VISTO?
VISTO?
F. Duchini, D. Parisi (a cura di), Indici cinquantennali
(1893-1942) della Rivista Internazionale di Scienze Sociali,
Vita e Pensiero, Milano, 1993.
[Pp. V+635, Lit. 70.000, ISBN 88-343-1509-X]
Nel 1993 la "Rivista Internazionale di Scienze Sociali" ha
compiuto 100 anni. Fondata da Salvatore Talamo e Giuseppe
Toniolo, la rivista contribui' in modo sensibile a sprovincializzare
la cultura economica dei cattolici italiani ed occupo' un posto di
tutto rispetto nel dibattito scientifico dei primi decenni del
secolo. Gaetano Salvemini la defini' "Rivista magnifica": seppe
infatti esprimere alcune istanze popolari che i governi liberali non
erano stati capaci di recepire e fu capace di tracciare alcune
soluzioni economiche al difficile problema del "bene comune".
Nel corso degli anni Trenta la rivista partecipo' al dibattito sul
corporativismo esprimendo il punto di vista dei cattolici sul
complesso tema dei rapporti tra societa' e Stato, e tra etica ed
economia. In occasione del centenario della fondazione, Duchini
e Parisi hanno curato la pubblicazione degli Indici cinquantennali
della rivista. Si tratta di un prezioso strumento di lavoro che
rende agevole l'utilizzo di questa importante fonte del pensiero
economico italiano. Gli Indici sono di particolare interesse per gli
storici delle dottrine economiche e sociologiche e per gli studiosi
del movimento cattolico. Il volume si divide in cinque parti,
precedute da un'introduzione dei due curatori: Indice dei Nomi:
autori di articoli; Indice dei Nomi: autori di recensioni; Indice dei
Nomi: autori di opere recensite; Indice dei Periodici spogliati;
Indice per Argomenti.
Giovanni Federico (a cura di), The Economic Development
of Italy since 1870, Elgar, Aldershot, 1994.
[Pp. XLIII+689, £ 125, ISBN 1 85278 701 5]
Opera che fa parte di una piu' ampia collana, diretta da Charles
Feinstein, comprendente tutti i principali Paesi europei. Il
volume, che si rivolge al mondo anglosassone, contiene una
raccolta di ventun saggi fondamentali per la comprensione dello
sviluppo economico italiano contemporaneo. Scopo dell'opera e'
quello di offrire in un solo volume, ed in lingua inglese, le
principali interpretazioni date dalla storiografia al processo di
industrializzazione. Si passa dagli importanti articoli di
Gerschenkron, al celebre dibattito fra lo stesso storico russo e
Romeo; ai lavori di Cafagna e Bonelli; fino ai piu' recenti
contributi di Bigazzi sulla storia d'impresa, di Rossi e Toniolo
sulla valutazione del progresso tecnico, e di Zamagni su forza
lavoro e salari. L'opera contiene un'introduzione del Curatore,
organizzata tematicamente, che riporta lo stato dell'arte per i
diversi settori storiografici. Da segnalare il prezzo veramente
proibitivo imposto dall'Editore.
Giulio Sapelli, Economia, tecnologia e direzione
d'impresa in Italia, Einaudi, Torino, 1994.
[Pp. VII+314, Lit. 28.000, ISBN 88-06-13413-2]
Il volume e' una raccolta di tre saggi, scritti dall'Autore negli
ultimi quindici anni, che cercano di fornire un'interpretazione
complessiva sullo sviluppo economico italiano utilizzando uno
schema interpretativo esplicitamente non neoclassico o anti-
neoclassico. Al centro dell'analisi di Sapelli sono tre aspetti
fondamentali del processo di crescita: le capacita' personali intese
come l'insieme di capabilities degli individui e delle imprese; il
ruolo delle istituzioni pubbliche e private; e il rapporto fra
appropriazione e produzione della tecnologia da una parte e le
pratiche organizzative dell'impresa dall'altra. In estrema sintesi si
puo' dire, citando Pasinetti, che la ricerca di Sapelli si basa
sull'assunto che la ricchezza di una nazione non e' tanto costituita
dalla quantita' di beni materiali che possiede, ma dalla
conoscenza tecnica di come produrla. E lo scopo di tutto il libro
e' proprio quello di cercare di comprendere le caratteristiche di
questa conoscenza evidenziando problemi e vincoli che ne
limitano il completo sviluppo.
