La scrittura digitale.


Le origini della scrittura digitale

Lo schermo invece della carta


La scrittura digitale a scuola.






Le origini della scrittura digitale.

La storia della scrittura e' molto antica. Ma soltanto con l'invenzione della stampa nel 1454, comincia la differenziazione tra il processo della scrittura e quello della riproduzione del testo. Soltanto nell'Ottocento anche chi scrive comincia a far uso di una macchina, suscitando, proprio come il computer oggi, diffidenze ed entusiasmi.

Tuttavia gli utensili che servono per scrivere a mano (penna) o per dattiloscrivere (i tasti della macchina) hanno una caratteristica comune: agiscono immediatamente sulla carta. La metamorfosi che conduce alla videoscrittura comincia da qui, dal dissociare il funzionamento degli utensili dall'azione immediata sulla carta. L'altro mutamento avviene quando alla macchina per scrivere elettrica si assegna un po' di memoria interna per conservare solo temporaneamente quantita' piu' o meno ampie di testo: cio' rende piu' agevole fare correzioni. Infine alla memoria interna si aggiunge una memoria esterna su supporto mgnetico, una cassetta prima, poi un dischetto. La svolta definitiva si ha quando si cominica a usare uno schermo per visualizzare la scrittura ed infine quando queste macchine sono connesse ad un computer, che nel frattempo, indipendentemente dalla videoscrittura ha sviluppato le proprie tecnologie.






Lo schermo invece della carta.

La comunicazione scritta e' efficace soltanto se chi scrive sa affrontare con abilita' i numerosi vincoli che gli vengono imposti dalla situazione. Chi scrive e' come un centralinista nell'ora di punta, deve saper gestire contemporanemente piu' esigenze.

Scrivere e' dunque un'attivita' complessa in cui la redazione del discorso si configura come un processo di graduale avvicinamento al testo definitivo. Questa e' la tecnica di chi scrive da professionista, qualunque sia il suo mestiere: giornalista, redattore, scrittore tecnico, studioso. La scrittura elettronica aiuta a gestire i molteplici vincoli cui e' sottoposto chi scrive.

La scrittura elettronica permette infatti di avere sotto gli occhi i diversi stati del discorso cosi' come la mente li concepisce e di far lavorare su un oggetto testo, che si puo' correggere secondo propri criteri e giudizi. L'elaboratore non e' una lampada di Aladino , cioe' uno strumento che pensa per chi scrive, o che elimina la fatica del lavoro, e' piuttosto uno strumento che puo' aiutare a rendere piu' produttivo l'atto dello scrivere. Il computer permette la stesura effettiva di diverse redazioni del testo, su cui e' possibile intervenire a piu' riprese e con diversi obiettivi: prima l'individuazione delle informazioni, adatte ad esporre o ad argomentare un giudizio; poi la loro strutturazione; infine la correttezza e la cura della forma espressiva, che si adegua al destinatario del testo e allo scopo della comunicazione.

L'elaboratore e' una macchina che permette di concepire il testo come un oggetto in lavorazione. Chi scrive con carta e penna deve organizzare nella propria mente le sue frasi, anzi tende a "risparmiare" sulla scrittura, proprio perche' tende a limitare le correzioni, dunque tende ad inibirsi, a scrivere mentalmente il suo testo, anziche' lavorarlo sulla carta. E' dunque sottoposto ad un lavorio di astrazione mentale che non sempre consente di affrontare al meglio i molteplici vincoli che la scrittura in ogni caso pone.

Ebbene un sistema elettronico presenta un sicuro vantaggio: da' consistenza materiale alla scrittura. Il testo elettronico compare rappresentato non su carta, ma su uno schermo e, proprio per questo, puo' essere facilmente lavorato, cioe' corretto, modificato, rivisto. Come un oggetto materiale che prende forma, sotto gli occhi e le mani di chi lo sta pensando e scrivendo. Il testo elettronico non obbliga a risparmiare sulla scrittura, consente di oggettivare quanto si ha in testa e proprio per questo consente di sviluppare il discorso, tenendo conto di tutte le esigenze comunicative che la situazione impone. Un sistema elettronico di scrittura non equivale ad una macchina per scrivere. Questo strumento serve solo a redigere in modo piu' rapido, e piu' gradevole alla lettura, un testo nella sua redazione finale. Tutti gli altri passaggi devono avvenire nella mente di chi scrive e solo in una certa misura sulla carta, mentre l'elaboratore consente di rappresentare molto di cio' che la mente vaglia nell'atto della scrittura. Dice Umberto Eco che il computer e' una macchina molto spirituale, perche' permette di scrivere quasi alla velocita' del pensiero.