Un altro suffisso pure per nome di stromento è il suffisso indo-europeo tra, latino tro. Questo suffisso si può rintracciare fino allo stipite.Il greco METRON forse ha dato luogo al metrum latino sebbene questo avrebbe potuto nel latino presentarsi originariamente; questo nome è comune alle varie lingue dello stipite (sanscrito ).
Alcune voci accennano chiaramente al verbo a cui si connettono: feretrum (fero, "strumento del portare"), spectrum (radice spec), rutrum "zappa" cioè "instrumentum ad aliquid eruendum"; aratrum, rastrum cioè "instrumentum radendi", rostrum (rodere).
Castrum non lascia vedere il suo valore; ma in sanscrito abbiamo la radice kad che ha il significato di "coprire" e castrum potrebbe essere connesso con quella, quasi "instrumentum tegendi, tuendi".
Vitrum è connesso con videre; il d talvolta va perduto senza essere sostituito; veratrum è una specie di elleboro di cui si servivano per esorcismi e si connette con verare, stregare; hassi pure veratrix "strega"; veratrum sarebbe "instrumentum verandi", e questo vive nei dialetti; in qualche luogo c'è veladro e nel veronese c'è faradro.
Così Cavegra in un paese lombardo vuol dir "casa vecchia".
Per monstrum alcuni lo vogliono da monere, e l's che vi si trova non è difficoltà perché abbiamo pure un s in lustrum da luere, flustrum da fluere; fenestra si connette colla radice FA greca e infatti è quasi lo stromento della luce; capistrum da capio ha pure un s.
Quest's da alcuni è stato considerato come epentetico ma non si vede la ragione di questa epentesi. Il Corssen vede in queste forme delle forme nominali rispondenti ad un sincopamento analogo a quello che ha luogo in faustus, sincopato come fotus da fovere.
In monstrum abbiamo un nome che risponde a manas sanscrito e a MENOS greco che si trova nel latino Menesva = Minerva come casmen = carmen.
Secondo questa teoria lustrum sarebbe sincopamento di lovostrum, flustrum di flovostrum, e jus verrebbe da jovos arcaico.
Questo suffisso non ha dato luogo a nuovi nomi in italiano ed anzi alcuni nomi latini sono andati perduti: chiostro, lustro, capestro, aratro ecc.... sono rimasti.
Transtrum ("banco di rematori") si trova negli antichi sotto la forma di trasto in italiano; perdendosi l'n come in monstrum = mostro, e l'r per dissimilazione. Lo stesso avviene in castello, rastello.
Pestello "istromento da pestare" viene da pistillum di cui non abbiamo il primitivo ma che dovette essere pistrum da pisere o pinsere. La perdita dell'n in italiano è generalissima e rimane in qualche nome d'uso non popolare come mensa che in bocca al popolo sarebbe mesa. Pistillo è rimasto nella forma latina nel linguaggio botanico.
Cultrum (radice indo-europea car, che vuol dir "lacerare") ha dato coltello.
Altre voci si conoscono solo nella lingua letteraria come: plaustro, feretro, plettro (greco PLHKTRON connesso con PLHSSW), sistro (SEISTRON). Se plaustro fosse popolare sarebbe piostro.
Di nomi col suffisso tro non c'è alcuna nuova formazione ma solo l'eredità greca e latina.