William J. Baumol, Richard R. Nelson, Edward N. Wolff,
Convergence of Productivity. Cross-National Studies and
Historical Evidence, Oxford Univerity Press, Oxford, 1994.
[Pp. XII+343, £ 17.95, ISBN 0-19-508390-3]
Il volume presenta una raccolta di saggi, proposti ad una
conferenza sul tema della "convergenza economica" tenutasi a
New York nel 1992. L'ipotesi fondamentale di questo approccio
teorico asserisce che un gruppo consistente di Paesi
industrializzati e' cresciuto in modo omogeneo in termini di livelli
produttivi e di reddito pro-capite. Questo fenomeno si sviluppa
attraverso un processo di catching-up dei Paesi late-comers verso
il paese leader, che si realizza attraverso la sostituzione di
vecchie tecnologie con le nuove ivi adottate. In questo senso
tanto piu' un Paese e' arretrato -e di conseguenza il suo gap
tecnologico piu' ampio- tanto maggiore e' la sua potenzialita' di
crescita. La capacita' esplicativa di questa ipotesi di base e' in se'
piuttosto riduttiva, e per questo Abramovitz ha suggerito come e'
necessario per i Paesi inseguitori possedere delle social
capabilities, che permettano loro di sfruttare con successo le
tecnologie importate dal Paese leader. Baumol ha invece
sostenuto che la presenza di un sistema educativo sviluppato sia
una condizione necessaria per potersi iscrivere al club dei Paesi
convergenti. Il volume e' diviso in quattro parti: la prima contiene
saggi di carattere generale che delimitano i termini
dell'argomento e lo analizzano in prospettiva storica; la seconda
affronta il problema delle leadership tecnologiche; la terza
presenta alcuni casi empirici, mentre la quarta affronta il tema dei
paesi in via di sviluppo.
Valerio Castronovo (a cura di), Storia dell'Ansaldo. 1. Le origini.
1853-1882, Laterza, Roma-Bari, 1994.
[Pp. XIV+298, Lit. 45.000, ISBN 88-420-4557-8]
Primo volume di un'opera in dieci volumi che intende proporre la
storia di una delle piu' importanti imprese italiane: l'Ansaldo di
Genova. L'opera verra' completata in occasione del 150
anniversario, nel 2003. Il progetto si fonda sulla disponibilita' di
un grande archivio storico aziendale, che e' sicuramente una delle
piu' importanti istituzioni del genere in Italia, ma l'intera opera
verra' realizzata anche attraverso la ricognizione delle fonti
primarie sia a livello nazionale che internazionale. Questo volume
ricostruisce i primi passi dell'impresa negli anni a cavallo
dell'unificazione: la storia d'impresa si intreccia con la storia
politica e sociale del Regno sabuado prima, e dello Stato italiano
dopo. Il volume contiene saggi sulle due figure chiave
dell'impresa genovese nella sua fase di avvio: Giovanni Ansaldo e
Carlo Bombrini, curati rispettivamente da Castronovo e Coppini;
mentre un'altra serie di saggi si occupa degli aspetti tecnologici,
finanziari ed organizzativi. Da segnalare la presenza di un ampio
apparato iconografico.
Valerio Castronovo (a cura di), Storia dell'industria elettrica
in Italia. 4. Dal dopoguerra alla nazionalizzazione. 1945-1962,
Laterza, Roma-Bari, 1994.
[Pp. 893, Lit. 90.000, ISBN 88-420-4558-6]
Il volume analizza lo sviluppo dell'industria elettrica italiana negli
anni del "miracolo economico", fino alla vigilia della
nazionalizzazione del settore. Descrive il forte sviluppo del
settore che subi' profonde trasformazioni, specialmente per
quanto riguarda la costruzione di nuovi impianti e l'utilizzo di
fonti energetiche diverse da quelle tradizionali. Il settore elettrico
si rilevo' il piu' dinamico dell'intera industria italiana sia per
volumi di investimenti che per concentrazione di capitali. La sua
crescita fu possibile grazie ai limitati danni subiti durante la
guerra, e soprattutto grazie ai fondi del piano Marshall, che pero'
impose forti path-dependences nei processi di trasferimento delle
tecnologie, specialmente negli apparecchi elettrici di grande
potenza. Il volume tratta i temi dell'innovazione tecnologica,
della politica economica, della questione meridionale, delle
problematiche socio-ambientali, e della storia d'impresa, in un
affresco organico che aiuta nella comprensione del processo che
porto' alla nascita dell'ENEL.
