Torna l’incubo del mostro in costiera
Italia paese a rischio
Vietri sul Mare (Salerno)
La beffa ha il sapore acre di ............(1) limone raccolto fuori stagione. Brucia il palato e fa serrare i
denti a chi sulla costiera amalfitana vide decapitare con le ruspe ............(2) intero pezzo di roccia e piazzare, nella cava
di pietra calcarea, ............(3) immenso edificio che sembrava ............(4) paravento, centosettantamila metri quadrati,
trentaquattromila metri cubi, sei piani di altezza, le persiane di plasticaccia
verde, ..................(5) spianata per il parcheggio, la piscina e la
discesa al mare. Si chiamava Amalfitana Hotel. Lo chiamarono il "mostro di
Fuenti". Era il 1971 quando venne costruito. Il 1999 quando, rincorso da ..................(6) fama di ignominia che aveva varcato i confini
nazionali, fu abbattuto dopo l’ultimo di innumerevoli pronunciamenti di
autorità giudiziarie e amministrative.
A tre anni dalla demolizione circolano progetti e studi per
rivestire di nuovo con il cemento quel buco nella roccia. ............(7) buco che non è certo bello da vedere - è ..................(8) macchia grigiastra e squarcia il
terrazzamento costiero che scivola verso il mare ricoperto di corbezzolo,
lentisco, erica e mirto - ma che, secondo gli ambientalisti, potrebbe tornare a
sfoggiare l’antico manto naturale. È la stessa famiglia Mazzitelli che tirò su
l’albergo e poi fu costretta a buttarlo giù - questa è la beffa - a presentare ............(9) progetto che prevede, invece che chiome e
cespugli, ............(10) teatro all’aperto da millecinquecento posti, ..................(11) piazza, ............(12)
parcheggio, bar, ristorante, ..................(13) piscina, ..................(14) palestra, qualche negozio e ............(15)
albergo con cinquanta letti.
L’idea risale a qualche tempo fa, ma la novità di queste settimane
è ..................(16) "studio di fattibilità" che la
Sovrintendenza di Salerno, affiancata dalla Provincia, ha commissionato a ............(17) centro di ricerche fra i più prestigiosi in
materia di valorizzazione dei beni culturali, la Cles. Lo studio, in duecento e
più pagine curate da Alessandro Leon, arriva alla stessa conclusione: il
destino di quello che resta del promontorio di Fuenti potrebbe essere proprio ..................(18) cavea per spettacoli, finanziata con i soldi
dei privati, ma anche con danaro pubblico. E non solo. L’indagine fissa ..................(19) serie di interventi in costiera, fra i quali
spicca ............(20) albergo per duecentocinquanta posti con
negozi e ............(21) approdo a mare nelle cave di bauxite dismesse
............(22) cinquantina di anni fa a Erchie, poche
centinaia di metri da Fuenti. A Vietri dicono che anche quest’area sia di
proprietà dei Mazzitelli (ma loro negano).
E ancora. Sebbene come eventualità più remota, lo studio indica ............(23) bel po’ di interventi sulla strada che corre
lungo il bastione montagnoso, ..................(24) strada stretta e curvilinea che dista dal
mare anche duecento metri seguendo il tracciato della rupe e internandosi in
vallette e forre. Da maggio a ottobre è ............(25)
budello intasato di macchine e di pullman.
Negli anni Sessanta e Settanta, il periodo sfavillante della vacanza in
costiera, che coincise con la costruzione del Fuenti e un............(26) sistematico massacro edilizio, fra Praiano e Positano vennero
sbancati lunghi tratti di roccia per allargare la strada.
Nello studio commissionato dalla Sovrintendenza figurano ..................(27) serie di aree, fuori della costiera, dove
parcheggiare i pullman, ma anche ampliamenti stradali e ben tre gallerie (due delle
quali, a Cetara e fra Maiori e Minori, compaiono anche in ............(28) progetto dell’Anas, e un’..................(29) altra sarebbe collocata fra Atrani e
Amalfi), ..................(30) bretella autostradale e ..................(31) rotatoria a Vietri, un............(32) raccordo fra Agerola e Ravello.
