L’italiano

a Berlino

 

 

Bianca Maria Battaggion e Elisabetta Fontana sono lettrici di italiano presso il Centro Linguistico della Freie Universität di Berlino.

 

In attesa di diventare capitale a tutti gli effetti a partire dal ’99, Berlino si presenta come un grande cantiere. I fermenti che attraversano il tessuto urbano toccano pure il settore della cultura e dell’istruzione: anche l’insegnamento delle lingue risente di questa situazione di continuo cambiamento. Attualmente la lingua italiana si può studiare in tre università, in quasi tutte le “Volkshochschule” (istituzione paragonabile alle università popolari o alle scuole serali: ognuno dei 23 quartieri cittadini ne ha una, in 22 di queste è presente l’insegnamento dell’italiano), in diverse scuole private e in centri culturali di tipo alternativo, sorti nella particolare atmosfera della Berlino ovest degli anni ottanta.

 

Solo dal 1992 esiste a Berlino un Istituto Italiano di Cultura, che si trova nei locali del Consolato italiano. L’istituto organizza manifestazioni e scambi di carattere culturale (convegni, incontri, spettacoli e mostre) e promuove diverse iniziative che riguardano anche la didattica dell’italiano (come corsi di aggiornamento per insegnanti d’italiano lingua straniera). Questo programma integra le iniziative che l’Ufficio Scuola del Consolato promuove in forma di corsi di sostegno per figli di connazionali che frequentano la scuola dell’obbligo. Fra le altre istituzioni ‘tradizionali’ sono inoltre presenti da anni a Berlino la Società Dante Alighieri e la “Deutsch - Italienische Gesellschaft”. A livello accademico lo studio dell’italiano ha radici antiche: già all’inizio dell’Ottocento, Franco Valentini, autore fra l’altro nel 1821 di un dizionario tascabile italiano-tedesco, occupava il ruolo di lettore d’italiano. Per capire l’evoluzione dell’insegnamento universitario bisogna tener presente la complessa e singolare storia della città. Esemplare in questo senso è il caso della Humboldt Universität, situata nel centro storico, rimasto dopo la guerra nel settore est. Con la caduta del muro nell’89, questa università è stata oggetto di radicali trasformazioni che tuttavia si sono scontrate e continuano a scontrarsi con i tagli finanziari operati nel settore dell’istruzione. Al centro linguistico della Humboldt, appena traferitosi nella nuova centralissima sede, dotata di moderne apparecchiature tecniche, il ruolo di lettore di lingua è svolto tuttora prevalentemente da docenti non madrilingue. L’insegnamento dell’italiano per studenti di tutte le facoltà, non italianisti, è affidato a tre contrattiste che si dividono un monte ore abbastanza esiguo, nonostante la forte domanda. In conseguenza delle misure di risparmio non si è ancora riusciti a istituire almeno un lettorato d’italiano. Il centro linguistico offre un corso di italiano specifico per studenti di giurisprudenza. L’Istituto di Filologia romanza cura sia la formazione linguistica, sia quella filologica degli italianisti. Negli ultimi tempi sono state create nuove cattedre di Romanistica: attualmente ci sono cinque professori, affiancati da tre ricercatori e da quattro lettori (non tutti madrilingue), di cui uno inviato dal Ministero degli Esteri italiano. L’istituto cura anche la formazione dei traduttori; quella degli interpreti invece è stata recentemente soppressa.