Pier Francesco Asso, Marcello De Cecco, Storia del Crediop.
Tra credito speciale e finanza pubblica 1920-1960. Laterza, Bari,
1994. [Pp. 644, Lit. 70.000, ISBN 88-420-4532-2]
La storiografia sullo sviluppo economico italiano, nella
descrizione dei meccanismi di finanziamento dell'industria, ha
privilegiato il ruolo del credito ordinario. Questo volume
ricostruisce invece le vicende del credito mobiliare attraverso
l'attivita' di due protagonisti, il "Consorzio di Credito per le
Opere Pubbliche" e l'"Istituto di Credito per le Opere di Pubblica
Utilita'" ora fusi in uno solo, il Crediop che compare nel titolo.
Le vicende di questi due istituti sono altresi' intrecciate con
l'attivita' di un personaggio chiave della finanza italiana di questo
secolo, Alberto Beneduce. Il volume mostra come nel corso del
tempo le innovazioni finanziarie -le emissioni obbligazionarie-
introdotte da Beneduce per sostenere gli investimenti pubblici -
necessari per la costruzione delle grandi reti elettriche e delle
principali infrastrutture- abbiano cambiato funzione a seguito
delle mutate condizioni politiche. E in questa transizione abbiano
perduto efficacia. Gli autori distinguono infatti tra il periodo tra
le due guerre, nel quale gli istituti hanno ben operato nella
realizzazione della filiera industriale del periodo (elettricita',
ferrovie), ed un periodo post-bellico che registra invece assai
minori successi nella realizzazione della principale filiera (la
costruzione della rete autostradale, dell'industria automobilistica
e della siderurgia a ciclo integrale). Essi attribuiscono
essenzialmente questa perdita di efficacia alla crescente tendenza
del nuovo ceto politico ad utilizzare le obbligazioni a lunga
scadenza non tanto per realizzare investimenti pubblici, ma per
finanziare spese di vario genere in sostituzione di uscite
pubbliche propriamente dette.
Carolyn Marvin, Quando le vecchie tecnologie erano nuove:
Elettricita' e comunicazione a fine Ottocento, UTET, Telecom
Italia, Torino, 1994. [Pp. XXXIII+291, ISBN 88-7750-251-7].
La Marvin affronta il tema della diffusione delle tecnologie nuove
nella societa' cercando di ricostruire i processi sociali che
permisero, tra gli anni '80 del diciannovesimo secolo e la prima
guerra mondiale -prevalentemente negli Stati Uniti- di
generalizzare l'uso del telefono e della luce elettrica nella vita
quotidiana. L'approccio storiografico scelto dalla Marvin e'
quello della ricostruzione dei modi con i quali i contemporanei si
"rappresentarono" le innovazioni in termini di resistenze,
curiosita' e aspettative. Non si tratta peraltro di uno studio di
storia della mentalita', perche' il soggetto sociale prescelto e' ben
chiaro, la media borghesia, e l'oggetto storico ricercato e'
rappresentato dalla formazione di un vero e proprio codice
sociale di rappresentazione delle nuove tecnologie. Su questo la
ricostruzione e' ricchissima di aneddoti, come quello sulle misure
prese per evitare che le nuove forme di comunicazione
indebolissero l'autorita' dei padroni di casa nei confronti della
servitu'. Altrettanto curioso ma meno rassicurante appare invece
il suggerimento pubblicitario coevo, di regalare agli amici la
copia a raggi X del loro corpo. Da un punto di vista piu'
generale, l'autrice critica la rappresentazione sociale di questo
periodo storico come massificazione indotta da queste
tecnologie. La semplificazione dei rapporti sociali e' solo
apparente; il fenomeno importante e' invece la moltiplicazione dei
luoghi e delle figure di mediazione, i tecnici, alle quali era
affidato tanto il funzionamento delle tecniche quanto la loro
divulgazione.
