L’INSEGNAMENTO

DELLA LINGUA

E CULTURA ITALIANA

IN GRECIA

 

Maria Gabriella Bertelé è lettrice di italiano presso l’Università di Atene.

 

La presenza dell’insegnamento di Letteratura Italiana nell’Università di Atene è attestata dall’anno accademico 1933-34 quando Vincenzo Biagi, libero docente dell’Università di Pisa, venne invitato in seguito ad un accordo che prevedeva l’istituzione parallela di due cattedre, una di Letteratura Italiana ad Atene e una di Letteratura neogreca a Roma (tuttora attiva).

Nel 1940 i rapporti culturali italo-greci furono interrotti a causa del secondo conflitto mondiale e furono ripresi nel 1958 quando venne attivato il lettorato di lingua italiana, inteso come insegnamento libero senza esami finali nell’attesa di procedere alla nomina di una persona accademicamente qualificata per l’insegnamento della letteratura. Il primo lettore fu Vincenzo Rotolo che insegnava nei corsi dell’Istituto Italiano di Cultura e che ora è docente di Letteratura neogreca nell’Università di Palermo.

Da una relazione di Rotolo al Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura veniamo a sapere che i corsi, con un’impostazione più filologica che pratica, avevano una frequenza di due ore settimanali e registravano una presenza studentesca di circa 50 unità. Parallelamente allo studio teorico-linguistico, Rotolo cercò di stimolare l’interesse degli studenti per la letteratura italiana attraverso la lettura e il commento di testi, per lo più poetici, scelti per ognuno degli autori più importanti dal Duecento al Seicento.

L’attivazione della Cattedra di Letteratura Italiana avvenne nel 1960 con Salvatore Battaglia, ordinario di Filologia Romanza nell’Università di Napoli. In realtà Battaglia tenne per due anni accademici due cicli di conferenze a carattere esclusivamente letterario. Dalle relazioni fatte dallo stesso Battaglia veniamo a sapere che le lezioni erano seguite da un folto gruppo di studenti (superiore alle 60 unità). Nel 1964 Rotolo e Battaglia tornarono in Italia e la cattedra restò vacante.

In seguito la cattedra-lettorato fu ripristinata in modo saltuario grazie all’intervento di addetti o direttori dell’Istituto Italiano di Cultura di Atene.

Dal 1966 al 1970 Giuseppe Fischetti, docente dell’Istituto, offrì 5 ore settimanali di corsi cattedratici di letteratura italiana: le lezioni erano frequentate in media da una cinquantina di studenti della Facoltà di Lettere o altre Facoltà, laureati e allievi diplomati dell’Istituto. L’italiano non era comunque inserito nel piano di studi dei vari corsi di laurea; si trattava sempre di lezioni libere senza obbligo di esame finale.

Dal 1970 al 1973 insegnò Edoardo Taddeo, che era stato precedentemente direttore della sezione di studi italiani a Solonicco.

Dal 1976 al 1980 Antonia Dosi-Barzizza, addetta dell’Istituto, con la collaborazione dei due lettori inviati dal Ministero degli Affari Esteri italiano e per un periodo anche di due lettori assunti in loco, raggiunse la presenza di oltre 500 iscritti. Nell’anno accademico 1978-79 furono offerte 50 ore di lezione settimanale: vi erano 8 corsi per principianti, 2 per intermedi e uno per progrediti, inoltre vi era un corso di letteratura italiana in greco.

Nell’anno 1980-81 insegnò il direttore dell’Istituto, Domenico Gardella e tenne lezioni di metodologia critica illustrando analiticamente le opere di Pirandello, Buzzati e Bassani.

I due lettori ministeriali continuarono la loro attività gestendo i corsi di lingua e civiltà e raggiunsero i 650 iscritti.

Dall’anno 1983-84 la Sezione di Studi francesi (ora Dipartimento di Lingua e letteratura francese) decise di includere nel suo programma l’insegnamento della lingua e della letteratura italiana per i suoi studenti.

