Riflessioni

su un Seminario

di Scrittura

 

 

Maurizio Spagnesi è collaboratore ed esperto linguistico presso l’Università per Stranieri di Siena.

 

Il seminario di scrittura libera ha avuto luogo durante la sessione estiva ‘98 dei corsi ordinari di lingua italiana dell’Università per Stranieri di Siena. Era riservato a un massimo di 12 studenti iscritti al corso avanzato di primo e secondo grado, ed era articolato in dieci sedute di due ore ciascuna, per una durata complessiva di venti ore. Dal momento che l’Università per Stranieri lo proponeva per la prima volta, il seminario ha avuto un carattere sperimentale.

 

1. Gli obiettivi del seminario

 

Anzitutto, sono stati individuati gli obiettivi del seminario. Durante le sedute:

1. sviluppare la capacità di mettere per iscritto opinioni personali;

2. sviluppare la capacità di mettere per iscritto descrizioni di luoghi e persone.

A casa, al termine delle sedute:

- sviluppare la capacità di condensare, espandere e modificare sequenze narrative;

- sviluppare la capacità di creare sequenze narrative libere.

 

I temi delle sedute

 

In secondo luogo, sono stati selezionati dieci temi di confronto, uno per ogni seduta:

la realtà interna; il punto di vista; il ricordo; la mancanza; l’isolamento; la realtà esterna; l’amore; la fuga; lo spazio; il tempo

 

Le fasi delle sedute

 

Infine, abbiamo definito le fasi di lavoro di ogni seduta.

- La seduta iniziava con un momento di conversazione in plenaria con lo scopo di motivare alla produzione di testi scritti attinenti al tema predefinito. L’insegnante introduceva, coordinava e sosteneva la conversazione, offrendo allo steso tempo informazioni linguistiche.

- Veniva consegnato un questionario composto da due domande alle quali dovevano essere date risposte scritte di lunghezza determinata. Le domande riprendevano il tema trattato durante la fase precedente, e miravano a un approfondimento di aspetti particolari.

- La terza fase prevedeva una attività a coppie in cui i questionari venivano scambiati per una lettura e un chiarimento di eventuali dubbi o divergenze. Si concludeva con la definizione in plenaria degli aspetti più rilevanti emersi dai questionari.

- Nella quarta fase veniva presentata e consegnata una breve sequenza narrativa di autori italiani contemporanei (Svevo, Moravia, Pavese, Pratolini, Pasolini, Sciascia, Morante, De Carlo, Capriolo, Tondelli): i partecipanti erano invitati a leggere la sequenza in silenzio, con l’obiettivo di individuarne gli elementi narrativi salienti, cioè il narratore, i personaggi, gli aspetti spaziali e temporali, la trama. Seguiva un breve confronto dei risultati.

- Al termine della seduta, l’insegnante raccoglieva i questionari per una revisione a casa, quindi assegnava un compito di scrittura libera che avrebbe dovuto essere svolto e poi consegnato all’inizio della seduta successiva.

 

2. Le motivazioni didattiche del seminario.

 

Gli odierni approcci all’insegnamento di una lingua straniera privilegiano lo sviluppo di una competenza comunicativa, e dotano gli allievi di strumenti adeguati a risolvere interazioni orali generiche e a produrre testi scritti generici.

Non possiamo negare la sempre minore necessità della scrittura nella vita quotidiana di ciascuno di noi: le nostre operazioni di scrittura si limitano solitamente alla compilazione di moduli, alla scrittura di testi ad uso burocratico, a messaggi via internet, e poco altro. A meno di specifiche esigenze professionali, neppure chi intraprende lo studio di una seconda lingua sente il bisogno di acquisire particolari competenze nella produzione scritta.

E allora perché proporre un seminario di scrittura libera? Possiamo rispondere dicendo che il nostro obiettivo era essenzialmente di natura formativa. Non ci preoccupavamo tanto dei prodotti finali, ci interessava piuttosto esercitare i processi mentali che precedono e provocano tali prodotti. Nella nostra esperienza didattica abbiamo avuto modo di constatare che la scrittura libera favorisce lo sviluppo di particolari capacità di introspezione altrimenti inibite. L’interazione orale per sua natura impedisce processi quali l’approfondimento e la puntualizzazione, necessita di immediatezza e di economia linguistica. L’approccio comunicativo all’insegnamento si pone come obiettivo fondamentale la capacità di negoziare informazioni e intenzioni in modo rapido, comprensibile e adeguato alla situazione specifica. Purtroppo, al termine del percorso di apprendimento, molti studenti presentano evidenti lacune in quanto a ricchezza lessicale e correttezza sintattica.

Pensiamo che proprio il processo di scrittura faccia emergere nello studente la consapevolezza di queste lacune e la necessità di sopperire ad esse. La scrittura in solitudine offre la possibilità di una maggior riflessione sia concettuale che linguistica. Prima di mettere per iscritto un pensiero, lo studente ha il tempo e l’opportunità di effettuare diversi percorsi mentali, rappresentarsi idee diverse, e soprattutto ha il tempo di cercare, individuare e calibrare le regole di applicazione che meglio possono trasformare i suoi pensieri in parole e quindi in segni grafici.

 

Conclusioni

 

Il seminario di scrittura libera non aveva l’obiettivo di insegnare a scrivere (sarebbe stata una presunzione, con una disponibilità oraria così limitata), bensì quello di addestrare alla scrittura, attraverso un percorso che muove da scambi conversazionali.

Le sedute alternavano momenti di produzione orale, in plenaria o a coppie, con momenti di produzione scritta, in solitudine.

La fase iniziale di conversazione in plenaria è risultata molto utile per dare idee e stimoli necessari per la successiva fase di produzione scritta.

In questa fase, l’insegnante si è limitato a proporre dei percorsi di lavoro, fornendo un sostegno linguistico e facilitando le produzioni scritte attraverso stimolazioni, suggerimenti e ipotesi preliminari. I testi scritti prodotti dai partecipanti hanno rivelato una buona efficacia linguistica proprio perché i temi venivano anticipati da una fase di motivazione. Questi testi approfondivano le idee che ognuno aveva esposto oralmente davanti ai compagni e all’insegnante e portavano idee ulteriori.

Non senza sorpresa, abbiamo osservato che la produzione scritta faceva emergere una rilevante competenza metaforica, e un desiderio di esprimere i pensieri più intimi, cosa che non avveniva durante le conversazioni precedenti.

Era come se la solitudine della scrittura permettesse, anzi favorisse un’espressione più completa delle diverse personalità, annullasse filtri e pudori tipici della produzione linguistica orale, provocati dalla compresenza dell’interlocutore. Ciò accadeva più chiaramente durante lo svolgimento dei lavori scritti a casa, una volta terminate le sedute. Si trattava di esercitazioni di scrittura più creative rispetto a quelle svolte durante le sedute, esercitazioni che chiedevano di mettere in gioco capacità narrative e poetiche.

 

Maurizio Spagnesi