Jonathan Charkham, Keeping Good Company: A study of
corporate Governance in five Countries, Clarendon Press,
Oxford, 1994. [Pp. VI+389, £ 19.95, ISBN 0 19 828828 X]
Il volume ricostruisce le forme di governo dell'impresa in cinque
Paesi: Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti e Gran Bretagna.
L'approccio e' comparato, per ciascun Paese; cioe' vengono
descritte le principali caratteristiche della societa' nella quale
ciascun CEO opera, e la descrizione del sistema legale in cui
funziona, ordinate in una tipologia. In linea generale l'autore
sottolinea l'importanza della specificita' storica e politica di
ciascun sistema nazionale. Dal volume emergono infatti alcune
caratteristiche locali quali la natura di rete dei sistemi di governo
dell'impresa prevalenti in Germania ed in Giappone ed il ruolo
centrale svolto dalle banche, in contrasto con le esperienze
americana ed inglese nelle quali la natura conflittuale del sistema
di regole-relazioni accentua il ruolo dei CEO. Questi ultimi sono
infatti meno importanti sia in Germania che in Giappone, dove
vige altresi' il sistema della codeterminazione all'interno stesso
delle imprese: rappresentanti dei lavoratori siedono cioe' nel
consiglio di amministrazione. Originale appare il sistema francese
di cui si sottolinea il tradizionale carattere centralistico e le
difficolta' di introdurre innovazioni nella organizzazione del CEO
-come quella del 1966 basata sulla separazione tra directoire e
conseil de surveillance. Il volume cerca anche di indicare un
insieme di regole che permettano di distinguere il sistema
migliore che, con qualche distinguo, l'Autore indica nella
Germania, proprio perche' il suo sistema deriva da piu' di un
secolo di evoluzione.
Thomas M. Safley, Leonard N. Rosenband, The Workplace
before the Factory: Artisans and Proletarians 1500-1800,
Cornell University Press, New York, 1993.
[Pp. XI+252, ISBN 0-8014-8092-2]
Il volume raccoglie undici saggi su diverse esperienze locali di
organizzazione del lavoro nelle manifatture dell'Europa
preindustriale tra Cinquecento e Settecento. I settori coperti
vanno dalla produzione di carta nella Francia settecentesca alla
produzione di tela di lino nella Svezia settentrionale; dalla stampa
ad Anversa all'industria del ferro nella Toscana del Cinquecento.
I saggi assumono tutti un punto di vista comune, ovvero la
descrizione di come e' avvenuto il passaggio del potere nel luogo
di produzione dai lavoratori ai capitalisti. Ne emerge un quadro
di straordinaria varieta' dei mezzi attraverso i quali si e' verificato
questo passaggio "dall'artigianato alla classe", come recita il
titolo del saggio di Jaume Torras sul cambiamento
dell'organizzazione del lavoro in una citta' catalana presso
Barcellona nella prima meta' del Settecento.
Piero Roggi (a cura di), Quale mercato per quale Europa.
Nazione, mercato e grande Europa nel pensiero degli economisti
dal XVIII secolo ad oggi, Franco Angeli, Milano, 1994.
[Pp. 548, Lit. 58.000, ISBN: 88-204-8824-8]
E' difficile sintetizzare in poche righe un volume cosi' ricco. Si
tratta infatti della raccolta degli atti del convegno -che da' il titolo
al volume- organizzato dalla SISE a Firenze il 22-23 maggio
1992. Il volume contiene infatti ben 31 saggi, oltre la
presentazione del Curatore e gli interventi di Barucci, Casarosa,
De Maddalena, Ferrari Aggradi e Giolitti alla tavola rotonda
tenutasi a conclusione del convegno. Nella prima parte centrata
sulla contemporaneita' e comprendente i saggi di Baeck,
Lombardini, Fanfani e Orsini si fa il punto sull'idea di Europa e
sulle prospettive di integrazione economica e politica. Bianchini
introduce la sezione dedicata all'idea di Europa nel XVIII secolo.
