LE MOTIVAZIONI
PER LO STUDIO
DELL’ITALIANO
IN GRECIA
Antonis Tsopanoglu è professore di Glottodidattica al Dipartimento di Lingua e Letteratura Italiana dell’Università “Aristotele” di Salonicco.
L’italiano è una delle quattro lingue straniere più studiate in Grecia, insieme all’inglese, al francese e al tedesco. La preferenza dei greci per l’italiano è senz’altro giustificata dalla vicinanza dei due paesi, dai rapporti avuti in passato nonché da una, in parte vera, in parte presunta, somiglianza culturale. Per poter risolvere i problemi di apprendimento e di insegnamento di questa lingua, e in particolare per la preparazione di programmi e materiali didattici, sono state svolte in passato alcune indagini di identificazione dei bisogni e degli interessi linguistici dei greci.
Tra le più recenti indagini di cui sono al corrente, tre presentano delle garanzie di affidabilità e validità e meritano, dunque, di essere citate. Una riguarda l’apprendimento dell’italiano ad uso generico nelle numerosissime scuole private di lingua sparse in tutta la Grecia e le altre due riguardano l’apprendimento dell’italiano a scopi speciali presso l’Università di Salonicco. In questo testo mi limiterò ad una brevissima presentazione dei dati della prima delle suddette indagini di cui il sottoscritto è stato il responsabile; per ulteriori dettagli rinvio all’articolo “L’insegnamento/apprendimento dell’italiano”, apparso sul mensile Enimerosi della Federazione Panellenica Scuole Private di Lingua tra il maggio e il dicembre 1992 ad Atene.
Le informazioni sono state raccolte con un questionario compilato da un campione di 419 studenti di 22 scuole private greche sparse in nove città (Atene, Giannina, Corfù, Iraklio, Lamia, Patrasso, Il Pireo, Retimno e Salonicco) e tramite intervista fatta a 34 docenti delle stesse scuole. Il questionario comprendeva 39 domande e l’intervista ne prevedeva almeno altre dieci. Le domande, scelte in base al modello di identificazione dei bisogni di Richterich e Chancerel del “Progetto L2” del Consiglio di Cooperazione Culturale del Consiglio d’Europa, mirano a misurare i seguenti sette gruppi di variabili:
a) caratteristiche dei discenti (età, sesso, ecc.); b) bisogni linguistici percepiti dai discenti; c) interessi personali legati alla lingua e alla cultura da imparare; d) abitudini e atteggiamenti matetici dei discenti; e) attitudini e stereotipi rispetto agli italiani, alla lingua e alla cultura italiana; f) livello e tipo di formazione iniziale e continua dei docenti; g) infrastrutture e mezzi a disposizione dei docenti e dei discenti.
Per quanto riguarda le caratteristiche individuali dei discenti, e più particolarmente l’età, è stato riscontrato che il 70% dei discenti si colloca nella fascia d’età tra i 19 e i 29 anni, cioè sono adulti che si accingono o sono da poco entrati nel mercato del lavoro. In quanto al sesso le donne sembrano disposte in numero più elevato a consacrare tempo e denaro per imparare questa lingua.
La distribuzione dei discenti sul territorio è quasi sempre proporzionale alla distribuzione degli abitanti del paese nel loro insieme. Infatti quasi la metà della popolazione vive in Attica e il 55% dei discenti vive in questa regione. Delle discrepanze, però, sono state trovate in alcune altre regioni, come Corfù e Creta che hanno una proporzione di discenti d’italiano superiore a quella della popolazione, mentre, al contrario, la Tessaglia e la Macedonia hanno meno discenti, il che si spiega in parte con il flusso di turisti italiani nelle isole e nel Peloponneso e la loro quasi assenza in altre zone.
Per quanto riguarda l’occupazione, si registra un 27,6% di individui già entrati nel mercato del lavoro, un 26,2% di studenti universitari, un 19,0% di disoccupati, cioè giovani che hanno compiuto gli studi ma non hanno ancora trovato lavoro e un 17,1% di alunni della scuola secondaria.
