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Corriere della Sera
Giovedì, 14 Novembre 1996
Cronache italiane

 

RICERCA SULLA STAMPA

All'estero la parola più famosa è mafia

 

di STEFANO MONTEFIORI

 

MILANO - E' mafia la parola italiana più citata nella stampa straniera.

Le testate più autorevoli di tutto il mondo, dal New York Times a Le

Monde, usano sempre più spesso termini rubati alla nostra lingua, ma

non c'è di che rallegrarsi: gli stereotipi, soprattutto quelli

negativi, continuano a dominare. Neanche pizza o Dolce vita riescono a

battere il primato di Cosa nostra; si tende a chiamare mafia qualsiasi

organizzazione criminale di ogni Paese. E' più efficace, suggestivo; è

«mafia» la parola migliore per evocare sopruso e ferocia. Forse perché

tutti possono ricordare qualche scena forte del Padrino, o l'autostrada

di Capaci saltata in aria.

 

Un regolamento di conti a Tokio? E' stata la Japanese mafia. Non la

yakuza.

 

La classifica delle «parole calde» è stata stilata dalla

McCann-Erickson in collaborazione con la Klaus Davi & Co., e fa parte

di una più ampia indagine - intitolata «Nathan il Saggio» -

sull'immagine dell'Italia all'estero. Da gennaio a giugno 1996 sono

state monitorate le pagine di 60 testate. In mezzo ai 3021 articoli

studiati, sono state trovate 142 parole italiane. «Mafia in testa? Non

mi sorprende affatto - ha subito commentato Roberto Scarpinato,

sostituto procuratore a Palermo -. Quello che è successo qui non ha

paragoni nel resto del mondo, se non in Colombia». Il sindaco di

Palermo Leoluca Orlando ribatte che «è ingiusto attribuirci un'immagine

inattuale. La realtà oggi è fatta in gran parte di gente che lavora e

che ha ripreso il cammino verso l'Europa».

 

Le altre parole più usate sono amore, Mani pulite, confusione, pizza,

imbroglio, mozzarella e Professore, riferita al presidente del

Consiglio Prodi. Ma l'indagine ha analizzato anche altre 13 voci allo

scopo di individuare il primo «indice d'immagine» dell'Italia nel

mondo. E, un po' a sorpresa, il saldo è positivo: «+34», grazie agli

exploit delle nostre aziende, di personaggi della cultura come Umberto

Eco o Susanna Tamaro e delle star dello spettacolo Benigni e Cucinotta.

Tra i più citati, in seguito al caso Priebke, c'è anche Mussolini, cui

vengono spesso riconosciute doti di abile statista. Le banche godono di

buona fama, quasi quanto la solita moda (trionfano Gucci e Dolce &

Gabbana) e la cucina. Abbassano il punteggio l'economia, la finanza, il

caotico sistema Tv. E, dopo la débacle della nazionale di calcio agli

Europei, anche lo sport.

 

 


Per informazioni e suggerimenti:
Stefania Spina
sspina@sspina.it