Camilla Bettoni, Antonia Rubino, EMIGRAZIONE E COMPORTAMENTO LINGUISTICO. Un’indagine sul trilinguismo dei siciliani e dei veneti in Australia (Galatina, Congedo, 1996, pp. 226).

 

Nel panorama ormai vasto della letteratura sull’emigrazione italiana all’estero e sull’italiano fuori d’Italia merita particolare attenzione questo volume per l’originalità dell’analisi che costituisce un punto di sintesi tra studi demografici e linguistici. L’indagine, condotta su due gruppi regionali, siciliani e veneti della zona metropolitana di Sydney, viene infatti a colmare una lacuna nella ampia bibliografia di studi sulla comunità italiana in Australia. Se non risultano del tutto inaspettati i dati sulle forze conservatrici e innovatrici in atto per il cambiamento linguistico, sono invece originali i dati situazionali che ne scaturiscono e  che pensiamo possano offrire sia il fondamento che lo stimolo per ulteriori approfondimenti.

L’originalità del lavoro risiede in primo luogo nel fatto che vengono illustrate le dinamiche sociolinguistiche in atto con particolare attenzione agli ambiti di uso di ciascuna lingua (inglese, italiano e dialetto) in base a fattori situazionali, demografici e culturali all’interno della comunità. Camilla Bettoni e Antonia Rubino, di cui sono noti e apprezzati altri studi sulla situazione linguistica degli italoaustraliani, analizzano una serie di variabili socioculturali individuate servendosi delle nozioni di dominio e di situazione. I domini sono: la famiglia, l’amicizia, le transazioni, il lavoro, la scuola e la chiesa; le situazioni: “parlare con gli estranei” “parlare con sé stessi”. Molto importante è l’inserimento di questa ultima situazione perché presuppone un impiego totalmente libero della lingua e quindi costituisce una spia della perdita o del mantenimento della lingua. La ricerca, dunque, apre interessanti prospettive di confronto e di indagine in quanto si fonda sul rilevamento di norme implicitamente o esplicitamente adottate dai soggetti trilingui attraverso le quali si analizza il fenomeno del language shift.

Inoltre tra i dati che emergono dall’analisi risulta che chi usa l’italiano dichiara di possedere una alta competenza anche in inglese e nel dialetto, a cui ricorre in base alle situazioni e agli interlocutori, testimonianza che sembra essere in linea con i comportamenti linguistici tenuti dagli italiani in Italia e che mostra la possibilità da parte degli emigrati italiani, possibilità fino ad alcuni anni fa impensabile, di usare uno spazio linguistico esteso.

Lo shift risulta in tutta la sua complessità e ricchezza, in base ai contesti situazionali e ai parlanti, alla generazione linguistica e all’origine regionale. La ricerca, dunque, conferma anche la fondamentale dialettofonia della comunità italo-australiana e lo shift verso l’inglese nei domini più privati, informali e regionalmente più omogenei ma, confrontando i dati con quelli relativi ad altre lingue immigrate nel Paese e con quelli della posizione dell’italiano in comunità di altri Paesi, scaturisce un quadro che fa della comunità italo-australiana una isola, tutto sommato, felice di italianità.

 

Antonella Benucci