Restano alcune forme di verbi che derivano da participi in ente, ante. Questi in ante sono piuttosto rari; come per esempio mercantare, mercatantare ecc...Il napoletano ha sbacantà da exvacante di exvacare che mette capo ad evacuare ed infatti vuol dire "vuotare".
Più numerosi sono i verbi derivati da forme in ente: accennammo a frequentare da frequens; praesentare da praesens c'è in latino dove tali verbi sono molto rari, mentre sono numerosi in italiano.
Spaventare viene da expavens, e non già da spavento.
Altri simili verbi sono assentare, rasentare, impazientare, negligentare ecc...
Nel sardo si ha calentare (latino calentem facere); l'italiano arroventare non è altro che rubentem facere.
Esentare si connette con esente forma anomala per esento da exemptus. Alcuni han detto che all'o finale si è sostituito l'e per assimilazione, ma non è vero; perché esente non è che una forma participiale falsa.
Da recens, tis viene il siciliano ricintari nel senso di "sciacquare il bicchiere" e si connette anche logicamente con recens, tis che in latino era adoprato nel significato di "fresco".
Questo verbo sotto varie forme si trova anche ne' dialetti dell'Italia superiore, e con esso si connette il modenese arsinzè erroneamente connesso dal Galvani con sincerus, mentre viene da recente.
Così finisce la trattazione del tema verbale, e nella prossima lezione si passerà al tema nominale.