Maurizio Dardano, Pietro Trifone, La nuova grammatica della lingua italiana (Bologna, Zanichelli, 1997, pp. 746)

 

La Grammatica italiana di Dardano e Trifone è ampiamente conosciuta e apprezzata sia in Italia che all’estero; per questo motivo coloro che l’hanno adottata per i loro corsi o che la usano come strumento per la consultazione personale accoglieranno con interesse La nuova grammatica della lingua italiana. Questa novità editoriale costituisce un aggiornamento e un ampliamento del precedente manuale pur mantenendo di quest’ultimo la sobrietà dell’impaginazione, la facilità di consultazione e il rigore scientifico.

I due autori uniscono alla descrizione delle strutture grammaticali dell’italiano riferimenti alla linguistica storica che aiutano a capire alcuni aspetti della lingua contemporanea e che offrono una solida base per l’utilizzazione didattica. Gli aspetti strutturali della lingua sono inseriti all’interno di una cornice di informazioni tratte da discipline che si occupano del linguaggio, come la linguistica testuale e la sociolinguistica, di modo che oltre a fornire un modello di lingua si dà al lettore anche la possibilità di situare il linguaggio nella dimensione sociale e di riflettere sul suo funzionamento, al di là della lingua che viene descritta.

I paragrafi dedicati alla pragmatica e agli aspetti pragmatici della lingua italiana permettono di collegare la descrizione grammaticale all’analisi dei meccanismi comunicativi, mentre in molte parti del manuale, in particolare negli “Intertesti”, viene condotta una riflessione sul rapporto tra lingua standard e altre varietà di lingua, sulle tipologie testuali, sulla formazione delle parole e sui più diffusi linguaggi settoriali, il tutto arricchito da confronti con il latino e le lingue europee più conosciute.

Merita una menzione specifica il capitolo “La parola esatta” dedicato agli errori linguistici, alla loro tipologia e analisi: in queste pagine il lettore, italiano ma anche straniero, trova la soluzione a molti dubbi che sorgono con frequenza nel parlato e nello scritto, e al tempo stesso ha la possibilità di scoprire come si siano originati. L’ampio glossario spiega i termini di linguistica usati nel volume e, insieme alla presenza di numerose informazioni pratiche per la consultazione di dizionari e grammatiche, accresce il valore di quest’opera come manuale scolastico e come grammatica di riferimento.

 

Antonella Benucci

 

 

Lorenzo Coveri, Antonella Benucci, Pierangela Diadori, Le varietà dell’italiano. Manuale di sociolinguistica italiana (Roma, Bonacci, 1998, pp. 330)

 

Chi insegna lingua e cultura italiana in una università straniera si trova spesso nell’imbarazzo di dover scegliere per insegnare, e quindi non solo per “mettere in bibliografia” come qualche volta succede in Italia, testi di studio che siano adatti a quei corsi che in numero sempre maggiore trattano di lingua e società nel nostro paese.

La ragione della recente crescita di questo tipo di corsi nelle università all’estero sta nell’ormai diffusa consapevolezza che, per imparare ad usare bene una lingua straniera, non serve né la vecchia grammatica né la full immersion, se poi non si riesce a capire come funziona una lingua nel suo contesto sociale. La ragione dell’imbarazzo di molti docenti stranieri dipende quindi dall’inadeguatezza di molti testi pubblicati in Italia, una volta che vengono adottati per insegnare linguistica italiana a giovani stranieri, cui la scuola non ha mai insegnato, per ragioni storiche e scolastiche non dissimili dalle nostre, come funziona la loro stessa lingua nel contesto quotidiano in cui sono nati e cresciuti.

Queste circostanze spiegano perché quanti insegnano la lingua e cultura italiana all’estero non possono che essere portavoce dei limiti di tanti testi di linguistica italiana, che concepiti con la rigorosità analitica di chi si propone di portare un contributo al dibattito scientifico nazionale, finiscono poi per essere le uniche pubblicazioni disponibili sul mercato internazionale. Da qui le difficoltà e l’imbarazzo della scelta dei docenti di italianistica all’estero, che pur ammirati studiosi delle opere dei loro colleghi italiani, spesso non si sentono di affidarle a studenti stranieri che hanno esigenze molto diverse: come quella di esercitarsi ad imparare meglio la nostra lingua, proprio al tempo stesso in cui si dedicano allo studio di un libro di linguistica, cercando anche di capire qualcosa di più della situazione italiana.

