ARTE & SORPRESE - LA SCOPERTA DEGLI ESPERTI DI FIRENZE
Masaccio - il giallo del capolavoro scomparso.
Due tavole del celebre Polittico di Pisa potrebbero far parte di ..................(1) altra
opera del genio del Rinascimento: lo sospetta ............(2) team di studiosi. Che ora sta dando la caccia, in tutto il mondo,
al dipinto dove inserire i due pezzi.
Masaccio ci regala ............(3) altro mistero e continua a tenere gli
studiosi col fiato sospeso. Forse ha dipinto ..................(4) altra meraviglia che il mondo ignora,
forse la sua mano geniale si nasconde in qualche capolavoro di errata
attribuzione. è quello che delicati esami scientifici eseguiti su ............(5) legno vecchio di secoli, proprio nell’anno in
cui si celebra il sesto centenario dalla nascita dell’artista, fanno
sospettare. Quel che resta del Polittico della chiesa di Santa Maria del
Carmine di Pisa, quella pala d’altare composta da più tavole dipinte da
Masaccio nel 1426 e smembrata nel 1590, è stata idealmente ricostruita, nella
mostra dedicata l’anno scorso a Masaccio dalla National Gallery di Londra, in ............(6) complicato puzzle dove trovano posto, al
centro, la Madonna in trono con il Bambin Gesù, vari santi sui lati e alla base
e il Cristo in croce, in alto. Ma due tavole, ecco la sorpresa, per pochi
centimetri non si incastrano. O meglio, non si potrebbero incastrare se il
Polittico venisse ricostruito. Sono le tavole che raffigurano San Paolo e
Sant’Andrea. Esiste ..................(7) incompatibilità
non stilistica (le ha dipinte sicuramente Masaccio) ma costruttiva che impone
la rilettura del Polittico di Pisa, ora diviso tra la National Gallery, il
Museo nazionale di S. Matteo di Pisa, quello di Capodimonte a Napoli, il John
Paul Getty Museum di Los Angeles e gli Staatliche Museen di Berlino. Le tavole
che ritraggono i due santi sono meno spesse delle altre di alcuni centimetri,
pur risultando evidente che non sono state assottigliate dai secoli, e la loro
lunghezza non collima con le travi di supporto che attraversano l’opera in
orizzontale, costituendone il telaio. È lecito quindi pensare che facciano
parte di ............(8) altro polittico o di un’..................(9) opera di cui non si ha notizia. La pala,
quella nota, fu commissionata a Masaccio da Giuliano degli Scarsi per l’altare
della sua cappella nella chiesa del Carmine, forse grazie al passaparola dei
frati dello stesso ordine che a Firenze avevano apprezzato gli affreschi della
cappella Brancacci. Da alcuni documenti, però, risulta che Masaccio, a Pisa,
ebbe rapporti anche con la famiglia Del Podio, per la quale compare come
testimone in ............(10) atto notarile. ..................(11) famiglia di cui si sa poco ma che aveva ..................(12) cappella proprio nella chiesa del Carmine. Per ora è solo ..................(13) ipotesi,
ma la pista Del Podio potrebbe portare a scoprire che Masaccio, per questa
famiglia, ha dipinto qualcosa, magari di minori dimensioni, dove troverebbero
posto i santi Andrea e Paolo. D’altronde, la posizione dei soggetti, rivolti ..................(14) a destra e ..................(15) a
sinistra, impone l’esistenza di ..................(16) figura centrale, oggi mancante. La scoperta è
frutto del lungo lavoro svolto dall’Opificio delle pietre dure di Firenze, che
ha effettuato ..................(17) serie di illuminanti rilevazioni scientifiche
sulle opere di Masaccio, di Masolino (suo capobottega ma non suo maestro) e sui
cosiddetti pittori di ambito, come Francesco D’Antonio e Paolo Schiavo, in