..................(33) "studio di fattibilità" non è ............(34) progetto operativo. Fissa in primo luogo
valutazioni economiche e di convenienza imprenditoriale e non tanto
urbanistico-architettoniche. Ma è sufficiente a mettere in allarme le sezioni
locali di Italia Nostra (che ha diffuso ............(35)
durissimo documento), del Wwf e di
Legambiente. Il paesaggio della costiera è luminoso e violento. Brillano i
limoni e le viti, più in alto i castagni. Le pareti che dominano i fiordi
incutono brividi, le gole rocciose hanno sporgenze ruvide. Eppure il volto
lucente e arcigno nasconde ............(36) corpo fragile. Nel 1954 ..................(37) alluvione
distrusse Maiori. Non si contano le frane (..................(38) delle ultime ha sepolto, qualche anno fa, la marina di Conca). La
pressione umana è eccessiva. Negli anni Ottanta si è scatenato l’abusivismo e a
metà del decennio, dopo la legge Galasso, fu varato ............(39) piano regionale di tutela molto apprezzato, ..................(40) specie di modello dell’uso corretto di ............(41) paesaggio.
Ma, nonostante questo, molti immaginano ancora che la costiera non
abbia solo bisogno di manutenzione e conservazione, bensì che possa livellare
le sue asprezze, rendersi più accessibile, moltiplicare e distribuire
prosperità. Dice Raffaella Di Leo, presidente di Italia Nostra a Salerno:
"Se quella del teatro e degli alberghi fosse rimasta ..................(42) idea dei
privati, l’avremmo contrastata in tutte le sedi: il guaio è che ora venga
patrocinata direttamente dalla Sovrintendenza". Anche Mario De Cunzo, per
dieci anni sovrintendente a Salerno e protagonista della demolizione del Fuenti,
scuote la testa: "È ............(43) tentativo subdolo di scardinare la
pianificazione paesaggistica che ha imposto vincoli rigidi di
inedificabilità". Già prima della demolizione si pensò di destinare la
zona agli spettacoli e ai concerti. Ma quel progetto, ricorda De Cunzo,
"era completamente diverso, prevedeva ..................(44) spazio pubblico, solo ..................(45) piazza e ..................(46) densa alberatura". Adesso, invece, "si vuole ancora
scavare la montagna, con la cavea che sale lungo le pendici: tanto vale
lasciare tutto com’è e aspettare che la macchia mediterranea si prenda la
rivincita".
Francesco Prosperetti, l’attuale sovrintendente, ............(47) po’ minimizza ("si sono solo raccolte le
idee che circolano e si sono valutate le conseguenze economiche"), ............(48) po’ prende le distanze ("mi lascia
perplesso l’albergo a Erchie"). Ma difende lo studio e condivide molte
delle richieste di chi vorrebbe incrementare il turismo fra Vietri e Maiori, ............(49) segmento della costiera non così celebrato e
frequentato come Amalfi o Positano. "La parte più consistente dello
studio", aggiunge Alessandro Leon, "prevede percorsi naturalistici ad
alta quota, che attirano turisti interessati all’ambiente, alla ricerca non
solo del mare, e diversi sia da quelli che vanno negli alberghi di lusso a
Ravello o a Positano, sia da quelli che arrivano la mattina e partono la sera a
bordo dei pullman. Ma per il turismo naturalistico non esiste ospitalità: ci
vogliono agriturismi e alberghi a tre stelle".
