VISTO?
VISTO?
Alberto Berretti, Vittorio Zambardino, Internet. Avviso ai
naviganti, Donzelli, Roma, 1995.
[Pp. VIII+109, Lit. 16.000, ISBN 88-7989-150-2]
In un periodo nel quale le librerie sono letteralmente inondate di libri
sulla rete INTERNET può essere difficile orientarsi per chi
non è esperto di telematica. Il piccolo volume di Berretti e
Zambardino non è un manuale tecnico e contiene soltanto
poche indicazioni, comunque assai utili, di carattere pratico; si
caratterizza invece come una rassegna introduttiva sulla telematica
priva di carattere apologetico: cosa rara da trovare in questo
periodo. Gli autori affrontano, con un linguaggio più
giornalistico che accademico, tutte le problematiche che si pongono
con la grande diffusione della telematica, cercando di dare anche
alcune risposte sul futuro della rete. Il libro fornisce una breve storia
delle reti telematiche, non limitandosi all'analisi di INTERNET, ma
dando anche un quadro su altre esperienze come le BBS e la
cosiddetta telematica leggera. L'analisi degli autori rivela come una
rete nata per scopi militari sia diventata il collante della
comunicazione mondiale, andando al di là di qualsiasi
previsione. Le due principali applicazioni della rete, quella
commerciale e quella civica, vengono analizzate nel dettaglio,
cercando di immaginare gli sviluppi nel breve periodo. Vengono
anche introdotte problematiche che sono al centro del dibattito in
ambito telematico come la sicurezza e la riservatezza dei dati che
vengono trasmessi, e la censura. In conclusione gli autori offrono un
"allora, cosa faccio adesso?" che risponde ad alcune delle domande
ricorrenti sulla rete Internet.
Lando Bortolotti, Giuseppe De Luca, Fascismo e autostrade.
Un caso di sintesi: la Firenze-mare, Milano, Franco Angeli,
1994. [Pp. 228, Lit. 32.000, ISBN 88-204-8349-1]
Che Mussolini avesse un debole per le comunicazioni è cosa
nota. Volle fortemente le Direttissime ferroviarie e facilitò in
ogni modo la costruzione delle prime autostrade in un'ottica di ricerca
del consenso, ma anche nel quadro di un'alleanza organica con quegli
industriali che puntavano con convinzione sullo sviluppo del settore
automobilistico e che asfalteranno l'Italia del dopoguerra. Il lavoro di
Bortolotti e De Luca permette di ricostruire una storia che finora ha
attirato scarse attenzioni dagli storici; eppure la motorizzazione del
nostro paese pesa sulla vita quotidiana degli italiani spesso in modo
difficilmente tollerabile. La parte iniziale del libro, curata da
Bortolotti, si sofferma sulla nascita della rete autostradale italiana;
mentre a De Luca è assegnato il compito di analizzare le fasi
della vicenda relativa alla Firenze-mare, di cui l'autore ha rinvenuto la
documentazione originaria. Le prime autostrade realizzate in Italia
risalgono agli anni '20; l'autostrada che si dipartiva dal capoluogo
toscano per raggiungere la costa tirrenica venne invece aperta fra il
1932 e il 1933. Di grande interesse risulta anche la messa a fuoco di
un personaggio centrale nell'ambito dei lavori pubblici in epoca
fascista, l'inventore dell'autostrada Piero Puricelli, uomo di regime
potente e ascoltato oltre che progettista competente, che per primo
immaginò una rete autostradale europea.
Stefano Baia Curioni, Regolazione e competizione. Storia del
mercato azionario in Italia (1808-1938), Bologna, Il Mulino,
Fondazione Assi, 1995.
