L’INSEGNAMENTO

DELLA LINGUA

ITALIANA

A BARCELLONA

 

 

Ursula Bedogni è Docente di Italiano all’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona.

 

Fra le diverse situazioni dell’insegnamento dell’italiano nel variegato contesto spagnolo, merita una particolare attenzione il caso di Barcellona, capitale della Catalogna e centro di iniziative culturali finalizzate alla diffusione di una solida coscienza multilinguistica. La compresenza del catalano e del castigliano ha infatti determinato un trattamento di riguardo nei confronti delle altre lingue romanze in nome di un forte senso d’identità e di un desiderio di riconoscimento reciproco. Non bisogna inoltre dimenticare che, soprattutto negli ultimi anni, l’italiano ha assunto un ruolo sempre più preponderante e incisivo rispetto al passato perché, alla tradizionale immagine della nostra lingua come sinonimo di cultura, si è affiancata la non meno deteminante motivazione economica, derivante dagli sviluppi e dall’evoluzione della Comunità Europea, al cui interno l’Italia ha spesso rappresentato per la Spagna una sorta di punto di riferimento, in virtù di tutte quelle somiglianze e affinità che caratterizzano i due paesi mediterranei. 

Anzitutto, a Barcellona sono attive una scuola italiana materna privata ed una elementare pubblica “M. Montessori” con un totale di circa 200 alunni - ma meno della metà sono gli studenti che poi si iscrivono alla scuola media ed al liceo scientifico “E. Amaldi” -,  per la maggioranza figli di emigrati italiani di prima generazione. Un altro dato significativo è la presenza dell’insegnamento dell’italiano come prima lingua straniera in due scuole secondarie locali, gli Istituti “Balmes” e “Montserrat”.

Oltre all’attività delle scuole pubbliche, ha un ruolo determinante l’Istituto Italiano di Cultura che, solo con i corsi di lingua italiana (divisi in 8 livelli) raggiunge le 500 iscrizioni a quadrimestre. Per quanto riguarda la tipologia degli studenti, si tratta in gran parte di universitari, a cui si aggiungono coloro che studiano l’italiano per motivi di lavoro, seguiti da un numero costante di persone che amano la nostra lingua per motivi specificamente personali, culturali o familiari. Da segnalare, nell’ultimo anno, l’attivazione di un corso di specializzazione in traduzione letteraria, in collaborazione con case editrici locali, e, per l’anno prossimo, un corso di lingua italiana per il turismo, che rappresenta un tentativo di rispondere alle esigenze di un rilevante numero di potenziali studenti, costituito da operatori del settore turistico e alberghiero - uno dei più sviluppati della regione.

A livello universitario, l’italiano viene insegnato presso l’Universitat de Barcelona e l’Universitat Autònoma de Barcelona.

All’Universitat de Barcelona è in funzione, fin dagli inizi degli anni ‘70, l’unico corso di laurea in Filologia italiana (ma si intenda “Filologia”  nel senso più ampio di “Lettere”) di tutta la Catalogna. In seguito alla riforma universitaria del 1994 e all’introduzione di una seconda lingua obbligatoria (con la relativa letteratura) per tutti i vari corsi della Facoltà di Filologia, il numero degli iscritti a italiano è salito a 700. L’Area di Italiano è costituita da 12 docenti, tra cui un professore ordinario (Prof.ssa Mª de las Nieves Muñiz Muñiz) e un lettore. All’interno del piano di studi è previsto l’insegnamento della didattica della lingua, come materia obbligatoria, che comprende, tra l’altro, un certo numero di ore di tirocinio da svolgere presso la locale Escola Oficial d’Idiomes. Nell’ambito dell’insegnamento della lingua per fini specifici, la stessa docente di didattica (Prof.ssa Rosa Mª Torrens) impartisce corsi di italiano aziendale nella Scuola Universitaria di Ciències Empresarials, che riscuotono un interesse in crescita costante: è infatti prevista per il prossimo anno accademico l’attivazione di un ulteriore corso di italiano per il commercio estero presso  un’altra scuola universitaria ascritta all’Universitat de Barcelona.

