Niente processo a Radio Vaticana
Elettrosmog, difetto di giurisdizione. Matteoli: bella notizia. In
aula esplode la rabbia
ROMA - Trenta secondi e poi nella piccola aula del Tribunale, di
fronte al verdetto che ha dichiarato la Radio Vaticana non processabile per il
presunto inquinamento elettromagnetico, è esplosa la rabbia. Attesa per le
11.30 di ieri mattina la decisione del giudice monocratico Andrea Calabria sui
tre rappresentanti della Radio Vaticana - il cardinale Roberto Tucci, il
direttore padre Pasquale Borgomeo e il vicedirettore Costantino Pacifici - è
calata all'improvviso come una doccia fredda nell'auletta gremita di residenti
dell'area in cui sorgono le antenne dell'emittente.
Il verdetto era atteso dal 20 dicembre, quando la prima udienza
del processo istruito dai pm Gianfranco Amendola e Stefano Pesci si era
rapidamente chiusa con un rinvio al 19 febbraio per sciogliere il nodo del
difetto giurisdizionale invocato dai legali della radio del Papa. E ieri
mattina il giudice ha dato ............................(1)
ragione: poche parole per affermare che sulla
base dell'articolo 11 dei Patti Lateranensi, quello sul divieto d'ingerenza nei
confronti degli enti centrali della Chiesa, non si deve procedere per difetto
di giurisdizione. Il giudice ha anche richiamato gli articoli 3 del codice
penale, sulla giurisdizione dello Stato, e il 20 del codice di procedura
penale. Insomma, il processo per "getto pericoloso di cose" in cui erano
imputati i tre rappresentanti della radio non si farà . Il richiamo
all'extraterritorialità vanta un unico precedente, la sentenza della Cassazione
su Marcinkus nell'87. Soddisfatti i difensori, gli avvocati Marcello Melandri
ed Eugenio Pacelli (quest'ultimo nipote di Papa Pacelli) vedendo accolta la ............................(2) tesi, sconcertate invece le numerose parti
civili e l'accusa a cui non è restato che annunciare l'inevitabile ricorso in
Cassazione.
Ma intanto nell'auletta ribolliva il dissenso tra i residenti che
non dimenticano i casi di leucemia infantile, oggetto di un problematico studio
dell'osservatorio epidemiologico della Regione Lazio. "E chi ha i figli
ammalati?" ha cominciato a strillare una signora di Cesano. Agnese Amodio,
madre di una piccola morta nell'aprile 2000, ha protestato: "Oggi lo Stato
ha ucciso per la seconda volta .....................(3) figlia...". Poi, mentre alcuni
rappresentanti di Legambiente si spostavano all'esterno del Tribunale con lo
striscione "La legge non è uguale per tutti", altri abitanti hanno
gridato "vergogna" e "questa è una licenza d'uccidere". Il
giudice Calabria è stato costretto a minacciare denunce per oltraggio alla
corte. Appena informato del verdetto il ministro dell'ambiente Altero Matteoli
ha espresso la .....................(4) "soddisfazione" per il
proscioglimento della radio. "Ho trattato con il Vaticano nel mese di
agosto per cercare una soluzione raggiunta il 31 agosto con il rientro nei
limiti di legge - ha ricordato il ministro -. Sono lieto di apprendere che
questa vicenda si è chiusa anche dal punto di vista giuridico. La prossima
settimana, condizioni meteorologiche permettendo, sarà terminata la campagna di
rilevazione delle emissioni". La posizione del ministro è stata aspramente
criticata da numerose organizzazioni ambientaliste e da esponenti
dell'opposizione come il capogruppo Ds al Senato Fausto Giovanelli, l'ex
sottosegretario Valerio Calzolaio, i verdi Gianni Mattioli e Massimo Scalia.
Altri verdi come Alfonso Pecoraro Scanio, Angelo Bonelli e Paolo Cento,
presenti ieri mattina a Piazzale Clodio, intanto annunciavano
"un'interpellanza per sollecitare un intervento del governo".
"Se lo Stato non vuole togliere le antenne da Cesano allora chiederemo di
mandare via chi ci abita". Dal canto .....................(5)
la Radio Vaticana ha ricordato che
"l'auspicata e opportuna conclusione della causa penale non significa in
alcun modo che la radio cesserà di adottare le misure precauzionali intese a
venire incontro alle preoccupazioni della popolazione, misure attuate in
accordo con le autorità italiane". L'unica sede di confronto, ha ribadito
l'emittente pontificia, è "la commissione bilaterale Italia-Santa
Sede". La radio è anche tornata a sottolineare che "nessun studio attendibile
ha dimostrato l'esistenza di danni alla salute connessi all'attività
trasmittente del centro di Santa Maria di Galeria". Ma ieri i verdi
ricordavano che recenti rilevazioni dell'Arpa (l'agenzia regionale per
l'ambiente) a Cesano hanno registrato emissioni di onde ancora troppo elevate.
Quelle antenne continuano a incutere paura.
[Paolo Brogi - CORRIERE DELLA SERA, 20 Febbraio 2002]