1° Convegno

bilaterale

sull’insegnamento

dell’italiano

in Grecia

 

Rosaria Gulisano è lettrice di italiano presso l’Università “Aristotele” di Salonicco.

Costantina Spanopulu è insegnante di Lingua Italiana all’Accademia Militare di Atene e collaboratrice linguistica di neogreco presso l’Università di Venezia.

 

 

Nei giorni 7-9 dicembre 1996 si è svolto a Salonicco presso l’Anfiteatro del Politecnico il primo convegno bilaterale avente per tema “L’insegnamento dell’italiano in Grecia e le sue prospettive nell’Europa polilinguistica e policulturale.”

Il convegno è stato organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Salonicco in collaborazione con il Dipartimento di Lingua e Letteratura italiana dell’Università “Aristotele” di Salonicco, con i Ministeri degli Affari Esteri e della Pubblica Istruzione e con l’Associazione Ellenica di Linguistica Applicata.

L’iniziativa di convocare nel capoluogo della Macedonia docenti di italiano provenienti da Italia, Spagna, Olanda, Norvegia e da Atene e Salonicco, è stata di notevole importanza in quanto è la prima volta che in Grecia, sollecitati sempre più dall’interesse crescente per lo studio dell’italiano - visto soprattutto come apprendimento culturale - si cerca di fare il punto sull’insegnamento dell’italiano come lingua seconda e sulle sue prospettive in tutta l’Europa.

Al convegno sono state presentate molte interessanti relazioni, ma per motivi di spazio ne citeremo soltanto alcune.

“Cinque ragioni per studiare l’italiano in Grecia”: R. Simone, partendo dal presupposto che nella diffusione di una lingua è essenziale tener conto della varietà dei fattori geopolitici e storici, ha illustrato con garbata logica i diversi momenti di una elaborazione storica secolare e cinque ragioni che rendono il terreno della Grecia particolarmente fertile per la diffusione dell’italiano, individuando in esso una possibile candidatura come lingua franca mediterranea.

“L’attività comunicativa e il suo ruolo sull’iter di apprendimento dell’italiano come L2”: W. D’Addio Colosimo ha sottolineato che le attività comunicative sono momenti fondamentali per l’apprendimento di una lingua straniera, perché stimolano e sviluppano le capacità di uso della lingua andando al di là dell’esercizio applicativo analitico e grammaticale.

“Parole italiane di origine “greca”: problemi di interferenza”, E. Petrunias, dopo avere analizzato con sapiente precisione e chiarezza il concetto di internazionalismo nell’ambito delle lingue moderne, ha posto l’accento sulle possibili divergenze che si possono creare fra gli internazionalismi da una parte e le forme e i significati che normalmente da essi ci si aspetta.

“L’insegnamento della lingua italiana in Spagna”: M. Carrera Diaz ha fatto un quadro esaustivo della situazione dell’italiano in Spagna. Partendo dai tratti generali della struttura del sistema educativo spagnolo, ha illustrato le caratteristiche dei vari corsi e dei diversi scopi che essi si prefiggono fornendo dati statistici sugli studenti e sulle loro motivazioni di frequenza.

“Analisi degli errori di studenti grecofoni: implicazioni sulla didattica dell’italiano L2”: l’intervento di L. Costamagna, assai stimolante, ha illuminato l’analisi degli errori dal punto di vista fonetico e fonologico.

“La difficoltà di un testo scritto italiano. Misurazioni eseguite con il computer, opinioni di docenti, riscontri di discenti”: C. Marello ha parlato delle difficoltà del testo scritto italiano distinguendo quelle legate all’età, alla cultura dell’interpretante da quelle invece che partono dalla forma linguistica e argomentativa del testo.

“Lo stile nominale”: A. Busbuchis ha dissertato sulle forme stilistiche nominali negli avvisi, nei titoli della cronaca sportiva e nella lingua letteraria.

“La certificazione dell’italiano come lingua straniera”: M. Vedovelli ha illustrato le condizioni istituzionali, linguistiche e culturali che hanno portato alla introduzione delle certificazioni di italiano come lingua straniera e alcuni problemi e dati relativi ai candidati greci.

“Introduzione al discorso sull’insegnamento dei linguaggi settoriali al Istituto Italiano di Cultura di Salonicco”: G. Candia ha proposto una nuova prospettiva di insegnamento dei linguaggi settoriali al suddetto Istituto, cogliendo il vero bisogno e il notevole incremento di tale richiesta in Grecia.

“Programmazione dell’insegnamento dell’italiano a scopi speciali. Punti introduttivi e proposta di modello”: A. Tsopanoglu ha tracciato una procedura di programmazione che tenta di sfruttare le caratteristiche positive dell’approccio audiolinguale (in particolare il criterio della frequenza) e quelle dell’approccio comunicativo (identificazione dei bisogni e localizzazione sul significato della lingua e non sulla forma).

Il convegno si è concluso con G. Bertelé ha dato al suo intervento un carattere prevalentemente informativo tracciando un “excursus” storico sull’insegnamento della Lingua e Cultura italiana nella facoltà di Lettere e Filosofia di Atene dal 1933 ad oggi analizzando le motivazioni che spingono gli studenti universitari allo studio dell’italiano e le prospettive che vengono loro offerte per approfondirne la conoscenza.

Dagli interventi è emerso che non solo in Grecia ma anche in ciascuna delle realtà in cui i docenti di italiano che hanno partecipato operano, appare evidente un discreto fermento e interesse nei confronti della lingua e della cultura italiana; fatta eccezione per il dipartimento di Lingua e Letteratura italiana dell’Università di Salonicco, si lamenta la mancanza di altri dipartimenti di italianistica in Grecia nonché l’inserimento dell’italiano nelle scuole; l’italiano non è ancora assunto alla dignità di lingua di diffusione come, invece, l’inglese, il francese o il tedesco; l’insegnamento dell’italiano come L2 nelle scuole a livello nazionale non si è ancora affermato.

Alle tre giornate è seguita la Settimana italiana, una settimana animata da numerose iniziative culturali che si è conclusa con il Laboratorio Di Metodologia Applicata per l’insegnamento dell’italiano in Grecia. I laboratori hanno coperto tematiche svariate, da come attivare un laboratorio a come usare il video quale strumento di formazione a come imparare le lingue giocando: esperienze delle insegnanti della città di Torino con i bambini di Salonicco.

L’augurio che ci si sente di formulare è che questo convegno sia stato solo il trampolino di lancio per l’avvio di una serie di successivi e più puntuali incontri tra gli italianisti. Sarebbe auspicabile che lo Stato italiano promuovesse una politica culturale internazionale più favorevole alla diffusione dell’Italiano come L2 nel mondo e più attenta alle esigenze pedagogico - didattiche dei docenti.

 

 

Rosaria Gulisano

Costantina Spanopulu