Tenzone: approfondimenti Forese Donati

Forese è uno degli amici della giovinezza di Dante. Nacque a Firenze intorno alla metà del Duecento e morì nel luglio del 1296. Suo fratello era Corso Donati, capo della fazione guelfa dei Neri, sua sorella era Piccarda Donati. Tutti sono ricordati da Dante nella Commedia. Forese e Corso nel XXIII e XXIV canto del Purgatorio ; Piccarda nel III canto del Paradiso












La datazione della Tenzone

La Tenzone fu certo composta tra il 1283 (anno in cui il padre di Dante morì, perché in questi sonetti è nominata la sua morte) e il 1296 (anno in cui morì Forese), certamente in un periodo che Dante giudica di rilassatezza morale poiché nel XXIII canto del Purgatorio allude a quei sonetti come segno del periodo di traviamento attraversato con l'amico. Anche Beatrice nel Purgatorio (canti XXX e XXXI) rimprovera a Dante il traviamento morale in cui cadde negli anni successivi alla sua morte. Se i due periodi coincidono bisogna pensare che la datazione della Tenzone sia da collocare tra la fine della composizione della Vita nova e la morte di Forese, quindi tra il 1294 e il 1296.











L'ordine dei sonetti della Tenzone

Anche sull'ordine dei sonetti si è molto discusso, ma è ormai generalmente accettato l'ordine proposto da uno dei più autorevoli studiosi dell'opera dantesca, Michele Barbi. In quest'ordine li accoglie anche l'edizione delle Rime curata da Gianfranco Contini. Nella prima coppia di testi Dante accusa Forese d'essere un pessimo marito e insieme d'essere povero; Forese risponde accusando Dante di mancanza di rispetto a suo padre. Nella seconda coppia Dante di nuovo deride la povertà di Forese, lo accusa d'essere goloso e anche ladro; Forese ritorce l'accusa di povertà su Dante. Infine nella terza coppia Dante avanza dubbi sulla legittimità della nascita di Forese, tema che Forese rimanda a Dante, dichiarandosi del tutto sicuro invece sulla sua leggitimità, dato che ha così ben vendicato suo padre... Come si vede un botta e risposta piuttosto impertinente, come s'usava nelle tenzoni poetiche, che non implica necessariamente inimicizia tra i due, ma un semplice divertimento letterario. La Tenzone rappresenta l'esercizio di Dante nella poesia burlesca o comico-realistica, provato anche da un'analoga tenzone con un altro poeta toscano Cecco Angiolieri, che però è andata perduta (ci rimane un unico sonetto di Cecco) e dal Fiore. Da notare però, che contrariamente all'uso comune del "rispondere per le rime", Dante e Forese si comportano con molta libertà: non usano le stesse rime e nel secondo componimento di risposta si limitano a rispettarne esclusivamente lo schema.