[ Pp. 381, Lit. 40.000, ISBN 88-15-04869-3]
Il mancato sviluppo della Borsa e del mercato è considerato
un tratto caratterizzante della storia della finanza e dell'impresa
italiana. L'Italia, come altri paesi continentali, è infatti
considerata un paese con un sistema finanziario orientato agli
intermediari. Il volume di Baia Curioni si inserisce in questo filone di
ricerca storica ricostruendo le vicende economiche ed istituzionali
della Borsa di Milano, la piazza principale, dal 1808 alla fine degli
anni '30. La tesi centrale del volume è che la debolezza del
mercato azionario italiano sia da considerare un problema non solo
per i vincoli che ha imposto allo sviluppo economico ma anche per i
modi in cui essa si è prodotta nel lungo periodo. Baia Curioni
mostra, in primo luogo, come la debolezza del mercato azionario sia
una condizione stabile nel percorso di sviluppo del paese. La
rappresentatività del listino rispetto al totale del capitale
azionario delle società per azioni è, secondo Baia
Curioni, dell'11% nel 1900 e del 20% negli anni più recenti.
Questa tendenza di lungo periodo è peraltro nettamente
periodizzata. Il listino di Borsa è rappresentativo fino al 1914;
perde progressivamente questo carattere negli anni '20 e, sopratutto,
negli anni '30. Baia Curioni indica come periodizzante la crisi del
1907. Un'altra caratteristica della Borsa italiana è la elevata
concentrazione della capitalizzazione su pochi settori e addirittura su
poche imprese. Trasporti e banche prevalgono fino al 1920; in
seguito emergono le imprese elettriche, con quote che raggiungono il
45,1% nel 1935. Il volume contiene anche una interessante rassegna
della Borsa valori come territorio di ricerca della teoria della
intermediazione finanziaria.
Cosimo Ridolfi-Gian Pietro Vi-eusseux. Carteggio, I, (1821-
1838), con introduzione e a cura di Fulvio Conti, prefazione di
Giovanni Spadolini, Firenze, Fondazione Spadolini Nuova
Antologia-Le Monnier, 1994.
[Pp. IX+451, ISBN 88 00 84050 7]
Personaggi di primo piano della realtà politica, culturale ed
economica della Toscana granducale, Cosimo Ridolfi e Gian Pietro
Vieusseux continuano a costituire un nodo storiografico di grande
rilievo al punto da motivare lavori impegnativi come questo. Voluta
dal "Centro di studi sulla civiltà toscana fra '800 e '900", la
corposa pubblicazione delle lettere che Ridolfi e Vieusseux si
scambiarono fra il 1821 e il 1838 aggiunge un tassello importante ad
un mosaico peraltro già ricco. E' facile rilevare infatti come
sulla storia del Granducato di Toscana si sia cimentata più di
una generazione di storici e non senza importanti successi; ed in
particolar modo sono state le élites moderate ad attirare con
maggior convinzione l'interesse degli storici. La raccolta e la
trascrizione delle lettere, tutte accompagnate da un apparato di note
di grande utilità, sono state curate da Fulvio Conti, che ha
svolto il suo compito con grande attenzione e con precisione
filologica.
Nicola De Ianni, Capitale e mercato azionario. La Fiat dal
1899 al 1961, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1995. [Pp.
144, Lit. 18.000, ISBN 88-8114-047-0]
Lo studio di De Ianni approfondisce vari aspetti della storia
finanziaria della Fiat dalle origini fino al 1961. La ricerca si avvia
dall'analisi del rapporto tra l'impresa e il mercato finanziario italiano,
ne traccia le linee portanti, e documenta la performance del titolo
Fiat includendovi una circostanziata analisi del mercato azionario
italiano per quegli anni. Si esamina poi la storia del capitale Fiat -il
mercato primario- periodizzandola in cinque momenti fondamentali:
dalla costituzione dell'impresa alla crisi del 1907, dal salvataggio
bancario alla crisi del primo dopoguerra, dalla crisi di riconversione
alla grande crisi del 1929, il periodo fino alla liberazione e dalla
ricostruzione al miracolo economico. Si procede quindi nel capitolo
La storia delle quotazioni: ovvero il mercato secondario,
all'analisi di borsa del titolo Fiat suddivisa secondo la suddetta
periodizzazione. Nel capitolo successivo si affronta l'assetto
proprietario e le riallocazioni avvenute fino alla conquista della Fiat,
sul finire del 1920, da parte di Giovanni Agnelli; si propone infine
un'analisi dei bilanci di quest'impresa e una rassegna degli uomini
Fiat ovvero dei protagonisti della sua storia finanziaria lungo il
periodo in oggetto.
