di STEFANO MONTEFIORI
MILANO - E' mafia la parola italiana più citata nella stampa straniera.
Le testate più autorevoli di tutto il mondo, dal New York Times a Le
Monde, usano sempre più spesso termini rubati alla nostra lingua, ma
non c'è di che rallegrarsi: gli stereotipi, soprattutto quelli
negativi, continuano a dominare. Neanche pizza o Dolce vita riescono a
battere il primato di Cosa nostra; si tende a chiamare mafia qualsiasi
organizzazione criminale di ogni Paese. E' più efficace, suggestivo; è
«mafia» la parola migliore per evocare sopruso e ferocia. Forse perché
tutti possono ricordare qualche scena forte del Padrino, o l'autostrada
di Capaci saltata in aria.
Un regolamento di conti a Tokio? E' stata la Japanese mafia. Non la
yakuza.
La classifica delle «parole calde» è stata stilata dalla
McCann-Erickson in collaborazione con la Klaus Davi & Co., e fa parte
di una più ampia indagine - intitolata «Nathan il Saggio» -
sull'immagine dell'Italia all'estero. Da gennaio a giugno 1996 sono
state monitorate le pagine di 60 testate. In mezzo ai 3021 articoli
studiati, sono state trovate 142 parole italiane. «Mafia in testa? Non
mi sorprende affatto - ha subito commentato Roberto Scarpinato,
sostituto procuratore a Palermo -. Quello che è successo qui non ha
paragoni nel resto del mondo, se non in Colombia». Il sindaco di
Palermo Leoluca Orlando ribatte che «è ingiusto attribuirci un'immagine
inattuale. La realtà oggi è fatta in gran parte di gente che lavora e
che ha ripreso il cammino verso l'Europa».
Le altre parole più usate sono amore, Mani pulite, confusione, pizza,
imbroglio, mozzarella e Professore, riferita al presidente del
Consiglio Prodi. Ma l'indagine ha analizzato anche altre 13 voci allo
scopo di individuare il primo «indice d'immagine» dell'Italia nel
mondo. E, un po' a sorpresa, il saldo è positivo: «+34», grazie agli
exploit delle nostre aziende, di personaggi della cultura come Umberto
Eco o Susanna Tamaro e delle star dello spettacolo Benigni e Cucinotta.
Tra i più citati, in seguito al caso Priebke, c'è anche Mussolini, cui
vengono spesso riconosciute doti di abile statista. Le banche godono di
buona fama, quasi quanto la solita moda (trionfano Gucci e Dolce &
Gabbana) e la cucina. Abbassano il punteggio l'economia, la finanza, il
caotico sistema Tv. E, dopo la débacle della nazionale di calcio agli
Europei, anche lo sport.
Per informazioni e suggerimenti:
Stefania Spina
sspina@sspina.it