PROGRAMMA

MED - CAMPUS

 

 

L’analisi della situazione socio-politica ed economica dei Paesi dell’area mediterranea è certamente molto complessa in quanto sono Paesi caratterizzati da una notevole dipendenza dall’estero sia nella bilancia commerciale che in quella dei pagamenti. La maggior parte di questi Paesi (ex Jugoslavia, Libano, Cipro, Palestina, Algeria, Egitto, Israele, ecc. ), definiti anche “Paesi Terzi del Mediterraneo”, dipende fortemente dal Mercato Comune Europeo e l’Unione Europea si sta impegando a trasformare questa dipendenza in forme di effettiva collaborazione, con il fine di giungere ad un graduale riequilibrio delle bilance commerciali e a uno sviluppo più rapido e autonomo.

Una collaborazione effettiva nel settore della formazione e della ricerca scientifica e tecnologica finalizzata alla diffusione delle innovazioni tecnologiche ed alle sue implementazioni nelle attività produttive potrebbe favorire il raggiungimento di questi obiettivi. In tal senso si è orientato il programma di formazione dell’Unione Europea per il Mediterraneo ( il programma comunitario di cooperazione interuniversitaria Med-Campus ), con l’obiettivo di valorizzare le risorse umane nelle pubbliche amministrazioni e nelle imprese private di questi Paesi predisponendo azioni di formazione condotte tramite reti euro-mediterranee di cooperazione interuniversitaria e  coinvolgendo atenei ed altre istituzioni di dodici Paesi mediterranei e di quelli dell’Unione Europea.

Tale singolo progetto non può certo soddisfare interamente gli enormi bisogni dei Paesi dell’area Mediterranea ma certo rappresenta un ottimo punto di partenza per realizzare una serie di programmi di intervento generali e settoriali al fine di creare figure professionali strategiche, funzionali all’autosviluppo del Paese beneficiario. Il programma si prefigge di contribuire allo sviluppo economico dei Paesi Terzi mediterranei mediante la creazione e il rafforzamento di legami tra Università e Istituti di Istruzione Superiore dell’Unione Europea e dei Paesi stessi; intende migliorare le strutture dell’istruzione superiore per il trasferimento a tali Paesi dell’esperienza europea; incoraggia e approfondisce la cooperazione regionale e i legami culturali. I settori da individuare devono rispondere ai bisogni che sono considerati prioritari  nel Mediterraneo ed essere sufficientemente ampi per catturare l’effettivo interesse delle diverse realtà. In base all’analisi svolta, questi interventi settoriali prevedono:

•gestione dell’ambiente.

•tecniche di comunicazione e dell’immagine.

•conoscenza approfondita dell’amministrazione pubblica.

•conoscenza dei sistemi costituzionali e delle normative statuali e regionali.

•sistemi delle società e scelte programmabili dello sviluppo.

•strumenti linguistici di comunicazione.

•sistema integrato di trasferimento e formazione sui materiali per i Paesi Terzi del Mediterraneo.

•management e organizzazione aziendale.

•conoscenza del funzionamento dei principali mercati internazionali.

•mercati e strumenti finanziari.  

Con il 1995 si è conclusa la fase sperimentale del programma Med-Campus ed è iniziata la fase di consolidamento per il triennio 1995/98, che prevede una gamma di novità procedurali e sostanziali definite congiuntamente dalla Commissione Europea e le parti interessate. Prima di analizzare gli obiettivi e le nuove specificità del programma , è utile soffermarsi sui risultati e  le tendenze emersi in questi primi anni di attuazione del progetto.

Gli ottimi risultati e la grande espansione del programma ottenuti su molteplici fronti hanno portato ad un incremento del 30% del contributo annuale erogato dalla Commissione Europea. E’ cresciuto in modo considerevole sia il numero complessivo dei progetti presentati che di quelli approvati, con una distribuzione per campi disciplinari che ha visto primeggiare progetti di “management” seguiti da quelli relativi al settore “ambiente”.

Volendo stabilire in quale misura abbiano partecipato rispettivamente i Paesi Terzi del Mediteraneo e i Paesi dell’Unione Europea sono stati evidenziati, in un primo momento, notevoli squilibri in termini di partecipazione nazionale con una quota di progetti coordinati da partners comunitari notevolmente superiore a quella dei paesi mediterranei. Successivamente tale divario è andato sensibilmente riducendosi, in quanto il tasso di crescita dei progetti coordinati dai Paesi mediterranei è risultato più rapido di quello comunitario, grazie anche alla politica adottata dalla Commissione Europea mirante a favorire le iniziative Med-Campus coordinate direttamente da tali Paesi.

In base a dati ufficiali elaborati dall’Ufficio di Assistenza Tecnica al programma (Ismeri Europa) è risultato che i Paesi che hanno presentato il maggior numero di progetti hanno ottenuto un numero di contratti proporzionalmente inferiore a chi ne aveva presentato un numero esiguo. Così è avvenuto, per esempio, per l’Italia che, nonostante l’aumento progressivo dei progetti presentati, ha visto diminuire la quota di quelli approvati, pur rimanendo le Università italiane complessivamente le più attive del programma in quanto figurano al primo posto nel ruolo di partner nel 1994/95.

La seconda fase del programma Med-Campus, iniziata nell’anno 1995/96, ha ridefinito e razionalizzato le aree di attività prioritarie evidenziatesi alla luce degli squilibri e della domanda emersi nella fase pilota. I parametri di partecipazione sono diventati più specifici e rigidi con una maggiore precisazione dei settori d’intervento cui devono afferire. Una seconda novità concerne le attività di alta formazione suddivise in formazione continua, formazione dei formatori e nuovi corsi post-lauream euromediterranei di tipo master, incentrati su problematiche mediterranee. Un’ultima differenza essenziale riguarda la durata totale dei progetti Med - Campus che sarà di tre anni con una copertura finanziaria erogata su base annuale.

Tali innovazioni mirano a potenziare la cooperazione interuniversitaria tra le due sponde del Mediterraneo e, sebbene non si possa ancora stabilire l’andamento della nuova fase del programma, la somma investita dalla Commissione Europea - pari a 34 milioni di Ecu per il triennio - testimonia la qualità degli intenti.

 

Stefania Eutropi