Montanelli fra storia e giornalismo

 

"Non parlate di me sinché son vivo" disse Indro Montanelli nel 1987 quando a Fucecchio nacque la Fondazione che porta il suo nome. Dopo la scomparsa del luglio scorso, si è parlato di lui in diverse manifestazioni, soprattutto nella cittadina in cui era nato. Il 31 maggio lo ricorderà anche Firenze con il convegno intitolato "Capire il presente. Il giornalismo e la storia": si tratta di rivederne i rapporti secondo la visione culturale che ne aveva Montanelli, contemporaneamente giornalista e storico. Il convegno, che si terrà a Palazzo Vecchio, è organizzato dal Gabinetto Vieusseux, dalla Fondazione Corriere della Sera, dalla Fondazione Montanelli Bassi, con la partecipazione della Cassa di Risparmio di Firenze.

Ieri nella sala Ferri di palazzo Strozzi, sede dello storico Istituto culturale fiorentino, il convegno è stato presentato da Marcello Fazzini e Giovanni Gozzini, rispettivamente presidente e direttore del Vieusseux; Cesare Biffi, direttore generale della Fondazione Corriere della Sera; Alberto Malvolti presidente della Fondazione Montanelli. "Vogliamo evitare un’..................(1) atmosfera celebrativa e retorica" ha detto Fazzini, ricordando che quel genere di celebrazioni provocavano "l’orticaria" al grande giornalista.

Il convegno seguirà tre fili conduttori legati a Montanelli: Il mestiere di raccontare la storia; Amata odiata Italia; Capire il presente. Alla tribuna si succederanno giornalisti, storici, scrittori. Manlio Cancogni, Mario Cervi, Enzo Bettiza, Federico Orlando, Francesco Perfetti, Arturo Colombo, Cosimo Ceccuti, Cesare Garboli, Roberto Gervaso, Ernesto Galli della Loggia, Denis Mack Smith, Nicola Tranfaglia, Ferruccio de Bortoli, Sergio Romano e Giovanni Sartori. Tra i saluti introduttivi ci sarà anche quello di Cesare Romiti, presidente della Fondazione Corriere della Sera.

 

Ettore Vittorini - CORRIERE DELLA SERA, 14 Maggio 2002