L'INSEGNAMENTO

DELL'ITALIANO

IN ARGENTINA

 

Accenniamo ad alcuni aspetti dell'insegnamento dell'italiano in Argentina con lo scopo di avviare un dibattito che, come nel caso di quello del precedente numero (dedicato al Canada), ci piacerebbe approfondire in successive fasi. Questa rubrica vuole infatti costituire lo stimolo per quanti operano in questo settore a farci conoscere le loro realtà che ci interessano tutte indiscriminatamente.

 

Ringraziamo per le informazioni Silvia Fastuca (Dante Alighieri di Ramos Mejias, Coordinatore dei Soci di Buenos Aires), Felicitas Dalla Villa (Vice direttrice della Escuela Superior de Lenguas - Universidad Nacional de Córdoba), Giovanni Manzo (Preside per i corsi di cui al D.L. vo 297/94 presso il Consolato Generale di Rosario), Gabriele Casula (Responsabile Amministrativo dei Corsi di Lingua e Cultura Italiane nella Circoscrizione Consolare di Rosario), Emilio Giacometti (Scuola Cristoforo Colombo).

 

La diffusione della lingua e della cultura italiane in Argentina è ben superiore a quella di altre realtà mondiali tuttavia insufficiente se rapportata alla percentuale di discendenti italiani qui presenti e all'importanza che hanno avuto e continuano ad avere nel Paese. Ciò per via di fatti di natura storica e legislativa che hanno penalizzato lo studio dell'italiano; conseguentemente hanno invece avuto molta importanza varie forme di associazionismo, centri regionali, scuole bilingui come quelle di Buenos Aires e Rosario, e istituzioni private, prima tra tutte la Dante Alighieri.

Le nuove normative del 1988 e del 1989 hanno dato un incremento alla domanda di lingua italiana che tuttavia non ha avuto lo sviluppo sperato per la scarsa presenza di docenti con idoneità necessaria per l'insegnamento.

L'italiano è ancora oggi poco insegnato nei livelli prescolare e primario pur esistendo buone scuole come la Leonardo da Vinci (Santa Fe), la Edmondo De Amicis (Rosario) e il Centro Cultural Italiano (Olivos).

I due principali istituti dove si insegna da anni l'italiano sono la "Cristoforo Colombo" di Buenos Aires e la "Dante Alighieri" di Rosario.

La “C. Colombo”, che ha cominciato la sua opera nel 1952, comprende i livelli dalla Scuola Materna al Liceo Scientifico, i titoli intermedi e il titolo finale del liceo sono riconosciuti dall'Argentina; ha una popolazione scolastica di circa 900 alunni e presenta un funzionamento alquanto complesso.

La "D. Alighieri" di Rosario, nata nel 1909 e trasformata in scuola secondaria negli anni '30, oggi offre insegnamento dell'italiano a tutti i livelli e un corso di profesorado con una popolazione studentesca tra le più numerose d'Argentina. Possiede biblioteca, nastroteca e videoteca molto attrezzate.

 

L'insegnamento secondario è il livello che più ha risentito dei cambiamenti introdotti negli ultimi anni nell'insegnamento delle lingue straniere e principalmente dell'italiano, che è raccomandato dopo l'inglese e prima del francese ma che deve fare i conti anche con il portoghese.

Nel settore superiore vi sono pochi istituti di formazione per l'insegnamento della lingua e cultura italiana: alcune università svolgono corsi di italiano; altre istituzioni offrono profesorados (non riconosciuti a livello nazionale o suppletivi) come il Liceo Municipal de Santa Fe, le Dante Alighieri di Buenos Aires e di Rosario e l'Instituto Nacional de Enseñanza Superior di Entre Rios; la Joaquin V. Gonzáles di Buenos Aires forma docenti a tutti i livelli di insegnamento.

La Escuela Superior de Lenguas di Córdoba (una delle più antiche dell'America Latina) nel cui Dipartimento Professionale il numero degli alunni italiano è secondo soltanto a quello dell'inglese, possiede un Centro di ricerca per la linguistica e la didattica delle Lingue Straniere oltre che un Centro de Italianistica (CITAL), e prevede tre tipi di laurea: Professore, Traduttore, Licenciado en Lengua y Literatura.

Qualcosa si sta però muovendo nel campo della formazione poiché sarà prossimamente aperto un Master in didattica delle Lingue Straniere all'Università di Tucumán. Inoltre l'associazione di docenti e ricercatori in Lingua e Letteratura Italiana (ADILI) offre forme di collaborazione scientifica e di autoaggiornamento come il Convegno che in questi giorni si sta svolgendo presso l'Università di Tucumán.

 

Che attualmente la mancanza di figure adeguate per l'insegnamento dell'italiano sia il maggior ostacolo per la diffusione dell'italiano è confermato anche nella relazione sulla situazione nella Provincia di Santa Fe inviataci da Gabriele Casula.

