Il ruolo

della motivazione

nella didattica

multimediale

Note su “Small is Beautiful”

 

 

Maria Cecilia Picchi insegna lingua italiana a stranieri presso l’Università per Stranieri di Siena e il Centro Linguistico di Ateneo di Firenze.

 

Il progetto SIB, “Small is Beautiful”, afferente ai progetti Socrates finanziati dall’Unione Europea per la creazione di software multimediali per la didattica delle lingue straniere, fa già parlare di sé per l’originalità della sua sceneggiatura e per l’impianto teorico, non solo per quanto riguarda lo spazio che offre alle small languages, le lingue meno diffuse in Europa, ma anche per quanto riguarda la ricerca glottodidattica e multimediale applicata all’apprendimento autonomo delle lingue straniere.

Il punto di partenza per la creazione di questo package multimediale è la needs analysis, l’analisi dei bisogni linguistici dei destinatari del prodotto, che ha permesso l’individuazione delle caratteristiche dell’utente tipico. Il progetto SIB si rivolge a studenti universitari di materie non linguistiche che partecipano ai programmi della mobilità europea e che desiderano prepararsi linguisticamente per il loro soggiorno in un paese in cui si parla una small language, della quale non ne hanno alcuna conoscenza pregressa, in modo da acquisirne già prima della partenza competenze linguistiche di livello principiante che gli permettano di far fronte alle difficoltà comunicative di base del paese che li ospiterà.

Se per l’insegnamento in aula è fondamentale la regola aurea della psicopedagogia secondo la quale “non esiste acquisizione senza motivazione” (Balboni, p. 75), questa affermazione assume un ruolo di maggior rilievo per l’apprendimento autonomo di una lingua straniera.

L’analisi della motivazione rappresenta pertanto un aspetto di grande importanza nella progettazione di SIB. L’obiettivo è infatti la creazione di un’interfaccia che catturi l’attenzione e la fantasia dell’utente, lo invogli e lo stimoli a navigare fra le varie situazioni del CD-rom.

Le indagini sulla motivazione si sono rivolte verso la ricerca del massimo sfruttamento delle potenzialità delle tecnologie multimediali, facendo attenzione a non cadere nell’errore di trasferire su CD-rom la struttura tipica del materiale didattico cartaceo, e verso le implicazioni psicologiche dell’apprendimento autonomo, ossia l’apprendimento fuori delle tradizionali aule dei corsi di lingua.

E’ lecito domandarsi quali siano le ragioni che spingono uno studente universitario di materie non linguistiche ad avvicinarsi allo studio autonomo di una small language prima della partenza per un progetto di mobilità europea. Le considerazioni sono principalmente di ordine pratico. Un qualsiasi studente potrebbe rispondere:  “Mi sto preparando per un viaggio all’estero e non parlo una sola parola della lingua del paese che mi ospiterà, come faccio ad affrontare situazioni linguistiche di vita quotidiana, come l’autobus, la casa, il cibo, ecc. e di vita accademica, come faccio ad informarmi sull’iscrizione ai corsi, quali sono gli orari delle biblioteche, ecc.? E se per strada la gente non mi capisce quando parlo in inglese? Perché non imparare qualche frase utile e un po’ di vocabolario essenziale? Inoltre, perché non mettere in curriculum che parlo anche un’altra lingua? Questo forse mi potrebbe aiutare nella ricerca di un lavoro. E se lo studio della lingua mi desse credits riconosciuti dalla mia università?”.

Queste domande mettono in luce le peculiari caratteristiche della motivazione di questi utenti: sono stimolati da un apprendimento delle lingue per scopi pratici, dimostrano una certa curiosità per la cultura del paese ma non possiedono molto tempo a disposizione perché attratti da altri interessi accademici.

In generale la motivazione per l’apprendimento linguistico è dettata dal piacere, dal bisogno e dal dovere. Nel caso di SIB il fattore dovere è sicuramente da escludere. Il bisogno e il piacere rappresentano invece gli elementi fondamentali che gli ideatori del software devono tenere presente perché uno studente che si avvicina allo studio di una lingua attraverso il CD-rom non lo abbandoni dopo poco. In particolare sono il piacere della varietà, del gioco e del superamento di sfide a trainare e a tenere desto il bisogno di acquisire individualmente gli strumenti linguistici che non hanno un utilizzo e un’applicazione immediati ma futuri.

Partendo da questi presupposti è necessario individuare le strategie per invogliare uno studente ad avvicinarsi ad un corso di lingua su Cd-rom che gli permetta di raggiungere il break-through level, un livello principiante molto basilare che lo metterà in grado di comunicare nelle prime esigenze linguistiche nel paese in cui si vuole recare.

E’ ben nota, infine, l’enorme attrazione che il computer e le tecnologie multimediali per scopi ludico-ricreativi esercitano sulle nuove generazioni, le quali fin dall’infanzia sono entrate in contatto con questi media, acquisendone grande esperienza e spiccato senso critico.

Per riuscire a creare un package glottodidattico multimediale in grado di attrarre questa fascia di utenti risulta quindi di fondamentale utilità la conoscenza del background informatico dei destinatari e la comprensione della componente psicologica che sottintende questa attrazione, al fine di creare un prodotto che sia una miscela sapiente delle caratteristiche tecnologiche dei videogiochi dell’ultima generazione con le esigenze didattiche di un corso di lingua. Si tratta insomma di progettare un prodotto tecnologicamente all’avanguardia e in grado di competere con i più moderni videogiochi, che al tempo stesso diverta ed educhi allo studio di una small language. Come? Attraverso una grafica spiritosa e accattivante, attraverso giochi didattici divertenti, labirinti nei quali esercitare gli elementi appresi, attività di problem solving e cacce al tesoro. Attraverso situazioni non banali o scontate che solletichino le leve dei fattori sorpresa e curiosità che agiscono in ognuno di noi. Si potrebbe dunque concludere trasformando il proverbio in “divertendosi si impara”.

 

 

Cenni bibliografici

 

Balboni P., Didattica dell’italiano a stranieri, Roma, Bonacci, 1994.

Calvani A., Multimedialità nella scuola, perché e come introdurre le nuove tecnologie nell’educazione, Roma, Garamond, 1996.

Porcelli G., Computer e glottodidattica, Torino, Liviana-Petrini, 1988.

 

Maria Cecilia Picchi