Le varietà dell’italiano è il prodotto di una collaborazione tra Lorenzo Coveri, Antonella Benucci e Pierangela Diadori, tre italianisti molto conosciuti proprio per essere stati tra i primi a dialogare con entrambi i poli dell’italianistica, quello degli addetti ai lavori in Italia e quello degli studenti italiani all’estero, che pur essendo gli ultimi arrivati in questa disciplina, non per questo è giusto che ne siano esclusi.

Questo libro è un’opera che riesce ad essere semplicemente e magistralmente quello che gli autori dichiarano nel sottotitolo: “Un manuale di sociolinguistica italiana”. Ed è da tempo che si sentiva la mancanza di questo tipo di testo, forse perché nel nostro paese la rielaborazione divulgativa di discipline complesse non è mai stata un’arte molto apprezzata né dall’editoria scientifica né dagli addetti ai lavori più influenti.

Dal momento però che questa tradizione non ha mai fatto un gran servizio alla diffusione della lingua e cultura italiana all’estero, ecco finalmente un’opera apprezzabile da chi lavora con studenti stranieri. E chissà mai che un giorno non lo diventi anche da parte di quegli studenti italiani, che sempre di più ammirano gli autori di testi universitari che di fronte alla complessità della propria disciplina decidono di affrontare di petto la ben nota sfida della lingua italiana, con la quale, si sa, è più facile parlare difficile, proprio perché non è affatto facile imparare a dire le cose più difficili in un modo che siano chiare, precise e quindi più semplici.

Oggi non sono molte le opere scientifiche di grande interesse per un pubblico di stranieri che nello stile, nel contenuto, nella divisione tematica delle discipline linguistiche e culturali affrontano questa sfida, che è così importante per la diffusione della nostra lingua e cultura all’estero: quella cioè di saper parlare dell’Italia sapendosi far capire e ascoltare, appassionando. E’ questo un marchio di qualità raro nel nostro paese, posseduto solamente da chi per anni si è dedicato con serietà alla ricerca e docenza di lingua e cultura italiana per stranieri.

Tant’è che appare subito chiaro a chi è del mestiere e sfoglia questo libro, che questa sua qualità esemplare non farà altro che assegnare maggiore dignità scientifica e rispetto accademico alla giovane professionalità di questo settore, che in Italia è emergente, e che all’estero è già molto apprezzata, proprio perché lì non è considerata né meno complessa né meno rigorosa di quella che viene richiesta a chi vuole scrivere di linguistica per i parlanti nativi.

 

Arturo Tosi

Anthony Mollica (a cura di), Teaching Languages (Soleil, Welland - Canada, 1997, pp. 267, distribuito in Italia da Edizioni Guerra, Perugia)

 

Si tratta di una raccolta di 28 articoli tratti dai primi tre numeri del periodico trimestrale “Mosaic”, apparso per la prima volta in Canada nell’autunno del 1993. Il periodico, nato con lo scopo di diffondere il pensiero e le esperienze di studiosi nordamericani di glottodidattica, inizialmente era rivolto agli insegnanti di lingua straniera delle scuole elementari (nei corsi tenuti nel doposcuola o il sabato mattina), ma ben presto, in Canada e negli Stati Uniti, è divenuto un punto di riferimento importante anche per quegli insegnanti che lavorano con classi di adolescenti o adulti.

La raccolta si apre con una riflessione di carattere generale: l’apprendimento di una o più lingue straniere porta benefici di ordine sia psicologico che affettivo; apprendendo una nuova lingua si acquisiscono nuovi modelli di pensiero e di comportamento, si impara a comprendere e ad accettare ciò che è diverso, si amplia la propria visione della realtà. 

Proseguendo nella lettura, troviamo dei suggerimenti concreti per agevolare la gestione della classe: sono proposte riflessioni e consigli circa l’arredamento dell’aula, il rapporto tra insegnante e studenti, l’uso del libro di testo, l’organizzazione della lezione. Alcuni articoli si soffermano su specifiche tecniche didattiche, come ad esempio le strategie di conversazione, lo sfruttamento delle immagini (fotografie, fumetti, francobolli), i giochi, gli indovinelli.

Il volume propone quindi una serie di riflessioni di tipo più teorico. Tra gli altri, segnaliamo tre articoli di particolare suggestione: W. Jane Bancroft illustra un nuovo approccio all’apprendimento, il cosiddetto ACT (Acquisition through Creative Teaching) di Lynn Dhority, una sintesi tra il metodo suggestopedico di Lozanov, l’approccio naturale di Krashen e Terrell e il Total Physical Response di Asher; Stephen Krashen propone la lettura libera e volontaria a scopo didattico; Marcel Danesi aggiorna sullo stato delle sue ricerche relative al legame tra neurologia e glottodidattica.

Uno degli ultimi articoli della raccolta descrive un’esperienza di scambio di corrispondenza in lingua francese via e-mail tra studenti di francese LS residenti in Canada e in Inghilterra: attraverso le possibilità offerte dalla tecnologia informatica, gli studenti sono riusciti a migliorare sensibilmente la propria capacità di scrivere in lingua straniera.

“Teaching Languages” per il momento è disponibile soltanto in lingua inglese; Paolo E. Balboni, dell’Università di Venezia, sta lavorando alla traduzione in italiano, che dovrebbe uscire in Italia il prossimo autunno, a cura delle Edizioni Guerra di Perugia.

 

Maurizio Spagnesi

 

 

Giuliano Merz (a cura di),Tuttitalia. Il sito web per gli italianisti. Consultabile a URL <http://info.uibk.ac.at/ c/c6/it/>.

 

Le pagine di Tuttitalia, il sito web per gli italianisti curato da Giuliano Merz e ospitato presso l’Università di Innsbruck (ne esiste anche un “duplicato”, cioè un mirror, presso l’Università dello Utah negli Stati Uniti), rappresentano un chiaro esempio di servizio Internet inteso come sistema di diffusione delle informazioni (piuttosto che come una semplice vetrina multimediale, una sorta di “televisione arricchita”, come spesso accade per molti siti web).

L’orientamento prevalentemente accademico è reso esplicito fin dalla pagina di benvenuto, dove appunto si dichiara che la struttura generale asseconda “il canone della maggior parte dei piani di studio italianistici: civiltà, letteratura, linguistica.” Alle tre sezioni principali se ne affianca una quarta dedicata in particolare all’italianistica nei paesi di lingua tedesca (Austria, Germania, Svizzera); si tratta dell’unica sezione con documenti in lingua tedesca, mentre il sito è completamente in italiano (con la scelta alternativa dell’inglese, lingua franca del mondo Internet). Bisogna segnalare che, tra le altre cose, nel settore di linguistica è presente una intera sezione dedicata alla SLI (Società di Linguistica Italiana).

 

            Una breve analisi qualitativa del sistema informativo, secondo le linee guida indicate da Eric L. Morgan alla conferenza Ties that bind: community networking conference (Cupertino, CA, 2-5 maggio 1995), mostra che nessun aspetto editoriale è stato trascurato:

 

•  leggibilità (readability) delle informazioni, quindi la loro organizzazione grafica: la struttura visuale delle pagine è ben curata, la presenza di immagini e sfondi non appesantisce la fruizione dei documenti, anche la scelta di caratteri e spaziature standard favorisce la lettura, l’uso frequente di elenchi e paragrafi dà un aspetto ordinato ai testi, i documenti non superano mai le dimensioni che stancano la lettura;

•  consultabilità (browsability) delle informazioni, quindi la loro organizzazione logica: i temi affini sono chiaramente raggruppati tra loro in pagine di snodo (civiltà, letteratura, linguistica), la percezione immediata del sito è quella di un insieme coerente (in particolare, i singoli settori hanno sfondi diversi che caratterizzano ognuna delle aree tematiche, fungendo così da promemoria e aiuto a capire sempre in che “zona” del sito ci si trova), la semplicità di navigazione è favorita dal rinvio (presente ovunque) alla pagina di snodo gerarchicamente precedente, un quadro sinottico (accessibile dalla prima pagina) rappresenta un vero e proprio indice della struttura del sito;

•  rintracciabilità (searchability) delle informazioni, quindi la loro organizzazione personalizzata: il quadro sinottico della struttura di Tuttitalia permette al lettore di controllare immediatamente quali singoli documenti siano disponibili per poi recuperarli in base ai propri bisogni informativi e ai propri giudizi di rilevanza (non sempre coincidenti con l’organizzazione proposta dall’autore), la presenza di efficaci e semplici meccanismi di ricerca per particolari repertori (ad esempio: ricerca nella bibliografia delle pubblicazioni dei soci SLI, ricerca nell’Annuario degli insegnamenti linguistici nelle Università italiane, ecc.).

 

La conclusione di queste brevi note non può essere che un invito a visitare Tuttitalia, dove è possibile leggere anche S.I.& N.A.

 

Alessandro Corsi