Il Trittico di Puccini, eseguito a Nuova York la prima volta nel
1918, indi fulmineamente ripreso a Roma da Gino Marinuzzi, al sommo nome del
quale sono legate le opere più atipiche, segrete, moderne, del Maestro, il
Trittico, dico, non porta ufficialmente questo doveroso titolo. La partitura
originale allinea il Tabarro , Suor Angelica e Gianni Schicchi , tre atti unici
deliberatamente irrelati e contrastanti sotto ogni profilo. Il differente
successo dei tre, peraltro in complesso sottovalutati quanto la precedente
Rondine, che solo De Sabata e Marinuzzi collocano ai vertici dell’arte
puccininana, provocò nella prassi esecutiva lo smembramento di ............(1) tutto unico. Negli ultimissimi anni la
dottrina più sensibile ha cominciato a intendere l’infallibilità del giudizio
di Marinuzzi e De Sabata: e che il Trittico possa venir considerato addirittura
il capolavoro del genio, insieme col I atto della Turandot e passi della
Fanciulla, è opinione che guadagna terreno. Il "direttore musicale"
del Teatro dell’Opera di Roma, il quale con ogni inaugurazione di stagione
riesce a scelte tanto originali quanto intrinsecamente valide, ha questa volta
avuto ..................(2) idea così
semplice da sembrare alla portata di tutti, e che invece suona quasi
provocatoria. Dopo avere inaugurato la scorsa stagione con la Rondine
("con ..................(3) Operetta!",
gridavano scandalizzati i cretini), il maestro Gianluigi Gelmetti apre la
presente col Trittico. Questo piccolo colpo di genio si completa col restauro
nella Suor Angelica d’..................(4) breve Aria di valore intrinseco e drammatico
fondamentale. Si credeva perduta sin dagli anni Venti, finché, partendo da ............(5) suggerimento postumo di Fedele D’Amico, il
carissimo Alfredo Mandelli ne ritrovò nel 1993 la partitura orchestrale. Se il
cammino del grande direttore italiano vorrà essere rettilineo, ci aspettiamo da
lui il passo finale sull’ultimo Puccini, l’esecuzione della Turandot con
l’autentico finale di Franco Alfano, affinché del complicato tema anche il
pubblico, non solo il sinedrio, possa parlare con cognizione di causa.
La successione dei tre titoli è ............(6) prodigio drammaturgico. Puccini giunge, con i più raffinati mezzi
timbrici e ritmici, a far apparire eterogeneo addirittura il linguaggio dei tre
atti. La velocità dello Schicchi lo rende più accettabile all’orecchio pigro;
la struttura radissima, diafana, della Suor Angelica, l’arcaismo modale
simillimo a quello della Cattedrale sommersa di Debussy la fanno apparire quasi
tempo lento di ..................(7) Sinfonia; di fronte al Tabarro si rompono le
corna quasi tutti.
In realtà , il linguaggio dei tre è assolutamente unitario; e non
è influenzato dalla musica moderna, è originale e personale elaborazione del
Moderno. Il soggetto è pura cronaca nera dei bassifondi parigini; Puccini, sin
dalle prime battute, fa con le sue armonie toccare ..................(8) Senna scura e melmosa; sospende sovente il senso tonale, per
avvolgerci di buio; inserisce nel linguaggio, a mo’di oggetto , il rumore del
mondo esterno e la sconcia musica di strada; infine, lavora brachilogicamente
con ............(9) pulviscolo di micro-motivi orchestrali che
debbono far pensare a Berg. Da questi appunti si provi a immaginare il resto.
L’allestimento del Trittico è difficoltosissimo per lo scenografo
e a causa del numero altissimo di personaggi, nessuno dei quali è ............(10) comprimario nel senso stretto del termine. Il
regista Roberto De Simone, insieme con Mauro Carosi, autore dei bozzetti, e
Odette Nicoletti, inventrice dei figurini, offre per i primi due atti ..................(11) ambientazione
tradizionale, di gusto non fine, e diciamo pure esempio di fantasia stanca e
senile. In Gianni Schicchi , che si svolgerebbe nel 1299, maschera, alla Carlo
Cecchi, tutti i personaggi e li fa sortire come grottesche figurine fine
Ottocento ricavate dalle storielle del Corriere dei Piccoli . Qui alla fantasia
spuntano le ali, il tutto è irresistibile ed elegante, e constatiamo con gioia
che nel personaggio istituzional-etico-politico quale De Simone è voluto
diventare, lo scugnizzo napoletano è ancora vivo. L’unica perplessità di fronte
allo Schicchi è di ordine meramente pratico: che i materiali scenici non
assorbano ............(12) po’ le voci? I personaggi sono infatti
interpretati tutti da caratteristi eccellenti; con ............(13) concertatore del livello di Gelmetti non si pone in discussione
siano preparati al meglio: eppure dei dialoghi non si percepiscono sempre le
parole, il che significa attentare alla commedia.
Sono mortificato che lo spazio non mi consenta di citarli tutti,
questi personaggi, limitando la penna ai principalissimi. La protagonista
assoluta è Daniela Dessì, soprano degno della nostra stima e del nostro
rispetto. Nello Schicchi è ..................(14) incantevole
bambinaccia; nelle altre due opere esibisce la sua bella disposizione al canto
lirico ma l’articolazione è ............(15) po’impastata. Forse porta ..................(16) croce troppo pesante: tre atti su tre. Nel
Tabarro lieta sorpresa è ritrovare il tenore Alberto Cupido che ha rafforzato e
"coperto" la tessitura acuta; l’altro tenore, Rinuccio dello Schicchi
, è ..................(17) seducente voce angelica che risponde al nome
di Giuseppe Filianoti: per lui la difficoltà del "passaggio" sembra
non esistere. Quanto al baritono protagonista, Carlo Guelfi, ecco ............(18) esempio di che possa il concertatore sulla
bruta materia cantante. Ascoltatolo tempo fa in ............(19) funesto Boccanegra salisburghese, lo giudicammo in fine di
carriera; passato per la cura Gelmetti è disperato, umanissimo, vocalmente
consistente nel Tabarro; e nello Schicchi fresco come un............(20) ragazzo.
La formidabile lezione del maestro Gelmetti punta, come è ovvio, a
mettere in rilievo l’unità drammaturgica e contrariis . Nel Tabarro il senso
drammatico s’accoppia a ..................(21) lettura analitica da manuale che sa rivelare
gli infiniti ingegni strutturali di Puccini; nella Suor Angelica lavora per
sottrazione, con esito di delicatezza che ti porta alle lacrime; nello Schicchi
è frizzante come il vino di Gragnano, quando c’era.
Abbiamo visto in sala Walter Veltroni, presidente del consiglio
d’amministrazione dell’Opera in quanto sindaco di Roma. Egli è ............(22) esperto di cinema; non sappiamo chi sulla
musica gli consigli; lo preghiamo di ben valutare quale insostituibile tesoro
sia per Roma la presenza del maestro Gelmetti e quale disastro ne sarebbe la
perdita.
[Paolo Isotta - Corriere della Sera, 24 Gennaio 2002]