all'anagrafe dei personaggi femminili»
«Il cinema è finzione»
di GIOVANNA GRASSI
Carlo Verdone ironizza sulle considerazioni fatte da Enzo Caffarelli
sulla scelta e sull'uso dei nomi femminili che lui, come regista, ha
praticato nelle storie dei suoi film.
Il linguista, infatti, sulla «Rivista italiana di onomastica», dichiara
«che i personaggi femminili sono quasi sempre contraddistinti da nomi
di moda all'epoca dell'uscita delle pellicole, ma rarissimi alla
presumibile data di nascita dei personaggi e delle attrici». Il
professor Caffarelli fa esempi dettagliati: «Claudia Gerini in "Viaggi
di nozze" ha 25 anni e si chiama Jessica. Il nome, alla data della sua
iscrizione anagrafica, era rarissimo mentre successivamente è salito
sino al nono posto della graduatoria onomastica della Capitale. Lo
stesso si può dire per i nomi Serena di "Io e mia sorella" o Livia per
"Al lupo al lupo" e per Camilla in "Maledetto il giorno che t'ho
incontrato"».
Replica il regista e attore: «Davvero qualcuno si è preso la briga di
fare un attento studio sulle mie scelte, da un punto di vista del
costume e delle statistiche dei nomi in Italia? Ribatto subito che mai
e poi mai mi sono posto problemi "cronologici" o legati a una
scrupolosa lettura dei dati relativi ai nomi e agli anni del casellario
anagrafico. Mi spiego: se chiamo in un film Claudia Gerini Jessica è
perché ritengo che questo nome corrisponda alla psicologia del
personaggio e che "suoni" in modo divertente nella bocca del suo
partner. "Jessica", infatti, è un nome che Ivano, il mio carattere, può
benissimo pronunciare masticando gomma americana e, poi, si presta a
tutta una gamma di smorfie sibilante-facciale».
«Sempre in "Viaggi di nozze" - prosegue il regista - Furio è un nome
che si adatta a uno dei miei personaggi, il più nevrotico, come
Raniero, invece, che esprime autorità. Non mi è mai interessato per i
nomi un realistico e documentato corrispettivo tra la fiction delle mie
storie e il costume. Inoltre, obietto al professor Caffarelli, che nel
cinema quello che a volte conta è il presente: Jessica nasce per la
platea nello stesso momento in cui il pubblico la focalizza. Lo
spettatore non fa, soprattutto nei film comici, un discorso di
dietrologia culturale». «Comunque - conclude - nel mio prossimo film,
"Sono pazzo di Iris Blond", il mio personaggio si chiama Romeo: nome
senza tempo, intergenerazionale, adatto a Shakespeare e alle commedie
di casa nostra».