La somiglianza col sirventese si esaurisce nel fatto che come quel metro anche la terzina ama l'enumerazione.
La terzina dantesca non è solo questo ma ha funzioni ben più complesse sul piano intellettuale; non è ritmo monocorde adatto alla memorizzazione per chi recita il testo, ma anzi presenta una straordinaria varietà di ritmi.
Leggiamo i primi versi del poema:
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinnova la paura !
L'unico ictus in posizione fissa è quello su P10, com'è ovvio, trattandosi di endecasillabi. Tutti gli altri ictus primari e secondari hanno posizioni variabili.