Leon esclude che nella cava del Fuenti possa tornare solo il
verde. Eppure lo stabilisce l’ultima sentenza del tribunale. "L’area è dei
Mazzitelli", insiste Leon, "chi pagherebbe la rinaturalizzazione? Io
non credo che lo Stato possa espropriare: la nostra è una..................(50) soluzione di compromesso, a patto che il progetto dei Mazzitelli
sia compatibile". Ma Raffaella Di Leo continua a non fidarsi: "Per ..................(51) volta vale la pena dar retta ai Mazzitelli:
hanno detto che se non si sottostà alle loro condizioni, lì allestiranno ..................(52) vigna".
La tribolata vicenda del Fuenti è ............(53) paradigma del maltrattamento italiano. Prende l’avvio nel giugno
del 1968 e l’operazione è di raffinata geometria burocratica. Il sindaco
comunista di Vietri, Gino Masullo, concede ..................(54) licenza a ............(55) potente imprenditore barese, Orfeo Mazzitelli,
per costruire ............(56) albergo. Nonostante l’allarme per le
proporzioni gigantesche del progetto, il sovrintendente Armando Dillon,
assicura il nulla osta. Le autorizzazioni fioccano con inusuale rapidità. I
passaggi amministrativi vengono affrontati e scansati con disinvoltura. Tutto è
in regola, anche se gli sbancamenti sono maggiori di quelli previsti, i quali,
per conto loro, già producevano vertigini.
L’albergo viene completato nel 1971. L’edificio non si scorge
dalla strada, dove, dopo ..................(57) curva, si apre solo una..................(58) smisurata spianata che dovrebbe servire da parcheggio. Venendo dal
mare, invece, lo sguardo sbatte contro ............(59) immensa placca bianca che sovrasta quel poco
di roccia sopravvissuto al taglio del promontorio.
A Salerno e a Vietri si forma ............(60) agguerrito nucleo di oppositori. Il promotore è ............(61) geniale orafo salernitano, Alfonso Tafuri, ............(62) uomo colto e mite. Con lui si schierano i
giornalisti Antonio Bottiglieri e il giovane Michele Santoro, il fotografo
Pietro Amos, lo storico dell’architettura Alfonso Gambardella, il critico
d’arte Achille Bonito Oliva. Protagonisti della battaglia a livello nazionale
sono Antonio Cederna, Elena Croce e Antonio Iannello.
La vita del "mostro" è stata stentata, sempre in bilico
fra legalità e illegalità. L’albergo non ha mai funzionato, salvo che per
alcuni matrimoni o per qualche riunione del Rotary. Nel ‘77 il Comune di Vietri
ritira la licenza edilizia, adeguandosi alla decisione della Sovrintendenza che
a sua volta ha revocato le precedenti autorizzazioni: è materialmente De Cunzo
che scrive il testo del decreto. Nel dicembre del ‘79 il Tar della Campania
respinge tutti i ricorsi di Mazzitelli (e il Consiglio di Stato conferma). E lo
stesso costruttore, il sindaco di Vietri e il sovrintendente vengono condannati
per abuso edilizio. L’albergo viene confiscato.
Si comincia a parlare di abbattimento, ma la partita del Fuenti è
scivolosa, alterna vittorie dell’..................(63) e dell’altro fronte. Appena pochi mesi dopo
la condanna in tribunale, la Corte d’Appello di Salerno assolve tutti gli
imputati.
Il colpo di spugna penale non serve a salvare l’albergo. Pressata
e diffidata, anche la Regione emette nel 1980 ..................(64) delibera per l’abbattimento. Trascorrono ancora diciannove anni,
fioccano ..................(65) decina di sentenze amministrative, esposti,
richieste di condono, ............(66) progetto di Paolo Portoghesi per segare gli
ultimi due piani, ..................(67) legge ad hoc, e si arriva, nell’aprile del
1999, alla demolizione. Che però ha salvato ............(68) imponente basamento, primo gradino, sperano i proprietari, di ..................(69) nuova avventura edilizia.
[Francesco Erbani - La Repubblica, 14 maggio 2002]