La sezione analizza l'idea di Europa nel pensiero dei riformatori
veneziani (Vecchiato), degli economisti meridionali (De
Gennaro); si sofferma quindi sul contributo di Antonio Genovesi
(Pii), sul ruolo dell'economia politica nella formazione di una
cultura europea (Nuti), sull'immagine dell'Europa nella Ricchezza
delle nazioni (Vivenza). Chiudono la sezione una riflessione sul
lessico di illuministi francesi e inglesi (Calabi), e il saggio di
Meoli che analizza l'idea di Europa a cavallo tra XVIII e XIX
secolo. La terza parte, introdotta da Dardi, si occupa del
pensiero economico del XIX secolo, con saggi su accumulazione
del capitale e mercato (Caracciolo), su Carlo Cattaneo
(Raffaelli), su mercato interno e internazionale nei classici
(Montani), e sui concetti di nazione economica e politica in
Marshall (Becattini). Con la quarta parte introdotta
dall'intervento di Fusco si passa al XX secolo. Vengono
analizzati i contributi di Luzzatti (Zalin), Pantaleoni (Bellanca),
Einaudi (Faucci), Demaria (Agnati), Frisella Vella (Li Donni),
Cosciani (Di Bono), Caffe' (Galloni), dei teorici italiani di finanza
pubblica (Pochini). Sono presenti inoltre saggi sui progetti di
unificazione europea di economisti inglesi e italiani (Gioli), sui
problemi relativi alla cooperazione fiscale nella societa' delle
nazioni (Donnini Maccio'), sul problema della tutela dell'ambiente
(Molesti). Vengono inoltre analizzati in due saggi di sintesi il
problema delle autonomie nazionale tra le due guerre (Poggi), e
il pensiero degli economisti italiani sull'unione europea negli anni
tra il 1940 e il 1960 (Magliulo).
Richard W. England (a cura di), Evolutionary Concepts in
Contemporary Economics, The University of Michigan Press,
Ann Arbor, 1994. [Pp. XIII+ 255, ISBN 0-472-10483-7].
Sono ormai molti i segni del rinnovato interesse degli economisti
per la storia economica. Si pensi al ruolo attribuito alla
conoscenza della storia nell'analisi delle serie temporali. Una delle
forme particolari di questo interesse e' la diffusione tra gli
economisti di concetti e metodi di indagine mutuati dalle scienze
biologiche, e piu' precisamente dal dibattito sull'evoluzione. Il
volume contiene undici saggi distribuiti in cinque sezioni. La
prima contiene un saggio introduttivo del Curatore sul tempo in
economia, e un denso articolo di Hodgson sui precursori
dell'approccio evoluzionista nella storia del pensiero economico.
La seconda e' dedicata al ripensamento metodologico indotto
dall'introduzione di concetti evoluzionistici quali
sovradeterminazione (Resnick-Wolff) e sistema dinamico
(Radzicki-Sterman). La terza si occupa di evoluzione e istituzioni
sociali con particolare riferimento alla legislazione (Samuels-
Schmid-Shaffer) e alla moneta (Hutter). La quarta si occupa della
teoria evoluzionistica dell'impresa con saggi di Nelson, Dosi-
Marengo e Bausor. La quinta sezione allarga invece l'orizzonte
all'equilibrio ecologico, con saggi di England sulla scarsita' di
risorse e sviluppo economico e di Norgaard sullo sviluppo
sostenibile.
Gianni Toniolo, Cent'anni 1894-1994. La Banca Commerciale
e l'economia italiana. Banca Commerciale, Milano, 1994.
[Pp. 143. Edizione fuori commercio]
Il volume che e' stato realizzato in occasione del centenario della
Banca, e' un'agile ricostruzione delle principali tappe
dell'evoluzione dell'istituto di credito milanese, dalla banca mista
alla rivoluzione finanziaria degli anni '80. Il volume e'
inframmezzato da schede e fotografie sui principali personaggi
che hanno caratterizzato la guida dell'Istituto, da Otto Joel e
Federico Weil a Giuseppe Toeplitz, a Raffaele Mattioli; e da
schede su alcune importanti istituzioni interne della banca come
l'ufficio studi, il centro amministrativo elettronico di Parma,
l'archivio storico la importante collezione d'arte.