Sempre nel campo dei linguaggi settoriali, va ricordata anche l’organizzazione dei corsi di italiano commerciale presso la locale Camera di Commercio Italiana (con 35 iscritti),  rispondendo ad una richiesta da parte degli imprenditori italiani che operano localmente.

Non trascurabile è il ruolo svolto dall’Universitat Autònoma de Barcelona, con i suoi 300 iscritti alle materie dell’Area di Italiano - inserita nel Dipartimento di Filologia Francese dal 1993. I quattro docenti in servizio (tra cui un lettore) propongono corsi di lingua e letteratura italiana a studenti provenienti da varie facoltà, in particolare da altre “filologie”, da Storia dell’arte e da Giurisprudenza. A differenza di quanto avviene in molte altre università, in cui la massificazione impedisce molto spesso qualsiasi rapporto diretto tra insegnante e alunni,  la decisione di ridurre il numero di studenti per classe (non si supera in genere la trentina) ha consentito agli insegnanti di lingua dell’Universitat Autònoma di adottare, durante le loro lezioni, un approccio di tipo comunicativo, ottenendo ottimi risultati e un maggiore coinvolgimento da parte degli stessi studenti.

Ed è stata proprio l’Universitat Autònoma ad organizzare, nell’aprile del ‘96, un convegno internazionale sull’insegnamento dell’italiano a stranieri, a cui sono convenuti docenti da tutto il teritorio spagnolo e personalità italiane di spicco  nel campo della glottodidattica.

Presso la stessa Università c’è anche la Facoltà di Traduzione ed Interpretazione che conta 4 docenti e circa 150 studenti ripartiti in tre anni di insegnamento di lingua (seconda lingua straniera) e uno - l’ultimo - specificamente dedicato alla traduzione.

Ogni università  è infine dotata di un centro linguistico che ha a disposizione  laboratori per l’autoapprendimento: gli studenti iscritti a italiano all’Escola d’Idiomes Moderns (EIM) dell’Universitat de Barcelona sono 155 mentre il Servei d’Idiomes Moderns (SIM) dell’Universitat Autònoma de Barcelona, in cui l’italiano è entrato solo quattro anni fa, conta una sessantina di alunni. I corsi, suddivisi in 5 livelli, hanno una durata annuale per un totale di 120 ore.

Infine,  va sottolineata la presenza dell’italiano nell’Escola Oficial d’Idiomes, dipendente dal Departament d’Ensenyament della Generalitat de Catalunya ed equiparata alle scuole secondarie, con circa 500 iscrizioni all’anno. La scuola, che ha una tradizione pluriennale nell’insegnamento delle lingue straniere, offre agli studenti molteplici servizi: una biblioteca, una sala di lettura, due laboratori linguistici predisposti anche per l’autoapprendimento, una sala per conferenze o rappresentazioni teatrali e cinematografiche e quattro sale video. I corsi dell’EOI, impartiti da 5 insegnanti,  prevedono 5  livelli di durata annuale (sempre 120 ore all’anno), di cui i primi due corrispondono al ciclo elementare e gli ultimi due al ciclo superiore, alla fine del quale si ottiene un certificato attestante una conoscenza superiore della lingua. Diversamente da qualche anno fa, questo certificato accompagnato da un titolo di laurea non è più sufficiente ad abilitare all’insegnamento della lingua presso le EOI e le scuole secondarie, ma viene invece richiesto il possesso di un titolo di laurea in Filologia Italiana, contribuendo così ad ampliare gli sbocchi occupazionali per i nostri laureati.

La situazione dello studio dell’italiano a Barcellona presenta quindi un panorama ampiamente positivo, con ancora notevoli possibilità di crescita, laddove le relazioni fra le diverse istituzioni e i vari centri d’insegnamento locali sono destinate a diventare la chiave di volta per consolidare, quantitativamente e qualitativamente, lo studio della nostra lingua.

 

Ursula Bedogni