Anche la Technische Universität - che a Berlino oltre alle facoltà propriamente scientifiche ospita dipartimenti di materie umanistiche - dispone di un centro linguistico, in cui è possibile studiare l’italiano a livello di base e seguire corsi per l’acquisizione dei linguaggi speciali (soprattutto architettura e storia dell’arte). Tutti gli insegnanti di italiano che lavorano nel centro sono assunti a contratto. L’istituto di Romanistica è stato recentemente soppresso. Per quanto riguarda l’insegnamento delle lingue è alla Freie Universität che compete un ruolo centrale, sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1948, con sede nell’allora settore americano della città. Quest’anno se ne celebra il cinquantenario con diverse manifestazioni, fra le quali il conferimento della laurea “honoris causa” a Umberto Eco. La storia della Freie Universität si sviluppa parallelamente alla storia della Berlino ‘insulare’ del dopoguerra: avendo avuto per anni la funzione di ponte verso l’Occidente, lo studio delle lingue ha sempre costituito un punto fondamentale del suo programma. Dal 1973 esiste in questa università il Centro linguistico a cui è affidata, per diverse lingue europee fra le quali anche l’italiano, la formazione di base degli studenti di tutte le facoltà, compresi gli studenti di lingue. Il centro linguistico ha una attrezzatura tecnica efficiente, con mezzi audiovisivi, e una medioteca aperta fino alle otto di sera, fatto questo che favorisce lo studio autonomo degli studenti. Il personale docente è quasi esclusivamente madrelingua, per lo più assunto con un contratto a tempo indeterminato. Fra gli altri compiti, il centro si occupa di favorire attivamente l’integrazione europea sia dal punto di vista linguistico che culturale: gestisce la mobilità degli studenti (programmi Socrates / Erasmus ecc.) e anche quella dei docenti. Nel settore dell’italiano lavorano attualmente due lettrici e alcune contrattiste. I materiali di diverso tipo in uso per l’italiano vengono per lo più prodotti dalle stesse lettrici. Alla Freie Universität di Berlino, lo studio dell’Italianistica, che come in tutte le università tedesche si articola nei due rami della linguistica e della letteratura, è affidato all’Istituto di Filologia romanza, che è uno dei maggiori in Germania non solo per numero di studenti (circa quattrocento iscritti solo per l’italiano, di cui la metà lo studia come materia principale), ma anche per la sua fornita biblioteca. Oltre al corso di studi che conduce al titolo di ‘Magister’ (che corrisponde alla nostra laurea) è stato recentemente istituito il ‘Lehramt’, curriculum specifico per i futuri insegnanti di italiano. In questo istituto sette professori si occupano di Italianistica offrendo corsi a vari livelli, che coprono una vasta gamma di tematiche. Sono coadiuvati da sei ricercatori e da tre lettrici madrelingue, di cui una è inviata dall’Italia. Le tre lettrici dell’Istituto collaborano  con quelle del Centro Linguistico, nella progettazione dei corsi, nell’insegnamento di base della lingua, nell’elaborazione dei “curricula”, dei materiali didattici. Alle tre lettrici sono affidati i corsi di “Landeskunde” (cioè corsi tematici su arte, storia, cultura, civiltà, costume, mentalità) e i corsi di lingua specifici per laureandi. Recentemente è stato istituito l’“Italienzentrum” a cui spetta il coordinamento a livello accademico di progetti di ricerca inerenti la cultura italiana, l’organizzazione di cicli di conferenze, di scambi fra studiosi italiani e tedeschi di varie discipline, la promozione delle cooperazioni fra alcune università italiane e quelle di Berlino e del Brandeburgo.

Nel corso degli ultimi vent’anni si è assistito ad un cambiamento di tendenza nell’interesse verso l’italiano: dopo un vero e proprio boom all’inizio degli anni ottanta, c’è stato un graduale calo degli studenti sia nelle università, sia nelle ‘Volkhochschulen’, imputabile forse a una minore attrattiva dell’immagine del paese all’estero. D’altro lato il livello degli studenti è migliorato per via della maggiore mobilità, delle esigenze del mercato del lavoro, e della maggiore diffusione delle lingue in generale. Un aumento dell’interesse è da registrarsi invece nelle scuole secondarie, dove l’italiano in alcuni casi è diventato una delle materie che si possono portare all’esame di maturità. A livello di scuola elementare, va ricordato che anche a Berlino quattro anni fa è stata istituita nell’ambito del progetto della scuola europea una sezione italo-tedesca.

 

Bianca Maria Battaggion

Elisabetta Fontana