AA.VV., Assetti proprietari e mercato delle imprese. Vol. I F.
Barca, M. Bianco, L. Cannari, R. Cesari, C. Gola, G. Manitta,
G. Salvo, L.F. Signorini, Proprietà, modelli di controllo
e riallocazione nelle imprese industriali italiane. Vol. II F.
Barca, M. Bianchi, F. Brioschi, L. Buzzacchi, P. Casavola, L.
Filippa, M. Pagnini, Gruppo, proprietà e controllo nelle
imprese italiane medio-grandi. Vol III L. Capra, N. D'Amico,
G. Ferri, N. Pesaresi, Gli intermediari della riallocazione
proprietaria in Italia. Bologna, Il Mulino, 1994. [Pp. 284, 228,
238, Lit. 40.000, Lit. 30.000, Lit. 34.000, ISBN 88-15-04742-5,
88-15-04743-3, 88-15-04744-1]
L'opera raccoglie i risultati delle ricerche svolte presso la Banca
d'Italia, con il coordinamento di Fabrizio Barca, nell'ambito del
progetto Assetti della proprietà e mercato delle imprese
in Italia. Essa contiene un'analisi empirica e teorica sia delle
caratteristiche degli assetti proprietari e di controllo e della loro
riallocazione nella economia italiana, sia delle istituzioni, formali e
informali che li governano, e ha lo scopo di orientare/suggerire
adeguati interventi di riforma del sistema stesso a fronte di un sempre
più rapido mutamento tecnologico. Il primo volume concentra
l'attenzione sull'allocazione/riallocazione del controllo sulle imprese fra
i diversi soggetti della società, che determina insieme ad altri
fattori sia il grado di efficienza economica che di equità della
società stessa. Vengono esaminati la concentrazione, la
distribuzione della proprietà e la tipologia dei proprietari. Si
procede, poi, ad una panoramica dei modelli di controllo
soffermandosi, a buon diritto, sul modello più diffuso in Italia:
la forma-gruppo, la sua natura, evoluzione e limiti di riallocazione. Il
problema della riallocazione della proprietà viene esaminato
nella frequenza e nei cicli, nelle modalità dei trasferimenti del
controllo e nelle istituzioni che regolano e costruiscono il mercato
stesso delle imprese. Nel secondo volume si analizza l'attuale
struttura proprietaria e di controllo delle medie e grandi imprese
italiane, al fine di ricostruirne le relazioni che le legano in gruppi
gerarchici; di misurare il grado di concentrazione della
proprietà -individuando anche i soggetti che ne detengono il
possesso diretto e ultimo; e di stimare il grado di separazione fra
proprietà e controllo e i modelli con cui tale separazione si
concretizza. E' rivolta particolare attenzione, ancora, al sistema dei
gruppi, di cui si ricostruiscono le peculiarità e una dettagliata
mappa organizzata per tipologia del vertice, struttura, dimensioni e
attività economica prevalente. Si esamina altresì il
grado di concentrazione della proprietà e la sua distribuzione
distinguendo il possesso anche in un confronto internazionale. Si
analizza, poi, il grado di separazione fra possesso e controllo nei
principali gruppi italiani -rilevato mediamente assai modesto- e le
partecipazioni intergruppo. Infine, viene offerta una stilizzazione dei
modelli alternativi di controllo per singole società e per
gruppi. Oggetto della ricerca del terzo volume è il ruolo
dell'intermediazione nella riallocazione proprietaria in Italia. Si
analizza il rapporto banca-impresa, le storiche deficienze
dell'istituzione banca nell'offrire servizi di consulenza e di
finanziamento adeguato alla riallocazione, e in genere la scarsa
attenzione prestata al processo di allocazione del controllo delle
imprese. Nella seconda parte si approfondisce il ruolo degli
intermediari della riallocazione diversi dalle banche. Si passano in
rassegna sia gli ostacoli alla riallocazione che i requisiti delle istituzioni
prepostevi, fornendo anche un quadro generale degli operatori attivi
in Italia. Il volume si conclude con un indagine sul merchant
banking, e una breve trattazione degli effetti risultanti dalle recenti
innovazioni normative. In estrema sintesi una delle conclusioni cui la
ricerca giunge ci pare quella che conferma la caratteristica
sostanzialmente familiare del capitalismo italiano, dove ai vertici delle
imprese, con poche eccezioni, ci sono il fondatore insieme a parenti
ed eredi. Quello che colpisce non è tanto l'esistenza di una
simile struttura, ma la sua capacità di resistenza e adattamento
ai cambiamenti.