Qui la diffusione della lingua e della cultura italiane ha avuto una ascesa sistematica tanto che i corsi sono passati da 182 con 3291 alunni nel 1978 a 475 con 9529 alunni nel 1995. Malgrado ciò, per raggiungere risultati apprezzabili occorrerebbero "figure professionali specializzate nell'ambito delle tecnologie multimediali e scientifiche e un migliore utilizzo degli strumenti normativi oggi esistenti in materia di formazione docente e progetti di formazione del personale docente. In tale direzione si stanno già muovendo la Scuola Dante Alighieri di Rosario, la Scuola Edmondo de Amicis che da tempo hanno avviato iniziative per aggiornare il personale docente di lingua italiana". I corsi nell'ambito della ex lege 153/71 del 1995 sono stati 403 con 8364 alunni e 149 insegnanti, a questi si aggiungono quelli tenuti nelle Università delle circoscrizione e nelle scuole statali della Provincia di Santa Fe, con un numero di studenti che si aggira intorno ai 3000. Ma anche altre associazioni, Enti e Istituzioni scolastiche svolgono corsi di italiano di varia tipologia per cui il numero degli alunni può essere stimato intorno ai 15.000.

 

 

L’Italiano in Santa Fe

 

La Provincia di Santa Fe rappresenta una "felice" zona di controtendenza per l'insegnamento dell'italiano come si osserverà dalla sintesi storica che segue e che abbiamo estratto da un documento fornito da Giovanni Manzo.

 

Quando si fondarono negli ultimi 20 anni del secolo scorso numerosi paesi, con l'incidenza delle ferrovie, gli emigranti italiani portavano con sé un maestro elementare che dava un'istruzione di base in tutto e per tutto simile a quanto accadeva nella Penisola. I bambini imparavano quindi come prima lingua la parlata materna che quasi mai coincideva con l'italiano ma era in dialetto, in Santa Fe generalmente il Piemontese o il Marchigiano, poi a scuola imparavano elementi di italiano e solo in un secondo tempo si arrivava a conoscere lo spagnolo (anche se quasi mai si tratta di piena competenza linguistica).

In un secondo tempo sorsero varie scuole italiane bilingui. Il governo italiano si fece carico di inviare maestri elementari specialmente nelle zone rurali. In diversi centri nacquero filiali della Dante Alighieri che si trasformarono, al di là dei loro fini, in importanti centri di irradiamento della nostra cultura.

Con l'avvento del Fascismo, il governo italiano intensificò l'invio di docenti e contemporaneamente la Repubblica Argentina inserì la lingua italiana nel curriculum di studi delle scuole secondarie: purtroppo, dal 1941, in piena seconda guerra mondiale, le uniche lingue straniere accettate furono l'inglese e il francese. I rapporti tra Argentina e Italia cominciano a migliorare a partire dagli anni '80 e infine con la risoluzione 100 l'italiano è stato reinserito nelle scuole secondarie, ma con il passaggio alle provincie, tale ley nacional cessò di avere di fatto valore legale.

Da quest'anno, in via sperimentale, si può insegnare l'italiano nel 6° e 7° grado della primaria di quelle scuole che ne facciano richiesta e che trovino le risorse economiche per poterlo fare. Si tratta del frutto di una serie di contatti avviati a partire dal 1989 tra il consolato di Rosario e il Governo di Santa Fe, parlamentari della provincia, società italiane, sindaci, agenti consolari, personalità di varia tipologia, con l'appoggio dei Consoli e del Com.it.es.

 

 

L’attività dell’Università per

Stranieri di Siena in Argentina

 

Nel 1995 la nostra Università ha svolto corsi di Aggiornamento per docenti di italiano nell'ambito dei progetti concordati con il Ministero degli Affari Esteri presso la Islands International School di Buenos Aires, la Dante Alighieri di Villa Maria e il Coascit di Córdoba, la Dante Alighieri di Bahía Blanca, la "Dante Alighieri" di Rosario e ha somministrato la certificazione DITALS presso la Dante Alighieri di Mar del Plata.

Le esperienze avute in queste occasioni e le testimonianze raccolte presso gli insegnanti stessi hanno confermato che in Argentina manca una figura professionale adeguata per l'insegnamento dell'italiano poiché, pur possedendo una buona preparazione in letteratura e cultura italiana, generalmente i docenti non hanno una formazione specifica in glottodidattica.

Tra le esigenze più ricorrenti è stato espressa la difficoltà di sostenere la motivazione degli studenti affinché continuino lo studio della nostra lingua, la necessità di istituire rapporti non episodici con il nostro Ateneo, ma soprattutto l'esigenza di dotarsi di programmi e di materiale didattico nuovo, multimediale e adeguato alla maggioranza del pubblico costituito da bambini e adolescenti.

Molti docenti (con background culturale e professionale molto vario) non si sono mai recati in Italia, spesso sono di madre lingua spagnola, il che può indurre alla mancanza di una visione reale del nostro paese, della cultura attuale e dell'italiano contemporaneo.

 

Antonella Benucci