Devesi notare che in italiano molti nomi vengono da verbi italiani e sarebbe errore il farli derivare da nomi latini sebbene con quelli possano mostrare connessione. Per esempio invito italiano viene da invitare e non viceversa, già che invitare nasce dal latino invocitare secondo che alcuni credono, e può annoverarsi tra verbi creati nell'italiano.Accordo, accatto, aiuto, cappello, arrivo, arpeggio, gorgheggio, cambio, crollo, coto, costo, cozzo, contrasto, corruccio, contegno, ritegno, dileguo, disturbo, sprezzo sono tutti nomi che si connettono con verbi italiani. Errerebbe grandemente chi connettesse sprezzo con un expretium latino, già che si dee notare che la formazione di nomi per mezzo di prefissi è cosa molto rara in latino, già che questi prefissi vengono impiegati a formazione di verbi.
Fischio viene da fischiare = fistulare: grido da gridare = quiritare (cfr. francese crier) = critare = gridare. Nei codici dei primi secoli dell'era volgare, i commentatori di Terenzio e di Plauto, mettevano talvolta in margine quiritans quando loro sembrava che l'attore dovesse gridare.
Incanto, indugio, moto, perdono, rammarico, ricovero, spreco, scampo, sbarco, sciupo (scipare), solletico, sgomento, taglio, tramonto sono nomi di questa fatta.
Lagno da lagnare = laniare; scialo da scialare = exhalare; urlo da urlare = ululare; zirlo da zirlare = zinzilulare donde per aferesi zilulare, quindi per dissimilazione zirulare che sincopandosi dà zirlare.
Tema, sostegno, accusa, chiama, doglia, dimora, favella (da favellare e non da fabella) entrano in questa categoria.
Gabbo, scherzo, beffa, stampa, sono nomi di origine non latina.
Nei dialetti romaneschi si trova comincio per "cominciamento", da cominciare = cuminitiare latino. Nel comincio romanesco si ha un riflesso dell'initium latino ma bisogna guardarsi di farlo venire dal nome latino, perché deriva da cominciare.
Così il piemontese ha gias per "giaciglio", il napoletano jazzo da giacere.
Così pure hassi il nome pecca per "peccato", e il siciliano ha lu peccu.