Cesura

LE REGOLE DEL SISTEMA


Cesura


La cesura nell'endecasillabo

La cesura come pausa metrica

Pausa metrica e pausa sintattica







La posizione della cesura nell'endecasillabo.

Osservate questo verso, è quello che apre un altro poema famoso della nostra letteratura, l'Orlando Furioso di Lodovico Ariosto:

Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori

Noterete che ci sono due ictus collocati vicini in P6 e P7. L'unico caso in cui si danno due ictus vicini è quello in cui essi siano separati dalla CESURA.

L'endecasillabo è infatti un verso, il cui ritmo è definito come per tutti gli altri versi, dal numero delle sillabe, dall'alternarsi delle posizioni toniche e atone, ma anche da una pausa, la cesura appunto.

Nell'endecasillabo anche la cesura non ha una posizione fissa, fenomeno questo che insieme alla mobilità degli ictus costruisce la grande varietà ritmica di questo verso.

La cesura nell' endecasillabo può avere due posizioni : dopo la quinta posizione o dopo la settima. Nel primo caso parleremo di un endecasillabo a minore; nel secondo caso avremo un endecasillabo a maiore.

La cesura definisce anche l'altro accento obbligatorio dell'endecasillabo nel caso dell'endecasillabo a minore su P4; nel caso dell'endecasillabo a maiore su P6.

Osservate quest'endecasillabo a minore di Giovanni Pascoli: l'ictus cade obbligatorio in P4 e ovviamente in P10; la cesura cade dopo P5.

Gemmea l'aria,  /   il sole così chiaro

Osservate ora questi altri due endecasillabi: sono anch'essi del tipo a minore, infatti l'accento cade su P4.

Ma nel primo endecasillabo di Torquato Tasso (La Gerusalemme Liberata) la cesura cade dopo P4 , perché la parola che la precede è tronca.

Molto soffrì  /  nel glorioso acquisto

Nel secondo endecasillabo,di Paolo Rolli, la cesura cade dopo P6, perché la parola che la precede è sdrucciola.

Brillanti limpidi   /  cristalli chiari

Un fenomeno analogo si verifica anche per l'endecasillabo a maiore. In questo verso leopardiano ( Le ricordanze ) l'ictus obbligatorio cade su P6, ovviamente l'altro è su P10; la cesura cade dopo P7.

Vaghe stelle dell'Orsa  /  io non credea

In questi altri due esempi gli endecasillabi a maiore presentano sempre l'ictus in P6.
Ma nel primo caso, il primo verso della Divina Commedia, la cesura cade dopo P6 perché la parola che la precede è tronca.

Nel mezzo del cammin  /  di nostra vita

In questo verso di Pascoli invece (Novembre), la cesura cade dopo P8 perché la parola che la precede è sdrucciola.

Di foglie un cader fragile.  /  E' l'estate








La cesura come pausa metrica.

Consideriamo adesso questi endecasillabi dell'Orlando Furioso :

Dirò d'Orlando in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai né in rima:
che per amor venne in furore e matto,
d'uom che sì saggio era stimato prima;
.....................................

Proviamo ora a collocare le cesure:

Dirò d'Orlando  /   in un medesmo tratto
cosa non detta  /   in prosa  mai né in rima:
che per amor  /  venne in furore e matto,
d'uom che sì saggio  /  era stimato prima;
.........................................

Notate che si decide la collocazione della cesura in ogni verso sintagma, cioè dell'unità sintattica minima della frase semplice nella sua interezza.

Così nel verso 1 la cesura divide il verso in due parti, ciascuna portatrice di un sintagma compiuto: la prima contiene il predicato e il complemento d'argomento; la seconda il complemento di tempo. Parimenti nel verso 2 il primo emistichio contiene il complemento oggetto; il secondo il complemento di modo. E così via.

Quest'ultima osservazione ci dà modo di constatare che esiste un rapporto molto stretto tra il metro e la sintassi del componimento poetico.








La pausa metrica e quella sintattica.

La cesura, la pausa di fine verso, la misura della strofa sono importanti fattori del ritmo di un componimento poetico. Il ritmo sintattico della frase che sta nel verso o nella strofa si accorda o non si accorda al ritmo del metro. Ad esempio, in questi versi dell' Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo, il ritmo del metro è anche quello della sintassi:

I versi qui sono endecasillabi, ogni endecasillabo contiene sintagmi completi, anzi ogni emistichio (cioè il mezzo verso individuato dalla cesura) contiene esattamente un sintagma.
Quanto alla strofa, è un'ottava il cui ritmo è definito nei primi sei versi dall'andamento alternato delle rime, negli ultimi due dall'andamento delle rime baciate la sintassi del periodo tende ad accordarsi ad esso, perciò troviamo una frase completa in ogni distico (gruppo di due versi).

Ma non sempre questo accade: il ritmo del metro stabilito dal verso e dalla strofa può non coincidere con quello della sintassi.

La frase può essere più lunga di quello che vorrebbe la strofa. Come ad esempio fa Giovanni Pascoli in questa poesia: Arano.

La frase comincia nel primo verso - Nel campo - e si conclude nel primo verso della strofa successiva - arano: - .

Anche gli emistichi non sempre contengono esattamente dei sintagmi: al verso 3 la cesura separa il nome - nebbia - dal suo aggettivo - mattinal -, al verso 4 l'aggettivo - lente - conclude il verso rimanendo separato dal nome che lo accompagna - vacche - che si trova nel verso successivo.

IN METRICA quando il verso finisce spezzando un sintagma si ha ENJAMBEMENT.

Ecco un esempio di enjambement che si crea spezzando il sintagma nome+aggettivo: sono versi de L'infinito di Giacomo Leopardi

Questo invece è un altro caso di enjambement: la spezzatura del sintagma costituito dal gruppo del soggetto (soggetto più sintagma preposizionale). Sono versi di Alla sera di Ugo Foscolo.

Gli enjambement che abbiamo visto sopra sono spezzature del verso; ma esistono anche enjambement cesurali, quando la cesura spezza il sintagma, come nel caso del verso di Pascoli, visto sopra: