l’ITALIANO

ALL’IstituTO di

Cultura di Madrid

 

Corinna Ravera è Lettrice per il M.A.E. ed ha insegnato lingua e letteratura italiana all’Università Nazionale di La Plata (Argentina); attualmente insegna presso l’Università Autonoma di Madrid.

 

Nel 1888 lo Stato Italiano comprò un palazzo del XVII secolo, proprio nel cuore di Madrid e questo edificio, inizialmente sede dell’Ambasciata Italiana, diventò dal 1939 la sede dell’Istituto Italiano di Cultura Qui, accanto a diverse attività culturali, si incominciarono a impartire corsi di italiano. Quindici anni fa gli allievi erano circa 500, e il loro numero è andato crescendo con gli anni, sino a consolidarsi intorno ai 1600. Un numero ragguardevole, specialmente se si tiene conto che non è l’unica offerta di lingua italiana in Madrid e del fatto che dal punto di vista puramente utilitaristico altre lingue si impongono oggi sul mercato. A chi si dove quindi questo interesse? Chi sono e cosa cercano gli “studenti’’ di italiano che arrivano all’Istituto? Quale rapporto si crea tra  domanda e offerta? Frequentano i corsi molti laureati, insegnanti, soprattutto di lettere classiche, professionisti, studenti universitari. E ancora genitori i cui figli frequentano la scuola Italiana di Madrid; e poi attori, pittori, musicisti. La maggior parte di queste persone, si avvicina alla nostra lingua e cultura per ragioni che sono in parte sentimentali, in parte culturali. La vicinanza, non solo geografica, tra Italia e Spagna, ha favorito da sempre anche le relazioni interpersonali tra i due paesi. Basti pensare che negli ultimi anni il flusso medio di turisti italiani in Spagna è stato di 3.000.000 di persone l’anno. Si creano rapporti di amicizia, scambi di lettere e non di rado si intrecciano relazioni anche sentimentali, non poche delle quali arrivano al matrimonio.

Imparare l’italiano diventa perciò importante. L’altro elemento, quello culturale, si collega da un lato all’abitudine, qui in Spagna abbastanza consolidata, di una educazione permanente: dopo la laurea, pur esercitando già una professione, gli spagnoli continuano ancora a studiare, non necessariamente per fini “di carriera”, ma per il gusto di conoscere; dall’altro lato l’Italia continua a essere vista come luogo privilegiato di produzione di cultura, intesa questa nel suo senso più ampio. Gli spagnoli guardano al nostro paese con simpatia, sono interessati non solo all’arte, alla musica, alla pittura, alla letteratura italiana, ma anche alla moda, alla cucina, al design, al nostro sistema politico, al nostro modo di rapportarci alle questioni generali e particolari. In una parola, ciò che soprattutto interessa gli spagnoli che frequentano i Corsi dell’Istituto di Cultura è comprendere la mentalità italiana.

A questa domanda l’Istituto risponde offrendo una gamma molto ampia di orari: mattino, pomeriggio, sera e di corsi: a livelli elementari, avanzati, superiori; di lingua, cultura, storia dell’arte, traduzione, letteratura comparata, cinema, pittura, cucina. I problemi non mancano: molti spagnoli pensano che l’italiano sia per loro una lingua facile, poi si accorgono che non è così: un 30-40% abbandona dopo i primi mesi, il problema delle interferenze, dei così detti “falsiamici” rende difficile superare il livello della comunicazione intesa come un semplice capire e farsi, in ogni modo, capire per giungere a un saper dire, a saper fare con le lingua e a capire tutte le innumerevoli varietà che la nostra lingua presenta.

                                                                               Corinna Ravera