L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO IN ALCUNE PROVINCE DEL CANADA
Ci è sembrato di buon auspicio iniziare il nostro viaggio fra le varie realtà dell’insegnamento della lingua italiana all’estero da un paese che ha fatto del multiculturalismo e del multilinguismo la sua identità, in cui la gran parte della popolazione è bilingue e dove i gruppi etnici presenti sul territorio hanno la possibilità di mantenere la loro lingua e cultura. Ma il Canada non è soltanto questo, è stata anche una delle mete storiche delle grandi ondate dell’emigrazione italiana, tanto è vero che in alcune province quello degli italiani è il più importante gruppo etnico allofono, con una vita associativa ben sviluppata e un profilo professionale generalmente qualificato. E’ questo, dunque, un paese al quale l’Italia dovrebbe rivolgere con particolare cura la sua attenzione al fine di rendere più saldi i molteplici legami che già esistono e per annodarne di nuovi.
Le notizie contenute in queste pagine non hanno la pretesa della completezza e dell’esaustività, ma sono la base per avviare alcune riflessioni su quanto già è stato fatto e su cosa potrebbe essere migliorato. Una buona parte delle informazioni è stata ottenuta grazie alla collaborazione della Dott.ssa Tomasini e della Dott.ssa Cicogna, Direttrici Didattiche rispettivamente presso il Consolato d’Italia di Montréal e di Toronto, e del Prof. Mollica, ai quali va il nostro ringraziamento.
In Canada viene riconosciuto alle comunità linguistiche minoritarie il diritto a mantenere la lingua e la cultura d’origine con appostiti programmi (Heritage Language Programs e Langues d’origine in Québec) ma dal momento che l’istruzione ricade sotto la giurisdizione provinciale lo statuto delle varie lingue cambia da provincia a provincia e in base alla minore o maggiore importanza delle relative comunità etniche presenti. Anche se quasi tutte le province stanziano fondi e distribuiscono sovvenzioni l’ampiezza e le risorse della comunità etnica sono fondamentali per l’attuazione dei corsi che, aperti a tutti, sono frequentati nella quasi totalità da studenti appartenenti alla comunità stessa. Le discipline curricolari possono essere insegnate soltanto in francese o in inglese e di conseguenza l’insegnamento curricolare di una terza lingua a partire dalla scuola secondaria è un’esperienza limitata. Una distinzione fondamentale, valida per ogni provincia, va fatta tra gli studi elementari e quelli superiori e universitari. Nei primi, i più affollati, la lingua etnica non viene quasi mai riconosciuta ufficialmente nel ciclo scolastico e non viene richiesta nessuna particolare qualifica a coloro che la insegnano, se non quella di conoscere la lingua. Nelle seconde, in cui il numero degli iscritti cala considerevolmente, l’insegnamento della lingua italiana rientra nel programma di studi anche se non sempre viene introdotto; il personale docente in questo caso è in possesso di specifici titoli di studio.
QUEBEC
In Québec esistono due sistemi scolastici paralleli, francofono e anglofono, ma gli studenti appartenenti a gruppi linguistici diversi, quali gli italiani, in base ad una legge del 1981, sono obbligati a ricevere la propria istruzione in francese, a meno che i loro genitori non abbiano ricevuto l’istruzione elementare in inglese. Sono attivi i programmi P.E.L.O. e P.L.E.
I corsi di lingua previsti dalla legge 153/71 vengono gestiti dall’ente P.I.C.A.I. (Patronato Italo Canadese di Assistenza agli Immigrati) di Montréal: sono 187 (115 a livello elementare e 65 a livello medio, più alcuni per adulti) con un totale di 3448 alunni. Tra i titoli richiesti agli insegnanti viene data la precedenza all’abilitazione magistrale o alla laurea conseguita in Italia ma sono presi in considerazione anche i titoli canadesi con preferenza per quelli specifici. Trenta docenti hanno seguito il corso DITALS organizzato dall’Università per Stranieri di Siena nel dicembre 1995.
Fino all’anno scorso venivano attribuiti dal Ministero dell’Educazione quattro crediti per ogni anno di studio a livello secondario ma oggi tale riconoscimento avviene soltanto per gli ultimi due anni, il che potrà portare in futuro ad un calo delle frequenze. A causa della riduzione dei finanziamenti si stanno poi programmando dei tagli nel numero dei corsi e anche il calendario scolastico è stato abbreviato.
