Occorre adesso favellare del suffisso bulo che ci dà nomi di stromento e aggettivi.Tribulum donde trebbio si connette colla radice di terere (ter = tri); fibula donde fibbia; pabulum radice pa che abbiamo nella forma incoativa di pasco; stabulum, vestibulum sono nomi formati per mezzo di questo suffisso.
Intorno a vestibulum non tutti sono d'accordo; il Corssen ci vede la radice vas sanscrito
[parola sanscrita]
col suffisso ti e poi col suffisso bulo.Prostibulum è connesso a prostare cioè "essere esposto in vendita" e così pure prostituere.
Insubulum connesso con suere "cucire" e infatti è il cilindro per tessere; mandibulum patibulum, latibulum, sessibulum (radice sed di sedere), suscitabulum, ignitabulum (ignitare frequentativo di ignire) conciliabulum, rutabulum (da rutare frequentativo di ruere) che ha dato ne' dialetti riavolo, redabol e ad esso corrisponde il francese rable che ne è una forma contratta.
Fibula si connette con figere e sta per figbula; tabula si connette colla radice tan (sanscrito greco ten v. Bopp) che ha il significato di "estendere".
Pabulum ha dato il toscano pabbio, come stabulum ha dato stabbio; e sabulum dal plurale sabula è divenuto sabbia.
Fabula ha dato fola (faula = fola) e fiaba (fabula = fabla = flaba= fiaba) come populus ha dato pioppo (populus = poplus = plopus = pioppo).
In piemontese si ha ancora la forma faula interessante per la storia di fola.
Il genovese ha foa, e così si vedono i gradi intermedi; per diventare foa bisogna che l'l di fola fosse diventato r già che il dialetto genovese elimina l'r. Si avrebbe adunque: foa, fora, fola, faula, favla, fabla, fabula.
In alcuni dialetti tabula è divenuta tabbia e in piemontese si ha tabia per indicare il desco del calzolaio.