REGGIO CALABRIA - Sei stressato, indolente, pigro? Allora sei affetto
dalla «sindrome di Reggio Calabria». La definizione, che descrive lo
stato di logorio moderno, compare nella nuova edizione del dizionario
britannico Harper Collins. Qui, la voce «sindrome di Reggio Calabria»
sta infatti a significare un malessere sociale che gli inglesi
individuano solo ed esclusivamente tra la popolazione della città dello
Stretto. La malattia colpirebbe non solo gli appartenenti alla
criminalità organizzata, esausti per i troppi omicidi compiuti, ma
anche la gente comune.
«C'è nella tradizione inglese - dice il sindaco di Reggio Calabria,
Italo Falcomatà - un aspetto romantico che li spinge a guardare la
Calabria con la convinzione di avere a che fare con un popolo
inattaccabile dalla modernità». «Di fronte a questo luogo comune -
sostiene ancora il sindaco - non si può che reagire all'inglese:
facciamo "spallucce", come se ci trovassimo davanti alle altre
estremizzazioni che, sia pure smentite sotto l'aspetto scientifico e
storico, ancora fanno bella mostra di sé».
«Trovo veramente insultante, ma non per provincialismo offeso, prendere
il nome di una città come simbolo linguistico di un'attività malavitosa
- afferma l'antropologo Lombardi Satriani -. Tutto questo è segno di
rozzezza intellettuale. E' come se noi italiani prendessimo il Belgio
come simbolo della pedofilìa, o Londra come emblema della violenza
sadica».
Gli inglesi, ancora una volta, individuano Reggio Calabria come modello
di malcostume e di criminalità. Lo scorso anno una troupe della Bbc era
giunta in Calabria alla ricerca di scoop che evidenziassero il presunto
clima di violenza di questa regione. Non trovando nulla che potesse
appagarli, avevano pensato di inventarsi le scene seminando siringhe e
profilattici lungo corso Garibaldi, il «salotto» di Reggio Calabria.