L’italiano è insegnato alla Concordia University, alla Mac Gill University c’è un BAC in Italiano, l’università di Montréal possiede un corso Minor che presto verrà trasformato in Major. Il numero degli studenti di italiano nelle università è di circa 1500. In Québec esiste anche il C.E.G.E.P., che è un livello intermedio di studi tra la scuola secondaria e l’università, della durata di 2-3 anni, nel cui piano di studi è possibile inserire l’italiano (gli studenti che lo hanno scelto sono attualmente circa 1000).
PROVINCE MARITTIME
Ad Halifax l’Ente ICCA organizza corsi con tre docenti in possesso di abilitazione magistrale, non vengono però attribuiti crediti dal Governo Provinciale.
A Sidney la comunità italiana è ancora molto numerosa, gli anziani conservano i propri dialetti mentre tra le giovani generazioni la conoscenza della lingua italiana si sta perdendo. In passato vi sono stati due tentativi di dare vita a corsi di lingua e cultura italiana che hanno avuto una durata molto limitata, soprattutto per carenza di insegnanti preparati.
Non esistono corsi di italiano all’Università mentre ve ne sono per altre lingue (spagnolo, giapponese, arabo, tedesco).
Quest’anno si stanno avviando, in forma sperimentale, corsi di lingua italiana a distanza rivolti ad adulti che desiderino riappropriarsi della lingua italiana e che verranno tenuti con l’ausilio di materiale multimediale.
I corsi ad Halifax e Sidney sono tre di livello elementare, due di livello medio e quattro per adulti (due dei quali in fase di avvio).
NEW BRUNSWICK
A Moncton in passato sono stati organizzati corsi di lingua e di cultura italiana per bambini e adolescenti, per il prossimo anno verrà valutata la possibilità di avviare nuovamente i corsi dal momento che la comunità è ancora abbastanza numerosa poiché conta più di sessanta famiglie.
Anche a Fredericton in passato sono stati tenuti corsi di italiano avvalendosi del contributo del Governo canadese; ora la comunità si è ridotta numericamente.
L’insegnamento dell’italiano è assente nell’ordinamento scolastico locale e sarebbe auspicabile almeno l’attribuzione di crediti per i corsi gestiti dagli enti, come avviene in Québec, e comunque l’acquisizione di materiale multimediale che potrebbe almeno in parte sopperire alla mancanza di veri e propri corsi.
ONTARIO
In Ontario la comunità italiana è grande e ben organizzata e possiede una salda tradizione di studio dell’italiano. Anche qui, come in Québec, le lingue d’origine (o lingue internazionali) vengono insegnate nelle istituzioni scolastiche locali, da enti autonomi, a livello di scuola dell’obbligo, in orario di dopo scuola o al sabato mattina, per un totale di due ore e mezza alla settimana e sono sovvenzionate dal Ministero della Pubblica Istruzione, gestite dai Provveditorati o da enti come la Dante Alighieri o circoli italiani che ricevono fondi dal Ministero degli Esteri. Le materie sono extra-curricolari, ma in una cinquantina di scuole sono insegnate nell’orario scolastico a titolo sperimentale.
Uno dei due enti autonomi offre i corsi come materie curricolari (Leonardo da Vinci Academy) e gestisce anche una Scuola Materna italiana funzionante con presa d’atto del Ministero degli Affari Esteri.
Il Governo dell’Ontario non accetta fondi direttamente dal Ministero degli Esteri per l’insegnamento delle lingue, ma ovviamente il Ministero fornisce fondi usati anche per corsi, sessioni di aggiornamento, ecc. Molti docenti non sono qualificati, cioè non hanno seguito corsi di perfezionamento, né hanno un diploma per insegnare, svolgono la loro attività in base al fatto che conoscono la lingua. I corsi elementari sono attualmente frequentati da circa 30.000 alunni.
Nella scuola secondaria superiore l’italiano viene studiato da un buon numero di studenti, anche se purtroppo la gran parte di coloro per i quali costituisce la lingua etnica lo abbandona una volta terminata la scuola elementare. I corsi vengono attivati su domanda da parte di un numero di studenti stabilito per legge.
A livello universitario l’italiano è presente in quasi tutti gli atenei dell’Ontario: le Università di Toronto e di York hanno circa 2.000 studenti. L’Università di Toronto, che può vantare di essere stata la prima università ad aver offerto corsi di italiano in Canada, ha un programma di Dottorato di Ricerca (PH.D.) e dichiara di ospitare il più grande Dipartimento di Italianistica fuori d’Italia ma l’italiano è ben presente anche fra i corsi di altre università come la York e la Brock.
