ERNESTO SABATO:
Dalla fisica
alla letteratura
Ernesto Sabato nasce a Rojas, Buenos Aires, il 24 giugno 1911. Riceve una solida formazione scientifica nell'Università di La Plata dove si addottora in Fisica nel 1937. Arricchisce i suoi studi nel Laboratorio Curie di Parigi e nell'Istituto di tecnologia di Massachussets. Nel 1940 ritorna all'Argentina come professore di fisica teorica nell'Università di La Plata. Viene deposto dalla sua carica per la sua opposizione al governo del Presidente Juan Domingo Peron. E’ così che si dedica esclusivamente alla letteratura.
Inizia con Uno y el universo (1945) un "dizionario dell'uomo in crisi" che, continuato poi da numerosi altri saggi, rivela un atteggiamento del tutto orginale e intensamente sofferto, nei confronti dei maggiori problemi spirituali e culturali del nostro tempo. Tre anni dopo, il romanzo El túnel, sull'assurdità della condizione umana, lo rivela narratore abile e profondo.
Scrive i saggi Nombres y engranajes (1951), El otro del peronismo (1956) ed El caso Sabato (1956), pubblicati dopo la deposizione di Peron, che hanno come tema fondamentale l'analisi concreta della violenza politica argentina.
Due altri romanzi di lenta elaborazione (Sobre héroes y tumbas (1961) e Abandon el Exterminador (1974) lo hanno confermato come uno dei più forti scrittori dell'America Latina, per la densità del pensiero e l'energia espressiva.
"Non ho fatto che ruminare alcune, poche ossessioni", afferma Sabato nell'auto-antologia Itinerario (1969), ed è vero, ma le sue ossessioni, sono quelle capitali dell'infelice uomo d'oggi ed egli ha il merito di metterle a fuoco, nei saggi come nei romanzi, con implacabile lucidità e concitata partecipazione.
Fra i saggi si ricordano anche Heterodoxia (1953), Tango (1962), El escritor y sus fantasmas (1963), Sartre contra Sartre (1968), La cultura de la encrucijada nacional e la Apologías y rechazos (1979).
Nel 1985, con il titolo di Nunca mas, ha pubblicato documenti di prima mano sul dramma dei desaparecidos.