Giovanni Flechia - Università di Torino 1872-73
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Tema nominale latino e italiano

 

Nomi propri in -ARIO, -TORE, -OLUS, -ULUS, -ARIOLO

Siccome scopo di queste lezioni è formare il criterio linguistico dobbiamo anche de' nomi propri favellare i quali vanno come i nomi locali soggetti all'ambiente dialettico in cui si trovano.

Un tempo i grammatici italiani avendo per es. alle mani un nome come gallinaio lo faceano venire da gallina e da aio; ora tali errori non sono più permessi.

Nomi propri secondo i vari ambienti sono: Aromatai, Bicchierai, Barberai (e non Barbierai perché non v'è più accento), Bottai, e Bottero, Beccari, Zambeccari ("che vende becchi", come beccaio è il "macellaio"); questo nome appartiene alle provincie venete.

Bambacaro da bombix, igis, donde anche bambagio: a questo proposito è da notare che baco è forma aferetica da bambaco; e da bombix con aferesi viene pure bigattiera.

Balestrieri, Bottrigari, intorno al qual nome si può stare in dubbio se venga da bottariga "uova di pesci", donde chi le vendeva sarebbe stato detto Bottarigaio; ovvero se venga da bottegaio coll'inserzione d'un r come anata che divenne anatra.

Carbonai, Calderai, Canovai, Cristallai, Crivellari, Canestrari, Cellari, Caprari, Cibrario e Cravero (tutti e tre hanno per fondamento capra).

Caligari o come dicono i piemontesi cagliè da caliga. Il Malespini che talvolta si lascia andare ad etimologizzare diceva che Galigai veniva da Gallo e da gaio!

Canizzaro nome proprio siciliano da canizzo che vuol dir "stuoia".

Fornaciai, Fornarini, Mugnai, Molinari che hanno ambedue per fondamento molinarius = mulnarius = mugnaro come da balneo abbiamo bagno.

Pignataio: il Muratori a proposito di pignatta la connette col latino ollea pineata a cagione della forma che avea originariamente il coperchio e questo è confermato dalla forma napoletana pignata in cui deesi notare lo scempiamento (ata invece di atta) assai raro in quel dialetto che tende alle doppie.

Pairoleri e Peiroleri da paiuolo; Rucellai la cui forma completa sarebbe Oricellari da oricello "tintura di panni".

Nel napoletano trovasi Scutari colla forte che in toscano sarebbe Scudai o Scodellai.

Tegghiai, Vasai, Vaccai; Zavattari è Ciabattieri.

Si noti come i nomi in er siano generalmente veneziani già che questo dialetto tiene una forma media tra i troncamenti della Italia superiore e gli ampliamenti dei dialetti meridionali. Nomi veneziani sono Manin, Canal, Renier, Falier, Contarin.

Altri nomi propri sono quelli in tore: Muratore, Pescatore ecc..... Altra categoria di mestieri è formata dai suffissi olus e ulus che sono ambedue una sola e medesima cosa. In molti nomi come frivolus si è mantenuto l'o per dissimilazione a cagione del v precedente. Anche in filiolus divenuto figliuolo in italiano.

Il suffisso ario accresciuto di olo (ariolo) ha dato molti nomi propri. Si è visto Acciaiuoli cioè "mercante d'accia" sorta di filo.

Boscaiuoli, Chiodaiuoli, Calzaiuoli, Fusaiuoli, Merciaiuoli, Pennaiuoli, Pollaiuoli sono tutti nomi di mestiere che possono dar luogo ed alcuni hanno dato luogo a nomi di famiglia.

Pizzicarolo, Prunarolo, Setaiuolo, Gattaiuolo, Fusaiuolo che è il piccolo cerchio che si pone in fondo al fuso; i napoletani lo dicono furticillo cioè verticillo e i Sanesi vertecchio che hanno tutti per fondamento vertex, da verto.

Ordarul napoletano è orzarolo in piemontese orzeul, dal latino ordeolus: gli altri da ordeolarius.

Agliarul da aglio. Il siciliano cambia sovente arolo in aloru; quindi primarola = primalora, musalora, pinnaloru ecc....

Si è notato incidentemente come il seuli piemontese non sia altro che solido; già che come questo dialetto da pallido ha fatto pali da tepido ha fatto tbi così da solido fa sôli: ma vocale o breve accentata si rinforza; dunque seuli.


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