Diamo un occhiata ai nomi derivati per mezzo del suffisso ivo. Es. nocivus, cadivus in recidivus, intersecivus, lascivus ecc....Redivivus non è composto come si crede da vivus e da redi. E' applicato dai classici alla pietra che si rinnova. La radice è div che ha il significato di "risplendere" come ognun sa, e fu di larghissima applicazione in dies, Jovis = Diovis ecc.... Dunque il significato di redivivus è propriamente "riassumere il suo luccicore".
In italiano abbiamo tra questi nomi giulivo. Bacìo di qualche dialetto non è altro che opacivus. Redivivus di cui si è già parlato fu specialmente applicato alle pietre rinnovate.
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Il suffisso ivus ha in italiano un qualche riflesso. Per esempio recidivus si riflette nel toscano ricadia dove è ripristinata la forma cad sostituita a cid.
Questo ripristinamento si ha per es. anche in: ottenere italiano da obtenere e non obtinere come si vede da: ottiene dove c'è stato anche il rinforzamento dell'e come in piede, miete ecc....
Anche il rifare riflette un refacere e non reficere; e molti altri soprattutto i composti riflettono la forma antica.
Già dicemmo come bacìo non sia altro che opacivus, e infatti riflette il significato di opacus, già che vuol dir "a tramontana", parte più ombrosa delle altre ecc.... Ne' vari dialetti per: a bacìo si ha: a lubagh, a lubac. Nell'ambiente piemontese dove si perde la gutturale sarebbe bao. Nel Canavese c'è un luogo detto dai paesani Bai che fu poi italianizzato in Baio. Ora in quello stesso ambiente si trova che laco diventa lai: quindi non vi può essere alcun dubbio che questo bai non sia altro che opaco o il bacìo de' toscani. Questo nome venne dato forse a quel luogo dai terrazzani per significare che era a tramontana. In altri dialetti si ha uvagu, ovacu = opacus.
La parola giulivo non ha una etimologia ben chiara. I nomi come mormorio, rovinio, polverio ecc... accennerebbero in quell'ìo ad un risultato materiale di ivo ma non vi si possono logicamente connettere.