I greci parlano già una lingua straniera quando incominciano lo studio dell’italiano. Solo il 2,7% dichiara di aver studiato l’italiano come lingua seconda. Le lingue già studiate sono l’inglese (69,1%), il francese (19,2%) e il tedesco (5,7%). Tanto questi dati quanto quelli del paragrafo precedente meritano particolare attenzione se ci si accinge alla preparazione di materiale per tale pubblico.
La motivazione più importante registrata è il piacere personale (39,9%). Si tratta di una percentuale particolarmente alta. I greci, infatti, sembrano attratti dalla lingua italiana e dal modo di vivere italiano. I nomi dei negozi delle grandi città, l’acquisto di oggetti di fabbricazione italiana sono testimonianze di tale attrazione. Un’altra percentuale che merita di essere sottolineata è quella dei discenti che dichiarano di voler fare studi pre o post-lauream (25,0%).
L’altra importante motivazione, tra le dieci previste dal questionario, è il lavoro. Il 19,3% del pubblico pensa di aver bisogno dell’italiano per migliorare il proprio rendimento nell’attività professionale che svolge o svolgerà. Questa percentuale mi pare abbastanza alta e smentisce l’opinione di chi pensa che l’italiano sia visto o dovrebbe essere visto soprattutto come lingua che permette il contatto diretto con la cultura. E’ una percentuale che giustificherebbe un esame più serio dei linguaggi settoriali e del loro insegnamento e che favorirebbe una nuova dinamica a favore dell’italiano.
Le osservazioni del paragrafo precedente sono convalidate anche dalla bassa percentuale di persone (4,7%) che studiano l’italiano per poter leggere la letteratura in versione originale o conoscere meglio altre dimensioni ed espressioni di alta cultura come le arti figurative, il disegno industriale, l’architettura, ecc.
I giovani che studiano l’italiano con l’intenzione di superare il concorso per l’ammissione al Dipartimento di lingua e letteratura italiana di Salonicco, l’unico dipartimento di italiano in Grecia, e cioè aspirano a diventare insegnanti d’italiano, rappresentano l’1,3% del pubblico.
Le macroabilità che interessano il pubblico, per ordine decrescente, sono: la produzione orale, la lettura, l’ascolto, la produzione scritta e la traduzione.
Tra i generi testuali quelli che sembrano interessare di più il pubblico sono i film proiettati o trasmessi alla televisione, i testi giornalistici, scientifici e letterari, le canzoni, gli annunci e le lezioni o conferenze (tutti tra il 13,1 e l’8,2%).
Gli argomenti di discussione che interessano di più sono i problemi sociali (immigrazione, emarginazione, disoccupazione, droga, criminalità, ecc.), gli spettacoli pubblici o privati (cinema, televisione, teatro), la musica, il turismo e l’educazione (tutti inclusi tra il 10,3 e il 7,9%).
Il 58,7% del pubblico considera l’italiano una lingua facile da imparare, il 30,1% lo considera tanto difficile quanto le altre lingue europee studiate in Grecia e solo il 6,7% dichiara di trovare l’italiano difficile. Questi dati confermano lo stereotipo esistente in Grecia rispetto alla lingua italiana.
Il 34,4% dichiara di essere pienamente soddisfatto dei manuali e degli altri materiali usati. Il resto del pubblico attribuisce la propria insoddisfazione alla presenza di argomenti di scarso interesse nei libri di testo (16,4%), alla grafica di vecchio stampo usata (11,6%) e alla noia dovuta alle scelte metodologiche degli autori.
Alla domanda “quale è l’aspetto più positivo degli italiani e della loro cultura”, i cinque tratti positivi più citati sono stati la musicalità della lingua, la finezza dell’abbigliamento e del comportamento, la produzione musicale, il carattere aperto ed estroverso e l’arte culinaria.
Antonis Tsopanoglu