Le università di Toronto, York e Brock offrono corsi di perfezionamento per l’italiano come Lingua Straniera.
MANITOBA
L’italiano, malgrado sia stata una delle prime lingue etniche per le quali a partire dagli anni Settanta sono stati attivati corsi, oggi viene insegnato a livello elementare a Winnipeg in una scuola, a cura del Provveditorato competente e della Società Dante Alighieri, autonomamente.
A livello secondario superiore è possibile superare il test di accesso all’università sia per corrispondenza che presso la stessa Dante Alighieri, con la supervisione del competente Ministero dell’Educa-zione della Provincia. A livello universitario, grazie agli sforzi congiunti di varie componenti, funziona infatti un corso Minor in Italiano, cioè complementare in un corso di laurea in Lingue Moderne.
BRITISH COLUMBIA
Le informazioni raccolte durante il Corso finalizzato al superamento dell’esame DITALS, tenutosi in novembre a Vancouver dall’Università per Stranieri di Siena, concordano con quelle relative alle province orientali del Canada. Anche in questo caso è stato rilevato che manca un profilo professionale specifico per l’insegnamento dell’italiano, gli insegnanti operano in più di una scuola e non sempre la docenza è la loro attività primaria, anche se però molti di loro hanno frequentato corsi di aggiornamento finalizzati alla didattica delle lingue straniere o dell’italiano. Il minor interesse per l’italiano rispetto al Québec o all’Ontario è qui giustificato da una comunità attiva ma numericamente più ridotta di quelle presenti a Toronto o a Montréal e alla concorrenza con altre lingue quali il giapponese e il mandarino. L’italiano è comunque insegnato alla University of British Columbia di Vancouver dove già alcuni anni fa esistevano il corso di laurea Major e Honor’s, alla Simon Fraser University, al Capilano College. Sono attivi gli enti CASI e CCI (Centro Culturale Italiano), gli studenti sono per la maggior parte bambini o adolescenti, ma esistono anche corsi serali per adulti.
A conclusione di queste osservazioni ci sembra esistano alcuni problemi sui quali dovremmo tutti insieme riflettere per migliorare la situazione:
- occorrerebbe creare forti motivazioni negli studenti delle classi elementari affinché continuino lo studio dell’italiano, ciò primariamente attraverso aspetti culturali ma anche in termini di sbocchi professionali o di riconoscimento di crediti;
- sarebbe auspicabile poter mettere a disposizione dei corsi materiale didattico, manuali e sussidi multimediali e, data la preponderanza di alunni di scuola elementare, testi per essi appositamente progettati e costruiti. Il materiale stampato in Italia infatti non sempre è adatto alla realtà canadese poiché è costruito per una situazione di Lingua Seconda, gran parte di quello canadese è invece scritto da docenti universitari e va adattato alle esigenze della scuola secondaria. Tali materiali potrebbero essere prodotti con una collaborazione in termini finanziari da parte del Ministero degli Esteri, da un gruppo di lavoro costituito da docenti/studiosi delle due Università per Stranieri di Siena e di Perugia e da docenti esperti del luogo;
- sarebbe necessario giungere alla creazione di un curricolo unitario per le classi elementari, che costituisca la premessa per la continuazione degli studi a livello di scuola superiore, e istituire un coordinamento fra i programmi dei corsi non universitari;
- gli enti potrebbero essere dotati di antenne paraboliche per offrire un servizio di videoteca circolante, instaurare attività di videocorrispondenza con l’Italia e fornire materiale audiovisivo autentico e aggiornato;
- bisognerebbe dare la possibilità di qualificazione e aggiornamento agli insegnanti d’italiano come lingua etnica poiché malgrado la loro indubbia buona volontà non basta conoscere bene una lingua per saperla insegnare, ma occorrono riflessioni sistematiche e confronti periodici: a tal fine si potrebbero aumentare i corsi di perfezionamento e incoraggiare gli insegnanti a seguirli cercando un riconoscimento ufficiale delle attività di formazione.
L’Associazione “Siena per gli italianisti” offre gli strumenti a sua disposizione per intraprendere un programma di collaborazione e auspica che i suoi Soci italiani e canadesi possano presto incontrarsi per conoscersi e discuterne.
Antonella Benucci