collaborazione con la National Gallery e il Museo delle belle arti di
Filadelfia. Per cinque anni i tecnici, i restauratori e gli storici dell’arte
fiorentini hanno viaggiato per il mondo con sofisticati macchinari inventati
nei capannoni della Fortezza da Basso di Firenze, come quello che consente di
sviluppare radiografie a grandezza naturale senza ricorrere a imprecisi collage
o ad altre apparecchiature messe a disposizione dall’Istituto nazionale di
ottica applicata. I risultati di questi studi saranno presentati a maggio alla
comunità scientifica durante ............(18) convegno a Firenze sulle tecniche di
Masaccio. Ad anticiparli a Panorama è Cristina Acidini, soprintendente
dell’Opificio, che non vuole saltare alle conclusioni ma che rivendica la bontà
dei dati scientifici, invitando a non soffermarsi sulla convinzione che
Masaccio, a Pisa, abbia dipinto solo il Polittico. «Nel complesso di indagini
sull’opera di Masaccio» dice il soprintendente «si sono profilati alcuni
elementi problematici riguardo il Polittico del Carmine di Pisa. I suoi
componenti presentano stesse dimensioni, proporzioni, impianto spaziale e
volumetrico, ma diverso spessore e ..................(19) incompatibilità
con l’alloggiamento nelle traverse». Insomma, è fondato sostenere che quelle
due tavole saltino fuori da ............(20) altro dipinto. D’altronde Giorgio Vasari,
nelle sue Vite di artisti del 1568, 22 anni prima dello smembramento
dell’opera, descrive dettagliatamente la sua composizione, senza però citare i
ritratti di San Paolo e Sant’Andrea. è questo l’ultimo mistero legato a ............(21) genio del Rinascimento morto a 27 anni,
rincorso dai creditori, per malattia o, forse, per avvelenamento. Tanto rimane
da scoprire su Masaccio. E le indagini sul nuovo mistero sono condotte con il
criterio investigativo del poliziotto che fa tesoro delle conoscenze della
storia dell’arte: «Sul visibile è stato detto tutto» continua Cristina Acidini
«per Masaccio come per Giotto o Raffaello. Ma è dal restauro, dall’esame delle
materie prime e dalla storia stessa di ..................(22) opera che
si possono trovare risposte nuove. Prima di essere ............(23) capolavoro, il Polittico del Carmine era un............(24) pezzo di legno: proprio dall’esame di quel legno sono sorti
interessanti spunti di riflessione». Dalle certezze dei dati alle ipotesi:
Masaccio ha dipinto qualcosa che è andato distrutto o disperso. Oppure, qualche
eccezionale opera del Rinascimento di errata o incerta attribuzione rivendica
la firma della mano che ha sconvolto l’umanità dipingendo il volto di Eva
cacciata dall’Eden.
..................(25) meraviglia divisa in cinque musei
Il Polittico di Santa Maria del Carmine di Pisa fu commissionato
da Giuliano di Colino degli Scarsi a Masaccio che lo dipinse tra il febbraio e
il dicembre del 1426 dietro compenso di 80 fiorini. Giuliano degli Scarsi era
notaio e la sua precisione ci permette anche di sapere che la struttura lignea
fu realizzata da ............(26) carpentiere di origini senesi, Antonio di
Biagio. Del Polittico a noi restano 11 parti, di cui due tavole di importanti
dimensioni raffiguranti la Madonna in trono con il Bambin Gesù (135,5
centimetri per 73, National Gallery, Londra) e la Crocifissione (83 centimetri
per 63, Museo di Capodimonte, Napoli). Oltre alle due tavole raffiguranti San
Paolo (51 centimetri per 30, Museo nazionale di San Matteo, Pisa) e Sant’Andrea
(51 centimetri per 31, J.P. Getty Museum, Los Angeles).
[Giorgio Sturlese Tosi – PANORAMA, 15 febbr. 2002]