normale, che verso la fine del secolo
era universalmente interpretata come legge della variazione
effettiva, finalmente divenuta oggetto di scienza. Nella terza
parte ricostruisce il ruolo che nel dibattito su causalita' e
determinismo ebbero gli economisti e statistici di scuola storica, e
soprattutto gli scienziati che discutevano l'interpretazione
probabilistica della seconda legge della termodinamica. Analizza
infine, nella quarta parte, il ruolo di alcuni autori nella definizione
della statistica come disciplina autonoma: principalmente W.
Lexis in Germania; F.Y. Edgeworth, F. Galton e K. Pearson in
Gran Bretagna.
Simonetta Cavaciocchi (a cura di), Le migrazioni in Europa.
Secc. XIII-XVII, Atti della "Venticinquesima Settimana di Studi"
3-8 maggio 1993, Istituto Internazionale di Storia Economica
"F. Datini", Firenze, Le Monnier, 1994. [Pp. 918, L. 95.000]
Una Europa in continuo movimento o prevalentemente
sedentaria quella compresa fra XIV e XVIII secolo? La
distinzione fra mobilita' e migrazione e', sostanzialmente, il
quesito storiografico da cui ha preso le mosse la XXV Settimana
datiniana, di cui il volume presenta gli atti. Macro e micro
mobilita', nell'ambiente urbano ed in quello rurale, nelle e tra le
varie regioni europee. All'interno di questa tematica generale, i
contributi delle sei giornate di lavoro approfondiscono volta a
volta vari filoni di ricerca: dall'analisi degli spostamenti sotto il
profilo geografico e demografico, alle componenti di tipo
economico e socio antropologico.
Giampiero Nigro, Il tempo liberato. Festa e svago nella citta' di
Francesco Datini, Istituto Internazionale di Storia Economica
"F. Datini", Prato, 1994. [Pp. 262, L. 35.000]
La festa e lo svago, e frequenti e variegate occasioni in cui si
accantonava la diuturna fatica del vivere, vengono esaminate dal
punto di vista dello storico dell'economia. Condizionate in buona
misura dai tempi e ritmi del lavoro, le attivita' ludiche del tempo
(sec. XIV), dispiegavano molteplici effetti economici. Sia dal
punto di vista della spesa, frutto di uno sforzo collettivo e non
ancora di produttori specializzati, sia dal punto di vista dei
consumi, prevalentemente alimentari, che costituivano un indotto
di portata significativa.
Richard A. Goldthwaite, Giulio Mandich, Studi sulla moneta
fiorentina (Secoli XIII-XVI). Firenze, Leo S. Olschki, 1994.
[Pp. 236, L. 48.000, ISBN 88 222 4184 3]
L'opera si propone tre fondamentali obiettivi: " ... offrire una
specie di sommario della storia delle monete fiorentine che possa
servire quale manuale introduttivo ad un argomento fino ad oggi
poco accessibile agli studiosi non competenti in materia: ...
introdurre nella discussione di problemi monetari materiale
d'archivio che riguarda la funzione della moneta nella contabilita',
... ed infine mettere in rilievo i numerosi problemi ancora da
risolvere, alcuni dei quali hanno implicazioni che vanno al di la'
dei confini della storia economica".
Antonio Di Vittorio, Sergio Anselmi, Paola Pierucci, Ragusa
(Dubrovnik). Una repubblica adriatica. Saggi di storia economica
e finanziaria, Bologna, Cisalpino, 1994.
[Pp. 320, L. 40.000, ISBN 88-205-0753-6]
Una organica scelta di saggi, gia' pubblicati, che gli autori
propongono in omaggio alla citta' ed al suo prezioso Archivio.
Filo conduttore del volume e' la vitalita' della Repubblica di
Ragusa tra XVI e XVIII secolo; il suo ruolo in Adriatico,
nonostante Venezia e l'emergente Ancona, fu significativo sia nel
campo marittimo - commerciale che in quello finanziario. Un
livello di prosperita' cui Ragusa "pervenne in una situazione di
pace conquistata e difesa con le armi della politica e della
diplomazia".