L’anno 1990 segna dei cambiamenti significativi per l’italiano che viene annesso al Dipartimento di Culture Straniere istituito allo scopo di offrire insegnamenti complementari agli studenti di tutti i corsi di laurea della Facoltà di Lettere e Filosofia e di favorire la ricerca e l’insegnamento della storia, della lingua e della civiltà di altri popoli stranieri.

L’incarico per l’insegnamento di Cultura italiana venne affidato al visiting professor Filippo D’Oria, docente di Paleografia greca all’Università Federico II di Napoli. Il lettorato continuò la sua attività, ma furono aboliti i corsi curricolari di lingua italiana, posto che fu poi ricoperto da Geronimo Zoras.

Attualmente l’insegnamento dell’italiano nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Atene può contare su tre unità: due docenti (uno locale di ruolo e il visiting professor) che offrono 4 corsi semestrali di Cultura italiana e un lettore di ruolo inviato dal Ministero degli Affari Esteri per le esercitazioni pratiche di lingua italiana.

Ad Atene sono circa 300 gli studenti che inseriscono nel loro piano di studi almeno un insegnamento di Cultura italiana (che qui viene denominata Filologia Italiana, ma in realtà si tratta di letteratura italiana o, per quanto riguarda le lezioni del visiting professor, di vera e propria cultura italiana perché si parla non solo di letteratura, ma di cinema, vita sociale, problemi economici, ecc.).

Ad Atene presso il Centro Linguistico Interfacoltà (annesso all’Università, con l’insegnamento di ben 25 lingue europee ed extra-europee) esistono corsi di italiano articolati in quattro livelli che, con una frequenza di sei ore settimanali, portano in 4 anni i discenti da un livello elementare ad un livello avanzato. Per l’anno accademico 1996-97 si sono iscritti ai corsi di italiano 461 studenti così distribuiti: 282 al corso elementare, 115 al corso intermedio (secondo anno), 34 al corso medio (terzo anno) e 30 al corso superiore (quarto anno). Di questi studenti circa 180 provengono dalla Facoltà di Lettere e Filosofia. La differenza di iscritti dal primo anno ai successivi si giustifica in parte con i dati di un’indagine motivazionale che ho condotto distribuendo un questionario a 100 studenti del Centro Linguistico Interfacoltà. L’87% dichiara di studiare l’italiano per piacere personale; la maggior parte degli studenti considera l’italiano una lingua musicale e facile. Quindi la convinzione, purtroppo errata, di poter apprendere l’italiano con facilità e in breve tempo, nonché motivazioni di carattere prevalentemente affettivo inducono gli studenti a scegliere l’italiano come seconda o terza lingua straniera, ma nello stesso tempo non sono motivazioni abbastanza forti per convincerli a continuare a studiare l’italiano quando le difficoltà linguistiche aumentano. Di qui il calo degli studenti nei corsi avanzati. Inoltre si ritiene generalmente utile il conseguimento di un diploma o di un certificato solo se è riconosciuto dallo stato greco.

Ecco alcuni dati riguardo all’insegnamento presso le altre università:

- Università di Scienze Politiche “Pandios”: presso il Dipartimento di Lingue Straniere viene offerto un corso di lingua della durata di due anni con obbligo di esame finale;

- Politecnico di Atene: presso il Dipartimento di Lingue Straniere viene offerto un corso di lingua della durata di due anni (4 semestri) con obbligo di esame finale;

- Università della Tessaglia (Volos): offre corsi semestrali di lingua della durata di due anni agli studenti delle Facoltà di Pedagogia, di Agraria, di Ingegneria civile, meccanica e industriale e di Urbanistica;

- Università dello Jonio (Corfù): è stato attivato un corso di lingua e cultura italiana per gli studenti della Facoltà di Lingue Straniere e Archivistica.

Sono dunque pochi i corsi che garantiscono una certa stabilità all’insegnamento dell’italiano perché la normativa universitaria greca prevede il possesso di un dottorato e della cittadinanza greca per poter accedere all’insegnamento universitario. Nella difficoltà di portare forze umane dall’estero bisognerà attendere parecchi anni prima che si formino degli specialisti in loco (i dottorati di ricerca sono stati attivati da poco).

 

Maria Gabriella Bertelé