Il Fiore

La disussione critica sull'attribuzione a Dante.

La struttura del testo e la storia raccontata.


La discussione critica sull'attribuzione a Dante

Piu' interessante del Detto e' considerato il Fiore. Anche questo pometto e' stato scoperto un secolo fa circa, nel 1881 e pubblicato da Ferdinand Castets, cui si deve anche il titolo convenzionale che lo designa. Il poemetto ci e' stato tramandato da un unico manoscritto, conservato nella biblioteca universitaria di Montpellier in Francia. La sua lingua e la presenza in esso di cenni a fatti storici assenti nel Roman de la rose fanno suppore che l'autore fosse toscano e che abbia lavorato in un periodo che si puo' collocare nei dieci anni tra il 1285 e il 1295.

Amante, uno dei personaggi, che nell'opera rappresenta l'autore, per due volte viene chiamato Durante, nome di cui Dante e' forma abbreviata.

Malgrado cio' si e' sempre molto discusso sull'autore di questo testo. Il dibattito verte su quattro principali questioni: lo stile troppo "comico" del testo, che spesso indulge all'oscenita'; le anomalie metriche; l'alta frequenza di gallicismi Proprio per l'appartenza di questo poemetto allo stile "comico" si e' pensato che l'autore potesse essere Dante da Maiano, uno dei rimatori amici di Dante, o altri poeti che lo stile comico praticarono, come Rustico Filippi e Folgore da San Gimignano.

Ma che Dante Alighieri sia proprio l'autore del Fiore e' stato sostenuto autorevolemente dal suo ultimo editore, cioe' Gianfranco Contini, che ha argomentato la sua tesi con prove linguistiche e stilistiche: riscontri frequenti e precisi tra Il Fiore le Rime giovanili da un lato, e la Commedia dall'altro.

L'abbondanza di gallicismi, dice Contini, ha un intento caricaturale, le anomalie metriche compaiono anche nel reprtorio sicuramente dantesco e nelle rime di Cecco Angiolieri e nei poeti del Trecento. Quanto allo stile "comico" del testo, ebbene, esso caratterizza anche certe Rime giovanili, come la Tenzone con Forese Donati e poi la varieta' stilistica della Commedia deve pur aver avuto una palestra entro cui esercitarsi.

Infine anche la data in cui questo poemetto e' stato composto (il decennio '85/95) lo avvicina proprio alla Tenzone con Forese, confermando cosi' la versatilita' stilistica di Dante che negli stessi anni si misura con lo stile "comico" e con lo stile "tragico" della Vita Nova. Infine se il Fiore e' proprio di Dante, si ha una prova dei suoi rapporti con gli ambienti universitari e di quella disposizione eclettica del suo pensiero che gli faceva apprezzare un filosofo perseguitato come Sigieri di Brabante che compare nel Fiore ed e' poi celebrato nel Paradiso (X,133/138).


La struttura e la storia del Fiore

Ma veniamo alla storia narrata nel Fiore. I 232 sonetti, che traducono e rielaborano la materia del Roman de la Rose, formano una "corona", sono cioe' disposti in serie continua e conservano lo schema narrativo del romanzo francese.

Amante contempla il Fiore nel giardino di Piacere. Ferito dalle frecce d'Amore egli diventa suo vassallo e prova a cogliere il Fiore, malgrado Ragione lo sconsigli. Con l'aiuto di Bellaccoglienza, figlia di Cortesia, Amante riesce a baciare il Fiore: ma Malabocca avvisa Castita' e Gelosia che imprigiona il Fiore in un castello sorvegliato da Malabocca, Schifo, Vergogna, Paura. Amante chiede aiuto a Ricchezza, ma trovera' soccorso invece in Amore e nei suoi baroni Cortesia, Pieta', Ardimento. Tra loro c'e' anche Falsembiante che deve uccidere Malabocca. Il castello e' alla fine espugnato e dato alle fiamme e Amante puo' conquistare il Fiore.

I personaggi allegorici del racconto hanno la funzione di esprimere quei motivi polemici che il poemetto sviluppa in modo anche piu' ampio del romanzo francese, di cui tralascia le parti di carattere filosofico-dottrinario, mentre arricchisce gli spunti politici e satirici, ad esempio contro le donne o gli ordini mendicanti (Falsembiante significa l'ipocrisia dei frati).