CARLO CIZEK
Riceviamo a pubblichiamo questo articolo di Edoardo Taddeo.
1. Un antico allievo dell’Università per Stranieri di Siena.
Conobbi Carlo Cizek nel 1961, quando assunsi la cattedra di letteratura italiana alla Facoltà di Filosofia di Salonicco, per sei anni fu mio prezioso collaboratore, ed è rimasto un caro amico. Boemo nato a Brescia e cresciuto in Grecia nelle scuole italiane, ha sempre coltivato la sua passione per l’arte con totale dedizione e altrettanta modestia e disinteresse.
Le singolari vicende della sua famiglia e sue, sullo sfondo del primo dopoguerra, hanno fatto confluire in Cizek l’eredità di tre tradizioni europee, la slava occidentale, l’italiana, la greca. Di tutte e tre possiede con sicura padronanza la lingua, non solo strumento d’uso, ma veicolo di incalcolabili patrimoni di cultura. Le tre componenti si sono talmente fuse nella sua personalità, che è arduo cercare di individuarle separatamente. Certo, se si pensa all’evidente vena naif che percorre tutta la sua opera, alla dimensione fantastica ricercata nelle ‘macchie’ e in altri affioramenti di colore apparentemente casuali e, nella grafica, alla predilezione per i colori puri (bianco, rosso, nero), è difficile sottrarsi all’idea che, forse non tutti, ma probabilmente alcuni di questi caratteri, possano risalire a quell’origine slava, a quella terra più sognata che conosciuta, alla quale Cizek è sempre rimasto fedele.
Tuttavia, se in quei caratteri sembra di riconoscere un’ascendenza, sarebbe ingiusto non vedere che essi costituiscono, insieme con molti altri, un sistema ben organizzato di segni. Sorretta da vigile rigore formale e sicuro senso della misura, ma anche nutrita dalle libere invenzioni della fantasia, nel punto d’incontro (quasi di dialogo) di pura visività geometrica e memoria del reale, un reale non riprodotto ma evocato, l’opera di Cizek rivela una originale personalità creativa.
Delle altre due tradizioni, l’italiana e la greca, troppo vaste per poterle catturare, è difficile dire quanto e come abbiano influito sulla formazione dell’artista. E possibile che ne abbiano favorito le aperture all’astrattismo e all’informale, ma gli esperti ci dovrebbero fornire una ricerca mirata, anche perché fino dagli esordi Cizek si dimostra sensibile ai venti europei. D’altra parte è evidente il contributo che le due culture hanno dato ai suoi interessi letterari, che, oltre alle molte traduzioni dal ceco e dall’italiano, si spingono fino alla composizione in neoellenico di racconti e di un volume di poesie di prossima pubblicazione.
Pertanto mi sembra giusto che si sappia che un antico allievo dell’Università per Stranieri di Siena è divenuto uno dei maggiori artisti della Grecia moderna, ed esortare critici d’arte e cultori della nostra presenza all’estero a dedicargli l’interesse che merita.
2. Notizie su Carlo Cizek*
Carlo Cizek è figlio di genitori di origine ceca emigrati in Italia per motivi di lavoro e, per la stessa ragione, più tardi in Grecia a Salonicco. A Salonicco Cizek frequentò la Scuola Italiana, l’Istituto Italiano di Cultura e la Facoltà di Filosofia dell’Università Aristotele, dove conseguì la laurea in Storia e Archeologia, e più tardi quella in Lingua e Letteratura italiana; inoltre seguì corsi di perfezionamento presso l’Università per Stranieri di Siena e in altre università italiane. Ha insegnato nelle scuole italiane di Salonicco, e dal 1961, per ben 26 anni, al Dipartimento di lingua e letteratura italiana dell’Università.
La prima apparizione di Cizek come pittore risale al 1944, anno in cui partecipa ad una mostra collettiva tenutasi in un negozio di fiori. Nei decenni successivi si segnala con successo crescente sia come pittore che come grafico in numerose mostre e concorsi, tra i quali la collettiva di pittori tessalonicensi allestita nelle gallerie “Techni” e “‘Astor Gallery” di Atene (1969), finché il suo valore ottenne il pieno riconoscimento nella grande esposizione personale, che ebbe luogo nel 1995 nella Pinacoteca Comunale di Salonicco ad opera dell’Amministrazione municipale. Infine una nuova mostra personale del nostro artista è stata realizzata nel maggio del corrente anno dall’Istituto Italiano di Cultura della stessa città.
L’opera pittorica di Cizek è costituita da disegni, monotipi-collages ed opere con tecnica mista. A Cizek non interessa esprimere la realtà esterna, ma rivelare il proprio io più profondo, il suo più intimo essere. Egli analizza interiormente le impressioni che riceve dall’ambiente. Le sue esperienze di vita, i ricordi, le associazioni di idee e la celerità del procedimento monotipico lo aiutano a costruire il proprio mondo fantastico, con un’intuizione che lo guida, su orme impercettibili, alla composizione di un materiale, all’inizio sparso, dal quale emergerà il motivo particolare. I suoi quadri, sospesi tra il sogno e la realtà, con i loro colori chiari, che lasciano libero spazio alla fantasia, hanno il fascino dei bei momenti, che il tempo non è riuscito a cancellare dalla memoria. Nelle sue ultimissime opere con tecnica mista continua ancora a creare nuove forme, ora più austere e sobrie. L’opera di Carlo Cizek si distingue per originalità e sensibilità e per la ricerca di un equilibrio tra la ragione ed il sentimento.
Il suo originale talento per le arti grafiche si è esplicato in manifesti, cartelloni, copertine e impostazione grafica di libri e riviste, cataloghi, illustrazioni, che gli hanno procurato segnalazioni e premi anche in campo internazionale. All’attività artistica Cizek ha sempre associato un’intensa produzione letteraria. Sulle due riviste tessalonicensi “Kochlias” e “Diagonios” ha pubblicato brani originali di narrativa, e una ingente quantità di traduzioni dal ceco e dall’italiano in neoellenico, di opere di poesia, di narrativa, di teatro, in parte pubblicate anche in volumetti. Dall’italiano, poesie di Giacomo Leopardi, Salvatore Quasimodo, Umberto Saba, Giuseppe Ungaretti, opere di narrativa di Alessandro Manzoni, Benvenuto Cellini, Corrado Alvaro, Ercole Patti, Curzio Malaparte, Leo Longanesi, un atto unico di Luigi Pirandello, saggi di Aldo Capitini e di Emilio Cecchi. Cizek è autore anche di scritti di critica d’arte. E’ stato insignito della medaglia di benemerenza culturale del Ministero degli Esteri italiano (1960), gli è stato conferito un contributo della Fondazione Ford (1975), e il Premio Città di Monselice per la traduzione di opereletterarie (1981).
* Compendio da un articolo di Elenia Avramidu.
Edoardo Taddeo