Andreas Kunz, John Armstrong, Inland Navigation and
Economic Development in Nineteenth-Century Europe, Mainz,
Verlag Philipp Von Zabern, 1995.
[Pp. X+330, ISBN 3 8053 1730 1]
Nel settembre del 1993 ebbe luogo a Mainz, organizzato da Andreas
Kunz, un interessante convegno sulla navigazione interna in alcuni
Paesi europei. A distanza di un anno e mezzo, a cura dello stesso
Kunz e di John Armstrong -direttore della più prestigiosa
rivista del mondo di storia dei trasporti e delle comunicazioni, il
Journal of Transport History-, escono gli atti di quell'incontro. La
raccolta degli interventi offre un panorama molto ampio in ambito
continentale. I casi nazionali spaziano, fra gli altri, dalla Francia
all'Olanda, dall'Inghilterra alla Germania, Paesi ricchi di canali e
all'interno dei quali quindi il ruolo della navigazione fu certamente
assai rilevante; ma anche all'Italia e alla Spagna, dove invece si
affermarono altri modelli di trasporto. L'obiettivo che si prefigge il
volume, con indubbio successo, consiste nel contribuire alla
comprensione e alla quantificazione della parte avuta nelle varie
realtà analizzate dalla navigazione interna, indicando anche
una serie preziosa di fonti per la ricerca in questo settore.
Francesco Balletta, Mercato finanziario e Assicurazioni
Generali (1920-1961), Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli,
1995. [Pp. 196, Lit. 30.000, ISBN 88-8114-049-7]
Il libro si occupa di un settore, quello assicurativo, che è stato
a lungo trascurato dalla storiografia italiana, nonostante che questo
abbia svolto un ruolo di primo piano per lo sviluppo industriale del
Paese. Lo studio si concentra sulla più importante impresa
assicuratrice italiana, le Assicurazioni Generali, attraverso l'analisi del
mercato finanziario. In particolare il libro si sofferma sull'andamento
borsistico del titolo Generali fornendo, in un'appendice statistica, vari
indici come quello di capitalizzazione, di pay-out e di price-
earnings, per tutto il periodo oggetto d'analisi. Attraverso l'analisi dei
consigli d'amministrazione, dove erano presenti ministri e deputati,
l'autore conferma l'ipotesi dello stretto legame fra politica economica
del fascismo ed interessi delle Generali.
John Maynard Keynes, Trattato sulla probabilità, a
cura di Alberto Pasquinelli e Silva Mazzetti Dall'Aste
Brandolini, traduzione di Daniela Carpi Sertori e Silva
Mazzetti Dall'Aste Brandolini, Bologna CLUEB, 1994.
[Pp. XXVI+504, Lit. 90.000, ISBN non indicato]
Nel 1921 Keynes pubblicò una versione rivista e corretta
della sua tesi di dottorato, appunto il Treatise on Probability, che
appare 73 anni dopo per la prima volta in lingua italiana. Secondo i
curatori la scelta di tradurre il trattato risponde all'esigenza di rendere
disponibile in lingua italiano un lavoro significativo per la storia del
pensiero filosofico e della logica cantabrigense; ma anche un lavoro
ricco di spunti interessanti per lo sviluppo attuale delle teorie
probabilistico-induttive. La scelta di collocare il testo nella collana di
Economia Generale è invece una conseguenza dell'interesse
con cui gli economisti hanno dibattuto a lungo e con risultati
contrastanti negli ultimi anni il problema del nesso tra la fondazione
filosofica del metodo scientifico e la teoria economica di Keynes.
