GRUPPI DI RICERCA

RISULTATI DEI QUESTIONARI

 

Sezioni A e B

Riportiamo i dati relativi alla situazione generale dell'insegnamento, corrispondenti alle sezioni A e B.

 

 

Profilo professionale

 

Titolo di studio: al primo posto si trovano le lauree in lingue e letterature straniere poi vengono quelle in lettere. Il bilancio delle lingue conosciute è piuttosto positivo : più della metà degli intervistati conosce due lingue, ma molti ne parlano tre o quattro. Oltre all'inglese e al francese, seguite a stretta vicinanza dallo spagnolo, sono stati elencati : portoghese, croato, bulgaro, catalano, russo, albanese ecc.). Le professioni dichiarate sono: al primo posto insegnante, poi lettore, seguono con basse percentuali funzionario tecnico, maestro, Direttore didattico, ecc. Per l'item relativo all'istituzione di appartenenza al primo posto vengono le università straniere, poi i Ministeri degli Affari Esteri e della Pubblica Istruzione, le Scuole italiane all'estero. In molti casi vengono svolte contemporaneamente attività collegate all'insegnamento in Istituzioni private e scuole "Dante Alighieri".

Esperienza di insegnamento: più del 50% degli intervistati insegna da oltre 10 anni, circa il 30% da 4 a 10 anni.

 

 

Profilo dell'attività didattica

 

L'insegnamento si espleta in tutte e quattro le situazioni di corso individuate dal questionario, anche se prevalgono i corsi "collettivi" e "monolingue"; il numero delle ore settimanali si situa per lo più nella fascia tra le 11 e le 18 ore, il numero totale delle ore dei corsi è spesso indicato in semestri (ripartito in percentuali più o meno equivalenti nei gruppi: 40-60; 61-100; oltre 100). Riguardo alla tipologia dei corsi, quelli di "lingua italiana" e di "lingua e cultura italiane" sono a pari percentuale. Nella sezione altro vengono segnalate le "microlingue"; la quasi totalità degli intervistati insegna in più di un livello, prevalgono quelli "intermedio" e "avanzato".

 

 

Profilo dello studente e dell'insegnante

 

Riguardo all'età degli studenti la fascia tra i "21 e i 25 anni" viene al primo posto, seguita da quella "oltre i 25 anni". La domanda Perché i suoi studenti studiano l'italiano non ha fornito grosse sorprese rispetto alle indagini motivazionali più recenti. La più alta percentuale si registra tra i "motivi di studio", seguiti da vicino dalla "motivazione del piacere", quindi da quella del "lavoro". Essendo quella dello studio una motivazione troppo generica, un incrocio con le risposte della domanda sugli "interessi culturali" è servito a chiarirla: gli interessi culturali più frequenti riguardano la "lettura" e la "storia dell'arte" ma non c'è molta differenza dalle percentuali di "vedere film" e "guardare la Tv".

Circa la metà dei soci dichiara di aver svolto attività di ricerca in glottodidattica: in primo luogo nel settore della programmazione; alcuni indicano come attività di ricerca "l'insegnamento/apprendimento delle lingue straniere", altri elencano materiali didattici prodotti da loro o in collaborazione con varie istituzioni.

 

 

Materiali impiegati e conosciuti

 

Il materiale didattico utilizzato come libro di testo, a parte alcune produzioni straniere, è quasi tutto relativo alle case editrici Bonacci e Guerra, i manuali più citati sono "Uno" e "Due" del gruppo META, "Bravo" di Katerinov-Katerinov Boriosi - tra quelli definiti comunicativi -, e "In italiano" di Chiuchiù-Minciarelli-Silvestrini e "La lingua italiana per stranieri" di Katerinov - tra i "tradizionali". I risultati della domanda sui libri di grammatica utilizzati nei corsi presentano importanti spunti di riflessione. Vengono segnalate quasi unicamente grammatiche concepite per e rivolte a italiani, tra le quali primeggia quella di Dardano-Trifone seguita da quelle di Sensini e Renzi. Anche se da alcune risposte si comprende che tali opere sono usate come testi di consultazione ad uso dello stesso insegnante, spesso è invece chiaro che sono adottate come libro di testo. Tra le grammatiche concepite per stranieri quella più citata è "La lingua italiana per stranieri" di Katerinov. Questi dati segnalano che manca una grammatica pedagogica di riferimento per stranieri adulti e/o di livello universitario specificamente concepita per l'italiano come L2 e LS. Tra gli altri materiali didattici utilizzati in classe al primo posto ci sono "i giornali" e "le riviste", seguiti da "materiali propri": "film", "canzoni", "testi letterari", "programmi televisivi". Pur essendo le "conversazioni" in buona posizione, il "laboratorio" riscuote scarso successo.

 

 

Giudizi sui materiali

 

Alla domanda Quali materiali specifici per l'insegnamento dell'italiano esistono nel paese in cui opera la maggior parte dei soci risponde che non ve ne sono e afferma di adottare testi editi in Italia. C'è anche chi dichiara che i materiali locali esistenti non sono molto validi e sono concepiti per le scuole superiori, fino all'estrema situazione dalla Lettonia dove si segnala che non circola alcun materiale.

Alla domanda Ha utilizzato qualcuno di questi materiali i docenti che hanno risposto affermativamente sostengono di ricorrere a tali testi per completare quelli di base e per ottenerne suggerimenti nell'impostazione delle attività.

Interessanti sono i giudizi su Quali sono gli aspetti positivi e negativi di tali materiali, che vengono qui di seguito sintetizzati.

Aspetti positivi: si ha da una parte chi impiega i manuali "Uno" e "Due" e apprezza la varietà dei testi, il taglio funzionale e comunicativo, una buona proporzione tra descrizione grammaticale e attività indirizzate all'acquisizione scritta e orale delle strutture proposte, il fatto di fornire documenti autentici e abbastanza motivanti per gli allievi. Di alcuni manuali, e tra questi quelli per ispanofoni, si appezza la forte accentuazione degli aspetti normativi della grammatica, l'impostazione contrastiva. Aspetti negativi: si critica la limitata considerazione della componente testuale e pragmatica, il fatto che i manuali siano monotoni con situazioni false. Si sostiene inoltre (in particolare da parte di chi ha un pubblico con LM romanza) che in genere manca una attenzione agli aspetti della pronuncia che vadano al di là degli elenchi fonetici. Altre critiche sono relative ad uno sviluppo non coerente delle unità, alla banalità delle attività in rapporto alla formazione degli studenti, al fatto che molti testi con un buon approccio metodologico in senso comunicativo risultano di non agevole consultazione nelle sezioni di sintesi grammaticale. La metà circa degli insegnanti trova difficoltà nell'adozione di materiale per i livelli avanzati ed è costretta ad integrare i testi con materiali propri. Solo due soci si preoccupano degli aspetti sociolinguistici e lamentano la mancanza di registri medi e formali, della lingua parlata.

 

Nel prossimo numero troverete i dati dell'ultima sezione: "aspettative e proposte".

 

Antonella Benucci