GRUPPI DI RICERCA
RISULTATI
DEI QUESTIONARI
Sezione B
Terminiamo l’analisi delle sezioni A e B già pubblicata sul numero 2 del 1997 completandola con i dati delle ultime due domande del questionario.
Aspettative e proposte
La domanda 6 della parte B del questionario Indichi in quale dei seguenti campi vorrebbe indagare insieme al gruppo di lavoro di cui fa parte evidenzia la diffusa necessità, d’altronde rilevata anche in altre situazioni di insegnamento, di un confronto di tipo pratico tra gli insegnanti. Infatti, l’opzione c. sperimentazione di materiale didattico, con il 70% delle risposte, è quella che riscuote maggior consenso: costituisce una conferma ai dati raccolti con le altre domande del questionario relative al giudizio sui materiali esistenti e al fatto che, in particolare all’estero, il manuale adottato costituisce non di rado una sorta di “griglia” di contenuti da riempire con materiali reperiti e organizzati didatticamente da chi insegna.
Seguono le opzioni d. aggiornamento sull’impiego di tali materiali (36,6%), poi b. raccolta di articoli e pubblicazioni di vario genere che concernono l’argomento (28,3%) e infine a. bibliografia ragionata del materiale esistente per l’insegnamento delle lingue (23,3%). Va tuttavia segnalato che il 40% dei soci non risponde.
L’ultima domanda, con la quale si chiedevano suggerimenti per una attività dei gruppi di ricerca dell’Associazione presenta spunti molto interessanti. Al primo posto c’è la proposta di istituire una sorta di laboratorio permanente con banche dati a disposizione dei soci per lo scambio di materiali e, soprattutto, di esperienze. Si richiede poi di produrre materiali in collaborazione con i colleghi che lavorano nelle università italiane, di creare protocolli per testare i materiali stessi e di diversificare le descrizioni del sistema italiano in base alle aree linguistiche nelle quali si svolge l’insegnamento.
E’ fortemente sentita anche l’esigenza di organizzare incontri tra soci e di ricevere informazioni sulle esperienze acquisite dai colleghi, ma anche di confrontarsi sulla modalità e sulla qualità dell’insegnamento stesso e di scambiare il materiale elaborato in proprio. Un’altra esigenza chiaramente avvertita è quella di riflettere sulle strategie adottate in classe per motivare gli studenti allo studio e in particolare per indurli ad approfondire la loro conoscenza dell’italiano.
Prime conclusioni
Dalla maggior parte dei questionari si desume che è diffusa la preoccupazione per lo sviluppo della competenza comunicativa negli studenti di L2/LS ed è ampia la sensibilità verso gli aspetti pragmatici. Sono invece generalmente scarsi i riferimenti alla necessità di potersi avvalere di materiali e di riflessioni che aiutino a presentare in classe la variazione linguistica italiana, pur così importante anche ai fini dell’insegnamento a stranieri, almeno per quanto riguarda le scelte legate al fattore situazionale e geografico.
Si osserva che la sensibilità verso questa problematica è più presente tra coloro che si occupano dell’italiano come lingua seconda che tra coloro che all’estero lo insegnano o lo studiano come lingua straniera. Ciò è riconducibile, forse, al fatto che nel sistema scolastico e accademico, almeno europeo, l’insegnamento si svolge attorno a due discipline, la linguistica e la letteratura, e il grado di conoscenza dell’italiano da parte dello studente è finalizzato per lo più allo studio di tali discipline. In pratica è ancora diffusa l’idea che la conoscenza di una lingua straniera costituisca uno strumento per accedere ad ulteriori e “più elevati” saperi e non che permetta la comunicazione con altri popoli.
E’ necessario un maggiore collegamento e scambio di informazioni tra le varie Istituzioni che si occupano della promozione dell’italiano e tra chi sviluppa il suo insegnamento ma anche ridefinire il ruolo del “lettore”, al quale si richiedono competenze disparate e diversificate in funzione della pluralità delle realtà in cui si trova ad operare.
Occorre un maggiore raccordo tra chi svolge istituzionalmente attività di ricerca e di formazione e chi si confronta quotidianamente con i risultati di tali ricerche e con la loro applicazione didattica. Infatti, soltanto il destinatario può verificare se il modello presentato e suggerito in sede teorica si confaccia concretamente alla situazione di apprendimento, la qual cosa implica una costante e stretta collaborazione tra coloro che si occupano di teoria e coloro che si avvalgono dei risultati di tale teoria, collaborazione invocata ormai in più occasioni dagli insegnanti ma non ancora attuatasi.
Antonella Benucci