L'introduzione dei curatori è sicuramente un buon punto di
partenza per la comprensione dei termini del dibattito sia dal lato dei
filosofi che da quello degli economisti.
Jan Fagerberg, Bart Verspagen, Nick Von Tunzelman, The
Dynamics of Technology, Trade and Growth, Londra, Edward
Elgar, 1994. [Pp. VII+231 £. 45, ISBN 1 85278 922 0]
Negli anni più recenti si è assistito ad una rapida
ripresa di interesse per il tema dello sviluppo economico di lungo
periodo e, in particolare, sul tema della convergenza. Questo volume,
che raccoglie gli atti di una conferenza tenuta a Oslo, appartiene a
questa ripresa di interesse, e comprende diversi saggi sullo sviluppo
economico comparato di lungo periodo. Come è noto, per
questi modelli, nel lungo periodo, tutti i Paesi convergono verso un
unico tasso di crescita del reddito pro-capite determinato dal tasso di
crescita, esogeno, del progresso tecnico. Particolarmente
interessanti, per lo storico dell'economia, sono i saggi di Edward
Wolff e Erik Reinert. Il primo è una risistemazione dei dati
comparati di Angus Maddison, e mostra come il periodo precedente
la Prima guerra mondiale fosse caratterizzato da un moderato effetto
di aggancio, accelerato durante la Depressione degli anni '30, e
soprattutto durante gli anni '50 e '60, fino al 1970. Wolff ne
conclude che il futuro sembra indicare un ritorno a condizioni di
moderata convergenza dovuti all'esaurimento dell'effetto di chiusura
del gap tecnologico da parte dei paesi ritardatari, come l'Italia ed il
Giappone, avvenuto nel primo ventennio post-bellico. Il saggio di
Reinert comprende un'ampia rassegna dello sviluppo economico nei
Paesi in via di sviluppo a partire dagli anni '50. Reinert indica come
categoria chiave quella di qualità dello sviluppo. Per
Reiniert la qualità dello sviluppo è data dal contenuto
innovativo dei settori industriali, considerati, à la
Schumpeter, in grado di innescare il processo virtuoso della crescita.
Su queste basi Reinert rilancia indicazioni oggi eterodosse per lo
sviluppo economico del Terzo mondo, nel senso che indica
l'opportunità di introdurre misure protezionistiche per favorire
la crescita dei settori di qualità. Infatti Reinert ritiene che,
per sostenere lo sviluppo economico è necessaria una fase
listiana di politica economica, orientata cioè a proteggere e
sostenere l'attività economica dove è collocata
l'innovazione.
Giovanni Zanetti (a cura di), Storia dell'industria elettrica in
Italia. 5. Gli sviluppi dell'Enel. 1963-1990. Bari, Laterza,
1994. [Pp. 1004, Lit. 60.000, ISBN 88-420-4558-6].
Con questo quinto volume si conclude la monumentale Storia
dell'industria elettrica, il primo lavoro in prospettiva storica che ha
affrontato in maniera completa ed esauriente lo studio di un settore
industriale in Italia. Questo volume è dedicato all'analisi della
fase più recente, quella dell'ENEL, nata dal processo di
nazionalizzazione. Come è previsto dallo statuto stesso
dell'ente, la nazionalizzazione avrebbe dovuto assicurare la coerenza
tra gli obiettivi energetici del Paese ed il comportamento dell'impresa
a tale scopo costituita. Ebbene, la maggior parte dei saggi contenuti
nel volume notano come il punto critico fondamentale della
performance dell'impresa in questo periodo sia stato proprio
l'incoerenza, le lungaggini decisionali e le incertezze della politica
energetica. In questa direzione vanno i saggi di Fraquelli sulla
produttività e quelli di Clò sulla politica energetica.
Migliori appaiono invece i risultati ottenuti dall'ENEL nel campo della
estensione della rete di distribuzione, trascurata dalle imprese private
precedenti (Ninni). Il volume contiene anche interessanti saggi sulla
intensità energetica aggregata.